domenica 9 agosto 2009

Al sig. Narduzzi

Di seguito la mail che ho inviato oggi al sig. Danilo Narduzzi, rappresentante della Lega in Consiglio Regionale.


Signor Danilo Narduzzi, capogruppo della Lega Nord - Consiglio Regionale Friuli-V.G.

Non posso che associarmi a quanto Le scrive, attraverso una lettera pubblicata sulle pagine del settimanale della Diocesi di Udine "La Vita Cattolica", mons. Giuseppe Benvegnù-Pasini.
Nel malaugurato caso Le fosse sfuggita, glieLa riporto di seguito.
«Leggo la notizia che il capogruppo della Lega Nord della Regione Friuli-Venezia Giulia ha chiesto alla sua Regione di far chiudere gli ambulatori che prestano assistenza agli immigrati irregolari, sulla base del reato di "soggiorno illegale nel territorio dello Stato", riservandosi, in assenza di risposte certe, di "far intervenire le procure della Repubblica".La recente legge sulla sicurezza rivela tutto il suo volto disumano e discriminatorio, che molti paventavano.Vorrei ricordare semplicemente che l’assistenza agli infermi, a tutti indiscriminatamente, compresi i nemici, costituisce una delle Opere di misericordia, raccomandata dal Vangelo e dalla tradizione ebraico-cristiana.Analoga proibizione era uscita, durante la seconda guerra mondiale, da parte delle forze nazi-fasciste, nei confronti degli Ebrei. Molti cristiani e uomini di buona volontà si opposero a questa norma e pagarono con la vita la fedeltà alla propria fede e alla propria coscienza.Sono certo che le Caritas Diocesane, impegnate in questo servizio umanitario, nel caso in cui questa proposta fosse ratificata dagli organi competenti, si chiederanno se fare pubblicamente obiezione di coscienza e continuare il loro servizio, in nome della fede e della difesa dei diritti umani». (mons Giuseppe Benvegnù-Pasini, già direttore della Caritas Italiana e attuale presidente della Fondazione Zancan di Padova)

Quando interessi strumentali e di bassa politica prevaricano i diritti fondamentali delle persone e soprattutto di quelle più deboli e indifese, le coscienze non possono rimanere nel silenzio.
Mi scandalizza il fatto che rappresentanti dei cittadini operino in spregio ai fondamentali diritti dell’uomo ed ai dettati della nostra Costituzione democratica: La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

La biasimo e La saluto.
Sandro Venturini
Via Maitani, 30
GEMONA DEL FRIULI

SOSPESA ANCHE LA PISTA CICLABILE


La nuova giunta comunale guidata da Paolo Urbani, invece di procedere celermente ad appaltare lavori per dare un po’ di fiato alle imprese in un momento di così marcata crisi, pare più orientata a bloccarli - è l’amara constatazione di Sandro Venturini capogruppo della Lista Civica CON TE GEMONA- Dopo la sospensione dell’appalto per la sistemazione della via San Pietro (l’accesso più diretto tra la Statale 13 e l’Ospedale) la nuova giunta ora stoppa anche il progetto della pista ciclabile. La città dello sport non investe in un’opera che favorirebbe la mobilità sana e sicura.
Se Gemona resterà priva di un sistema ciclabile in linea con gli attuali standard delle moderne città, rischia di perdere anche il flusso ciclo-turistico che sicuramente si alimenterà notevolmente con la prossima apertura della ciclovia Alpe-Adria – prosegue Venturini -. Quest’opera potrebbe infatti ridare a Gemona lo storico ruolo di porta tra il mare e la montagna facendo convergere e stazionare nella nostra città il flusso dei ciclo-turisti che in questi ultimi anni sono in continuo aumento. Ma per cogliere quest’opportunità bisogna farsi trovare preparati con un’adeguata viabilità ciclabile e con ideonee strutture per l’accoglienza. La pista ciclabile potrebbe essere pronta in un paio d’anni. Invece tutto rimandato con buona pace delle imprese edili, che potrebbero trovare un po’ di ossigeno da un rapido appalto delle opere pubbliche, delle attività commerciali, di accoglienza e ristorazione, e di quelle legate al commercio e manutenzione di biciclette e accessori.
Non c’è nemmeno un’urgenza economica tale da motivare la scelta del sindaco Urbani. Le risorse per la pista ciclabile erano già a bilancio e recentemente abbiamo appreso che la Giunta ha pure investito 2.000.000 di euro in fondi immobiliari in attesa di interessi futuri. Con i tempi che corrono – conclude il capogruppo consiliare - le risorse vanno investite rapidamente sul territorio mediante progetti che creino lavoro e sviluppo. La pista ciclabile poteva essere sicuramente uno di questi.

martedì 28 luglio 2009

venerdì 10 luglio 2009

Lettera sulla fame nel mondo


Carissimi amici,
Questa non è una lettera documento, ma solo uno sfogo.
L’unico dato certo che cito è che 800 milioni di persone nel mondo soffrono la fame (è un documento ufficiale della FAO). Ma, un conto è vedere una cifra su di un giornale e una altro è constatare in giro per il mondo le cose che accadono. E, negli ultimi tempi, ne ho viste molte.
Troppe le baraccopoli, troppi i bambini di strada, troppi i mendicanti, troppa la fame nei paesi aridi, troppa la prostituzione. Si sa, si tratta di problemi vecchi che nessuno puo’ risolvere con la bacchetta magica. Ci sono tante persone nel mondo che se ne occupano partendo da un impegno personale, per fede o per umanitarismo, e tante persone che le sostengono. E’ una constatazione. Ma in molti casi esse si trovano di fronte a mali vasti e strutturali che solo una politica mondiale di ampio respiro può affrontare e, alla lunga, forse risolvere.
Ma questo implica una presa di coscienza di chi ha cultura, denaro e potere sia nel primo mondo sviluppato che presso le elites del resto dei paesi.
Vediamo spesso invece un calare dell’impegno dei paesi ricchi verso quelli più poveri e un astio verso le persone che in qualche modo si presentano, scomodamente per noi, dinanzi alle nostre porte. Certo abbiamo bisogno di sicurezza, ma anche di accoglienza e di apertura mentale. Mai una azione difensiva soltanto ha avuto alla lunga esito positivo. I problemi occorre affrontarli di petto. Occorre che ci rendiamo conto che, per esempio in Europa, viviamo in un vero e proprio paradiso, se lo confrontiamo con la situazione di tanti paesi del mondo. Vedo ogni giorno con i miei occhi gente che sarebbe contenta di avere soltanto quello che noi quotidianamente scartiamo in abiti usati, in prodotti tecnici funzionanti. Ma obsoleti, in scarti di cibo.
Qualche giorno fa alla televisione brasiliana hanno comunicato che il presidente Lula ha firmato una legge che concede la residenza brasiliana a tantissimi immigrati clandestini ed ha espressamente sottolineato che il Brasile è sempre stato una terra di accoglienza in cui milioni di Europei hanno trovato rifugio e sopravvivenza quando in Europa le cose andavano male.
Nello stesso telegiornale, il comunicato successivo dava notizia dell’approvazione della legge italiana che dichiara reato l’immigrazione clandestina. E il Brasile non è certo un paese senza problemi! Così con tutta la mia prosopopea di europeo mi sono inchinato di fronte all’umanità di chi percepisce i problemi su scala mondiale e non solo dalla poltrona del proprio comodo salotto.
E come membro della Chiesa, sento di avere una grande responsabilità nel dovere di denunciare tutto ciò che innalza barriere tra gli uomini e di formare le coscienze al dovere della solidarietà mondiale. E’ un compito cui non possiamo sottrarci nelle nostre chiese e nelle nostre scuole anche quando ci espone alle critiche dei sedicenti cristiani benpensanti.
Paolo

giovedì 9 luglio 2009

Piccola posta (Il Foglio)


3 luglio 2009
“Per mangiarti meglio, piccina mia”, disse la nonnina, e tentò di fare un boccone solo di Debora Serracchiani. E tutto per un’intervista un po’ fessa? Ehi, che bocca grande che hai, nonnina!
di Adriano Sofri


Lavoro e diritti

“Movimentazione manuale dei carichi” sul Fiume Paraguay.
250 Kg di calce sulla schiena traspostati in equilibrio su un tavolone da 30 cm.!


…va tenuto presente che e`
causa di gravi scompensi separare l’agire economico, a
cui spetterebbe solo produrre ricchezza, da quello politico,
a cui spetterebbe di perseguire la giustizia mediante
la ridistribuzione.

« La solidarieta` universale, che e` un fatto e per
noi un beneficio, e` altresì un dovere ».105 Molte persone,
oggi, tendono a coltivare la pretesa di non dover niente
a nessuno, tranne che a se stesse. Ritengono di essere
titolari solo di diritti e incontrano spesso forti ostacoli a
maturare una responsabilita` per il proprio e l’altrui sviluppo
integrale. Per questo e` importante sollecitare una
nuova riflessione su come i diritti presuppongano doveri
senza i quali si trasformano in arbitrio.

dalla Lettera enciclica Caritas in veritate
del sommo pontefice Benedetto XVI

martedì 30 giugno 2009

sabato 27 giugno 2009

Poggio Nardini



AMOR OMNIA VINCIT


Leonardo Nardini











giovedì 18 giugno 2009

Il decalogo di Bregantini

1. Il potere è al servizio del bene comune e la politica è il più esigente esercizio di carità genuina verso le categorie più deboli: i poveri, gli umili, i piccoli. L’uso del pubblico potere e del pubblico denaro va sempre orientato per il bene comune e non per favorire affari personali e di gruppo o per creare clientele. La trasparenza riguardo i patrimoni personali potrà incoraggiare la fiducia degli elettori.
2. La politica attiva comporta una crescita di responsabilità e forme di democrazia ascendente che prevede luoghi permanenti e periodici di partecipazione: circoli, associazioni culturali, volontariato, società civile. La politica ha ancora il compito di garantire la partecipazione responsabile ai soggetti sociali, avendo di mira e privilegiando gli interessi delle persone e delle comunità intermedie. Nei confronti di queste essa si pone come sostegno e coordinamento nel rispetto del principio di sussidiarietà e di un sano pluralismo personalista e comunitario.
3. Il rispetto delle altrui posizioni favorisce il dialogo con amici e avversari; il rifiuto della rissa e dell’intolleranza sviluppa una sana competizione delle idee per risolvere i problemi, riducendo la conflittualità esasperata, incrementando la collaborazione con spirito costruttivo sui temi del bene comune.
4. Il requisito della coerenza ha conseguenze sui comportamenti nella vita pubblica. I mutamenti di schieramento, sempre possibili per motivi di coscienza, dovrebbero richiedere le dimissioni dall’incarico. La coscienza politica deve favorire e promuovere i valori della persona, quali la dignità, il diritto al lavoro, la giustizia, la promozione della cultura, la crescita della moralità civile, la custodia della famiglia, il rispetto della vita e la crescita della sua qualità, la non violenza, la libertà di pensiero, di azione e di religione.
5. Va ribadito il rifiuto e la denuncia di comportamenti immorali e disonesti, come la corruzione, la concussione, la menzogna, la calunnia, il clientelismo, l’associazione per delinquere, l’abuso e la truffa. A tal fine potrà essere di aiuto l’elaborazione di codici etici condivisi.
6. Occorre impegno per favorire la cultura della legalità, che rispetti e faccia rispettare le regole e le procedure democratiche. Gli eletti a cariche pubbliche avvertano il dovere di essere testimoni esemplari del rispetto delle leggi.
7. Gli amministratori abbiano una adeguata preparazione politica, giuridica, amministrativa, storica, economica e socio­logica. A tal fine si incoraggino i luoghi e strumenti di formazione permanente. Gli incarichi di secondo livello vanno affidati a persone competenti, di provata moralità e testimoniata onestà professionale.
8. La selezione della classe dirigente amministrativa premi il merito, la competenza e rifugga dall’affidarsi a simpatie, legami perso­nali o familiari, ripicche, vendette.
9. L’impegno politico amministrativo richiede un limite di mandato e periodi di tempo determinato, con fasi opportune di astensione tra incarichi dello stesso tipo.
10. L’attenzione ai problemi specifici del territorio in cui si opera va coordinata e misurata sulla base del principio di sussidiarietà con una visione aggiornata alle soluzioni nazionali e internazionali. La presenza assidua negli organismi amministrativi e di governo va apprezzata come va condannata ogni prassi di assenteismo

domenica 14 giugno 2009

GRAZIE!


Volevo ringraziare di cuore ciascuna e ciascuno di voi per il grande lavoro che abbiamo fatto insieme in questi mesi.

Ma per prima un grande grazie a Mariolina che ha avuto il coraggio e la forza di condurre questa sfida.

E’ stata una’avventura esaltante che purtroppo solo in parte ha dato i suoi frutti ma a volte i frutti hanno bisogno di più tempo per maturare!

Ciò che ha reso comunque importante quest'esperienza è stato condividere insieme ideali, progetti e speranze ed aver sperimentato quanto siano importati i rapporti di vera stima e fiducia reciproci: è questo ciò che fa di un gruppo una grande squadra!

Io sono solo l'alpinista che ha raggiunto la vetta ma che guardando verso valle non dimentica il lavoro dell’intera spedizione ...… da solo lassù non ci sarei mai arrivato.

( Foto Camisasca)

Adesso dobbiamo subito ripartire per una nuova ascensione, una montagna alta 5 anni!
Sarà una salita impegnativa ma entusiasmante; se ciascuno porterà un po' di peso ce la faremo!

Conto sulla volontà di tutti voi: zaino in spalla, si parte!

Sandro


Nuovo Consiglio Comunale

Ecco la composizione del nuovo Consiglio Comunale

MAGGIORANZA
PER GEMONA
COLLINI FABIO 117
SALVATORELLI VINCENZO 116
COPETTI PAOLO 73
ZEARO ESTER 57
COPETTI VALTER 45

GEMONA NEL CUORE
REVELANT ROBERTO 166
CARGNELUTTI LORIS 75
PATAT LUIGINO 58
RAGALZI GIULIO 53
LONDERO ADALGISA 51

GEMON@ASSIEME
MARMAI STEFANO 81
PALESE ANDREA 61

OPPOSIZIONE
CON TE GEMONA
VENTURINI SANDRO 204
DOROTEA GIACOMINO 98


PDL
TISO GIUSEPPE 213
BENVENUTI MATTEO 122

GEMONA AVANTI
COPETTI LUCIO 119

LEGA NORD
ZILLI BARBARA 121





venerdì 5 giugno 2009

VAI DEBORA!



Oggi si è fermata un'oretta a Gemona, Debora Serracchiani nella tappa conclusiva di una lunga campagna elettorale per le Europee.

Avevo ascoltato con simpatia il suo discorso all'assembrea nazionale dei circoli che ha destato generale interesse ( su you tube ha avuto 45447 accessi!) ma non l'avevo mai ascoltata dal vivo.
Debora rappresenta davvero il futuro della politica: schietta, tenace, appassionata!
Vai Debora!

Per Gemona azioni efficaci e serietà!


  • Non è con le cittadelle dello sport che aiuteremo le famiglie ad arrivare alla fine del mese, ma con risposte concrete ai concreti bisogni dei cittadini.

  • Non è con gli slogan sugli “indiani” che educheremo i nostri figli al rispetto degli altri e delle regole della convivenza civile, ma con la tolleranza e la legalità di tutti verso tutti.

  • Non è attraverso rapporti di sudditanza rispetto ai Partiti che governano la Provincia e la Regione che Gemona potrà uscire dalla marginalità politica e territoriale, ma con una politica collaborativa e nel contempo decisa e chiara negli obiettivi.

  • Non è con i vecchi volti ridipinti a nuovo che riusciremo a costruire una nuova classe politica, ma dando spazio alle giovani generazioni e soprattutto a persone che vivono la dimensione del servizio alla comunità.

  • Gemona ha urgenza di voltare pagina: volti nuovi e nuove logiche di amministrare il Comune.

  • Gemona può aspirare a un futuro migliore solo se saprà ascoltare i bisogni reali delle persone. Se il bene comune si sostituirà agli egoismi e agli interessi di pochi.

  • Gemona anche ha bisogno degli occhi delle donne, accanto a quelli degli uomini, per governare con stili e metodi rivolti al futuro e disponibili all’ascolto.

Gemona crescerà.
Con tutti noi.

mercoledì 3 giugno 2009

.. ognuno riceve il suo dono ...


… Talvolta invece è la vita che ci obbliga ad attingere alle energie sul fondo: è lì che spesso si celano le nostre qualità migliori, latenti e sconosciute anche a noi stessi.
Sono le situazioni estreme che ci fanno conoscere la forza e la sapienza del nostro vero io e ci fanno trovare il modo di superare le difficoltà:
“La luce non si manifesta forse quando è più buio?”
Franca Gubiani – Il dono del pellegrino


Ringrazio Franca per aver voluto condividere con tutti noi i suoi pensieri sorti lungo il cammino verso Santiago di Compostela.

L'uomo lupo


E’ miope la visione di chi crede di risolvere i problemi dandogli il nome di reato, è falsante l’opzione che trasforma il diverso in un criminale, è distorta e controproducente l’identificazione dell’immigrato con l’invasore, del povero con il disturbatore della quiete, dell’emarginato con il sovversivo.
No, abbiamo bisogno di un soprassalto di dignità umana prima ancora che cristiana, abbiamo urgente necessità di ritrovare in noi e attorno a noi il rispetto per la dignità di ogni essere umano, abbiamo un’esigenza vitale di riscoprire come il bisognoso è uno stimolo e non un intralcio ad una società più giusta.
Se continuiamo a nutrire le nostre paure invece di affrontarle, se crediamo di poter uscire dalle difficoltà non assieme ma contro gli altri, in particolare i più deboli, ci prepariamo un futuro di cupa barbarie, ci incamminiamo in un vicolo cieco in cui l’uomo sarà sempre più lupo all’uomo.


Enzo Bianchi – Per un’etica condivisa

domenica 31 maggio 2009

La rete di Honsell


Molto interessanti le riflessioni che il Sindaco di Udine ha rappresentato nel corso dell'incontro dello scorso Venerdì c/o la Comunità Montana, promosso dal candidato sindaco Mariolina PATAT e dalle liste che l'appoggiano.

In un mondo globalizzato, nessuno può più pensare di farcela da solo; nessun comune, neanche una Città come Udine può lavorare guardando solo all'interno del proprio confine e ponendosi con un ruolo egemone rispetto al Friuli. Per Honsell, è il momento di lavorare in rete; reti locali, di prossimità, con i comuni contermini, ma anche reti più grandi di dimensione provinciale. I temi sul tappeto richiedono sinergie, lavoro di squadra (il gestore unico del ciclo dei rifiuti, del ciclo dell'acqua, i trasporti pubblici, la sanità, ecc...). Nessuna realtà locale può pensare di sopraffare l'altro, è un suicidio. Bisogna invece valorizzare le eccellenze che risiedono anche in piccoli comuni; bisogna ragionare su scale più ampie. Il modello comunale (che ci viene ancora dal Medioevo) va rivisto in quest'ottica: se tutti portano qualcosa tutti ci guadagnano.
In conclusione il prof. Honsell ha ringraziato quanti, in questo momento difficile, si impegnano in politica ed ha augurato a Mariolina ed alla sua squadra il meritato successo affinché in futuro si possano davvero stringere alleanze virtuose tra amministrazioni comunali lungimiranti.

giovedì 28 maggio 2009

Per il futuro



L’ambiente in cui viviamo va riconosciuto come risorsa limitata, perciò intendiamo operare coerenti con un’idea di sviluppo sostenibile, in modo da soddisfare le nostre necessità senza compromettere la possibilità delle future generazioni di soddisfare le proprie.
Qualificare in maniera intelligente le risorse esistenti nella nostra cittadina costituisce uno dei migliori investimenti per il futuro.

I tratti essenziali dell’azione di governo saranno:

  • strutturare il quadro conoscitivo del territorio, mediante indicatori, indici e sistemi informativi, utili a definire quadri conoscitivi, lo stato dell’ambiente, le attività di pianificazione, programmazione e valutazione dell’efficacia delle politiche attuate e garantire una corretta e costante informazione alla popolazione;
  • la gestione del territorio non solo con l’obiettivo di regolarne l’uso, ma anche con quello di perseguirne la tutela e la valorizzazione, puntando con decisione ad uno sviluppo sostenibile del territorio di Gemona e del Gemonese;

mercoledì 27 maggio 2009

Il benessere, i servizi alla persona e la qualità della vita

Nell’accezione moderna la salute non è solo l’assenza di malattia, ma ricomprende il complesso del benessere psico-fisico e sociale dei cittadini. I determinanti di salute sono molteplici ed afferiscono a competenze diverse, solo in parte strettamente sanitarie; per questo è necessario sviluppare politiche integrate di salute mediante progetti cui devono concorrere tutti i portatori di interesse. L’Amministrazione comunale (che per legge ha la responsabilità della salute pubblica locale) deve governare questi processi, deve farsi particolarmente attenta nel “leggere” i bisogni del territorio promuovendo risposte coerenti ed efficaci. Vogliamo perciò favorire la salute e la qualità della vita mediante:

· sinergie fra politiche della salute e politiche cittadine strategiche che influiscono sul tema della salute;
· sviluppo fisico, economico e sociale della città attento all'equità, alla sostenibilità ed alla valorizzazione del capitale sociale;
· responsabilizzazione dei cittadini e loro partecipazione al dibattito sulle scelte pubbliche per la città.


In quest’ottica ci impegnamo per:



· realizzare un grande progetto per la salute, d’intesa con l’A.S.S N. 3, nel quale integrare le politiche della salute e le politiche cittadine strategiche che influiscono sul tema della salute (traffico, qualità dell’aria, elettrosmog, alimentazione, stili di vita, ecc.);
· favorire il rafforzamento dei servizi sociosanitari territoriali (Distretto, Servizi Sociali, Centro Diurno per gli anziani, Dipartimento di Prevenzione, SerT) operando per un razionale accorpamento di taluni servizi presso l’area dell’Ospedale;
· sostenere l’autonomia istituzionale dell’A.S.S. n. 3 Alto Friuli e, per Gemona, il ruolo di Ospedale integrato di rete;
· garantire servizi pubblici in funzione delle esigenze dei cittadini (es. maggior flessibilità di orari di uffici pubblici, asili e scuole).
· politiche innovative per rispondere alle problematiche legate alle diverse fasce d'età (infanzia, giovani, anziani) ed alle situazioni di fragilità/debolezza/disagio dei singoli e delle famiglie (in stretto raccordo con i Servizi Sociali e l'ASS3, le Associazioni di volontariato sociale, la Parrocchia, ecc.)
· sostegno e collaborazione con le Associazioni di volontariato sociale ed altri attori per la costruzione di una Gemona sempre più solidale ed attenta alle crescenti necessità di parte della cittadinanza.
· potenziare servizi e forme di sostegno a favore della genitorialità e della famiglia; in particolare attivare una "ludoteca"-doposcuola, che possa diventare luogo d'incontro/confronto per i genitori;
· razionalizzare e sviluppare, mettendoli in rete, gli interventi -diretti e indiretti- nel settore dell'aggregazione giovanile;
· favorire la partecipazione dei giovani alla vita politica e sociale del Comune ed alle sue attività e iniziative (artistico-culturali, ricreative, di volontariato, sportive ecc.) offrendo spazi di maturazione e crescita;
· collaborare con le Scuole, le Associazioni ecc. per diffondere soprattutto tra i più giovani scelte di cittadinanza attiva e responsabile e favorire l'avvicinamento delle giovani generazioni alla vita politica cittadina;
· favorire l'inserimento di persone svantaggiate nei percorsi lavorativi "protetti" tramite le cooperative sociali del territorio, anche all'interno della "Colonia Pecol";

Particolare attenzione va posta alla risorsa “anziani”: il Gemonese e l’Alto Friuli presentano tra le più alte concentrazioni di anziani d’Italia. In questo contesto va attuato un forte ed innovativo progetto politico orientato a: valorizzare le capacità e i saperi degli anziani per impieghi nei servizi socialmente utili, favorire l’incontro tra generazioni, offrire una residenza autonoma ad anziani a rischio di solitudine; promuovere l’autogestione e la socializzazione degli ospiti; ritardare o evitare il ricovero in residenze protette.
· riconvertire una porzione del patrimonio edilizio nel Centro cittadino per creare un Condominio Solidale (ci sono già buone pratiche in diversi Comuni italiani);
· favorire la costituzione di centri di aggregazione e socializzazione per anziani (aperti almeno nei fine settimana);
· mantenere il servizio di "taxi per anziani", estendendone i criteri e le modalità di fruizione;

Lettera agli elettori


Sono Sandro Venturini, della famiglia dei “Bachet”. Ho 45 anni; sono sposato con Sandra e abbiamo due figlie: Erica e Giulia.
Ho lavorato per oltre 10 anni presso il Comune di Gemona come geometra; da 16 anni opero presso l’Azienda per i Servizi Sanitari n. 3 e coordino i Tecnici della Prevenzione (sicurezza del lavoro, alimenti e acque potabili, salute pubblica, veterinaria). Per questo sono particolarmente attento ai temi della salute e del benessere della comunità.
Fin da giovane ho svolto attività di volontariato sociale soprattutto in ambito parrocchiale.
L’importanza che attribuisco all’educazione dei giovani mi ha anche spinto ad accettare l’incarico di presiedere il Consiglio d’Istituto della Scuola Media Statale di Gemona, responsabilità che rivesto da 4 anni.
Ho aderito all’impegno in politica perché lo ritengo un dovere civile, una responsabilità morale alla quale non ci si può sottrarre. Mi è sempre rimasto impresso un cartellone che si trovava all’ingresso della casa parrocchiale di Osais, dove ho trascorso molte delle mie estati giovanili, che riportava in sintesi questo messaggio:
“in questa casa troverai quello che sei stato capace di portare”.
Sogno una Gemona più solidale, dove contino, al disopra di tutto, i rapporti tra le persone; una Gemona dove gli anziani e i giovani siano visti come una risorsa da coltivare, da cui trarre ragioni di saggezza dagli uni e stimoli di novità dagli altri. Sogno una Gemona dove le linee di sviluppo della città siano frutto del dialogo e della condivisione con tutti i cittadini. Sogno una Gemona dove il territorio e l’ambiente siano motivo di uno sviluppo responsabile, di un turismo “dolce”, siano un patrimonio da lasciare in eredità ai nostri figli migliore di quanto l’abbiamo trovato.
Questi sogni vorrei realizzarli con la squadra di amici della Lista Civica CON TE GEMONA e con la competenza e l’impegno del Sindaco MARIOLINA PATAT.
Per questo chiedo la vostra fiducia.
Vi ringrazio sin d’ora.
Sandro Venturini

sabato 23 maggio 2009

Arriva Honsel


Idee in Comune


Ho aderito all’impegno in politica perché lo ritengo un dovere civile, una responsabilità morale alla quale non ci si può sottrarre: se vogliamo che il nostro paese sia migliore non possiamo solo lamentarci ma dobbiamo agire in prima persona. Mi è sempre rimasto impresso un cartellone che si trovava all’ingresso della casa parrocchiale di Osais, dove ho trascorso molte delle mie estati giovanili, che riportava in sintesi questo messaggio: “in questa casa troverai quello che sei stato capace di portare”.
Sogno una Gemona più solidale, dove contino, al disopra di tutto, i rapporti tra le persone; una Gemona dove gli anziani e i giovani siano visti come una risorsa da coltivare, cui trarre ragioni di saggezza dagli uni e stimoli di novità dagli altri. Sogno una Gemona dove le linee di sviluppo della città siano frutto del confronto e della condivisione con tutti i cittadini. Sogno una Gemona dove il territorio e l’ambiente siano motivo di uno sviluppo responsabile, di un turismo “dolce”, siano un patrimonio da lasciare in eredità ai nostri figli migliore di quanto l’abbiamo trovato.

Idee per Gemona n. 2



Gemona necessita di un rilancio del suo ruolo rispetto al territorio circostante: si tratta di ricostruire i rapporti con le Amministrazioni vicine per affrontare problematiche comuni (sanità, scuola, sviluppo economico e commerciale, trasporti, rifiuti, acque, ambiente, ecc.) .
Gemona necessita di un nuovo stile di governo, che sappia coniugare i reali bisogni della persona con lo sviluppo sostenibile; che sia fondato su una progettualità pluriennale che, partendo dall’analisi delle maggiori questioni irrisolte ereditate dalle Amministrazioni precedenti, sviluppi progetti chiari, integrati e di prospettiva. Questo non può prescindere dalla partecipazione attiva di tutte le realtà cittadine nelle scelte delle linee di futuro, attraverso strumenti di partecipazione reale.
La qualità della vita delle persone e il benessere dei Gemonesi vanno di pari passo con la qualità del territorio e dei servizi: è necessario partire da una conoscenza approfondita del contesto storico - culturale - territoriale per disegnare un futuro che tenga conto delle nuove emergenze / esigenze dei cittadini.

Dal nostro programma elettorale



Noi ci riconosciamo nei principi fondamentali della Costituzione Italiana: il primato della persona, la solidarietà, la corresponsabilità sussidiaria dei cittadini e delle autonomie locali, la qualità della vita intesa sia come difesa dell’ambiente, sia come vita degna dell’uomo a livello economico, sociale, culturale e spirituale.
In coerenza con questi principi condividiamo le seguenti linee programmatiche generali:
1. La difesa della Costituzione e della legalità democratica: occorre superare la visione individualistica per perseguirne una che veda al centro “la persona” inserita in una realtà sociale e relazionale. Parimenti riteniamo che sia fondamentale la competenza e l’onestà della classe dirigente, contrastando posizioni conflittuali tra interessi pubblici e privati.
2. La difesa dello stato sociale: è necessaria una vigilanza socialmente responsabile sulla concezione privatistica dell’economia che si traduce nella privatizzazione della sanità, della previdenza, dei beni culturali, dell’istruzione, della giustizia, dell’ambiente, dell’energia, dell’acqua. Solo all’interno di un rapporto equilibrato tra privato e pubblico e tra legittima autonomia del mercato e rispetto di regole etiche e sociali imprescindibili si potranno ricercare soluzioni che armonizzino in modo nuovo efficienza e solidarietà, mercato e Stato.
3. Il bene comune: è necessario riaffermare il primato del bene comune, inteso come raggiungimento di traguardi sociali, di sviluppo economico, di qualità della vita rifiutando la concezione egoistica di un bene comune inteso come somma dei beni individuali. Solo nell’ottica del concetto integrale di bene comune possono trovare spazio il rifiuto della guerra, la volontà sincera di combattere la fame e le malattie nel mondo, il dovere di salvaguardare l’equilibrio ecologico del pianeta.
4. La laicità: con riferimento ai principi costituzionali di laicità dello Stato si ritiene che, nelle nostre società pluriculturali e plurietniche, il problema di trovare una via all’incontro e al confronto interculturale e interreligioso è diventato improrogabile ed urgente. Riteniamo che la laicità dev’essere intesa non come separazione tra diversi ma come “fecondazione reciproca” delle diverse identità culturali, per realizzare la migliore società possibile.

Idee per Gemona

«Gemona ha bisogno di una politica che sappia ascoltare. Ascoltare i cittadini, le imprese, il mondo del lavoro, il volontariato, i giovani, gli anziani, le famiglie.Gemona ha bisogno di una politica che sappia fare rete. Con i Comuni vicini, le istituzioni, le realtà economiche, sociali e culturali, con le borgate, le associazioni, con tutte le energie della città.Gemona ha bisogno di una politica che sappia decidere. Individuare percorsi possibili e realizzabili e metterli in atto con competenza, passione, coraggio.Gemona ha bisogno di nuovi metodi, nuove proposte, nuovi volti.»





Presentazione delle liste


... E SIAMO GIA' IN PIENA CORSA ....



Parco di Via Dante - Domenica 17 Maggio

In questi giorni le persone che incontro mi pongono 2 domande.

1. CE LA POSSIAMO FARE?
Non lo so? Se lo sapessi sarei un mago. So però una cosa, che la meta che abbiamo davanti e che dobbiamo raggiungere dipende molto dal viaggio, dal percorso che faremo, soprattutto da quanti saremo a crederci e a camminare insieme. Lo dico con l’esperienza dell’alpinista: per portare a volte solo un uomo o due sulla vetta di una grande montagna (un 8000) ci vuole il lavoro di una grande squadra, ci vuole la volontà e l’esperienza di ciascuno. Quello che vi chiediamo in questo mese è di invitare più persone possibili a camminare insieme a noi; allora il cammino sarà più leggero ed avremo maggiori possibilità di portare a termine il nostro viaggio.
Zaino in spalla dunque: se sarà così ce la possiamo fare.

2. SE VINCETE CHE COSA FARETE PER GEMONA?
In queste settimane ci siamo confrontati, abbiamo messo insieme un sacco di idee, le abbiamo raccolte nel ns. programma elettorale (lo trovate sul sito: www.mariolinapatat.it); ma a noi non piace la politica delle promesse (l’autobus per gli anziani, meno tasse per tutti, ecc..). Per questo noi non siamo qui a fare delle promesse in cambio di voti: questa è la vecchia politica dello scambio.
Quello che noi ci sentiamo di garantire, perché è quello che pensiamo sia davvero il punto qualificante, è un nuovo metodo di lavoro, un nuovo metodo di gestire la cosa pubblica: un metodo che parte dall’ascolto e dalla lettura dei bisogni; un metodo che sa mettere in rete tutte le buone energie di Gemona, un metodo in cui le decisioni strategiche per lo sviluppo della nostra città non sono assunte da pochi ma sono frutto del dialogo, del confronto e della condivisione con tutti i cittadini; un metodo dove si presti particolare attenzione a chi fa più fatica e chi è meno fortunato. Un metodo dove i rapporti tra le persone vengono prima degli interessi di pochi.
Su questo ci impegnamo.

Abbiamo un grande sogno, cambiare Gemona; ma per cambiare una città non basta una persona ma ci vuole la volontà, l’impegno la partecipazione di tutti i cittadini.

Grazie di nuovo e buon cammino a tutti noi.


sabato 9 maggio 2009

Essere stranieri


Oggi la sfida è per tutti quella di articolare verità e alterità nel senso della comunione, dell’ascolto e dell’incontro , non dell’esclusione.


Enzo Bianchi – Priore della Comunità di Bose – Per un’etica condivisa - EINAUDI 2009

venerdì 20 marzo 2009

… dal corso di antropologia culturale

“L’etnocentrismo consiste nella convinzione che i propri modelli di
comportamento siano sempre normali, naturali, buoni, belli, o
importanti e che gli stranieri, nella misura in cui vivono in modo
diverso, si conducano secondo schemi di comportamento selvaggi,
inumani, disgustosi o irrazionali.Le persone intolleranti verso le
differenze culturali ignorano, di solito, il seguente fatto: se gli fosse
stata trasmessa la cultura da un altro gruppo, quei modi di vivere
ritenuti selvaggi, inumani, disgustosi o irrazionali ora sarebbero i
loro” (Harris 1987).
Il tuo Cristo è ebreo.
La tua macchina è giapponese.
La tua pizza italiana.
La tua democrazie è greca.
Il tuo caffè brasiliano.
La tua vacanza turca.
I tuoi numeri arabi.
Il tuo alfabeto latino.
Solo il tuo vicino è uno straniero.

martedì 17 marzo 2009

LE RONDE

L’altra sera camminando per la mia città mi è capitato di incrociare una “ronda”. E’ la prima volta che incontravo questo gruppo di volonterosi ragazzotti che presidiano le nostre strade e garantiscono l’ordine pubblico. Si sa che le forze dell’ordine non ce la fanno a star dietro a tanta delinquenza e per fortuna il nuovo governo ha pensato di far intervenire il “volontariato”.
Stasera mi sento davvero più sicuro circolando per le stradine poco illuminate del centro.
Pin piano mi avvicino ai ragazzotti che camminano in senso opposto al mio e quando sono a un paio di passi, curioso, cerco di scrutare i loro volti per vedere se ne conosco qualcuno. La mia città non è molto grande e ci si conosce un po’ tutti.

Infatti ne conosco più d’uno!

Uno è un ragazzotto di qualche anno più giovane di me; non so il nome ma ricordo di averlo visto più e più volte alla festa del paese trangugiare birra e intrattenere gli amici, tra un improperio e un altro, alzando la voce e recriminando contro “quelli che ci portano via il lavoro e fanno i padroni in casa nostra”.

Un altro è un giovane imprenditore edile, spalle larghe, sempre abbronzato e camicia sbottonata per metà. Non è tanto che si è messo in proprio ma pare che gli affari gli vadano proprio bene. In pochi anni si è costruito una splendida villa in campagna, gira con un SUV fiammante e veste sempre elegante. Non mi pare di vederlo più lavorare nei suoi cantieri dove invece ho spesso intravisto volti con lineamenti e colori della pelle non certo europei.

Il terzo lo conosco sin troppo bene, qualche tempo fa ho avuto persino un diverbio: è il perito cui mia madre aveva affidato la pratica di successione dopo che è mancato il papà. Al pagamento del saldo, nonostante la mia richiesta, non intendeva rilasciarmi la fattura adducendo la scusa che con mia madre si era accodato in modo diverso. Ho dovuto minacciare di non pagarlo per ricondurlo controvoglia a ragione.

Beh, se questi devono garantire la legalità e l’ordine nella mia città … mi sento più insicuro di prima!
Noi siamo i figli di mezzo della storia,
cresciuti dalla televisione a credere
che un giorno saremo milionari e divi del cinema e rockstar.
Ma non andrà così.


Chuk Palahniuk

lunedì 16 marzo 2009

UNA NUOVA NARRAZIONE DEL MONDO

La principale sfida globale odierna consiste nel liberare la vita e il funzionamento della società dalla logica della "res privata”, cioè dalla trasformazione in merce di ogni espressione di vita e di ogni relazione sociale . Il fine è quello di affermare e reinventare , dal livello delle comunità locali alla comunità mondiale, forme e percorsi di “res pubblica”, cioè la condivisione, la responsabilità e la cura dei beni e dei servizi essenziali ed insostituibili alla vita ed alla vita insieme.

Costruire nuove forme locali e mondiali di “res pubblica” richiederà molto tempo, perseveranza e fiducia nel divenire delle società umane. Occorre inventare nuovi cammini, anche ripercorrendo in un’altra maniera le strade già percorse, sapendo che non sarà per nulla facile riuscirci a breve e medio termine. A lungo termine le alternative sono possibili a condizione di essere radicali.
In questo senso, la posta in gioco è il cammino stesso, perché, come si sa, non v’è nessuna “road map”, già definita, nei dettagli, da seguire.
Il cammino si apprende camminando insieme.

Riccardo Petrella – Una nuova narrazione del mondo – 2007 EMI


domenica 15 marzo 2009

Canin

La chiesetta nei pressi del Rif. Gilberti (m.1850).Sabato 14 Marzo 2009










Fintantoché non si vorrà costruire la pace dal basso, partendo dalle attese e dalle sofferenze della gente comune che si incontra nel dialogo quotidiano della vita, la pace non nascerà.
d. Paolo Bagattini

sabato 14 marzo 2009

Uno splendido saggio su che cos'è la vita ...


… questo faggio di circa 100 anni dovreste immaginarvelo alto circa 20 metri e con un diametro di chioma di circa 12 metri; con le suo 600.000 foglie moltiplica la sua superficie d’appoggio fino a circa 1200 mq., come superficie di foglie.

Attraverso gli spazi -aria del tessuto spugnoso sorge una superficie cellulare per il ricambio gassoso di circa 15 .000 mq., cioè due campi da calcio.
In una giornata di sole questo albero trasforma 9.400 litri o 18 Kg. di anidride carbonica, residuo medio di anidride carbonica generato da due case unifamiliari e mezzo.
Con un contenuto dello 0,03% di anidride carbonica dell’aria, attraverso queste foglie devono passare circa 36.000 mc. d’aria unitamente a spore di funghi polvere ed altre sostanze dannose che per lo più restano attaccate alla foglia. Contemporaneamente l’aria viene umidificata perché nello stesso giorno l’albero consuma e vaporizza circa 400 litri d’acqua. 113 Kg. di ossigeno vengono emanati dall’albero quale risultato della fotosintesi e coprono il fabbisogno di circa 10 persone.
Nello stesso giorno l’albero produce per se 12 Kg. di zucchero dal quale trae tutte le sue sostanze organiche: una parte le accumula come amido, dall’altra genera nuovo legno.
Se l’albero viene abbattuto per lavorare meglio il campo, su incarico del Club automobilistico perché fa troppa ombra o perché proprio in quel punto si deve sistemare un capannone per attrezzi, volendo sostituirlo al suo posto si dovrebbero piantare immediatamente circa 2.000 alberelli con un volume di chioma di circa 1 mq.. I costi a tale scopo dovrebbero aggirarsi intorno a 125.000 euro.

domenica 8 marzo 2009

Cjampon H 18:04


RIFLESSIONI SUL TESTAMENTO BIOLOGICO

Prima di tutto il caso di Eluana non è un caso isolato; sono numerose le situazioni
analoghe (circa 2000) in tutto il Paese, se poi si guarda al futuro e si considera la rapidità
con cui evolve il progresso in campo biomedico, è facile prevedere il rapido moltiplicarsi
di tali situazioni. Secondo me si potrebbe prevedere in FVG una struttura dedicata agli
stati comatosi, a servizio di quelle famiglie che non ce la fanno da sole a reggere
l’assistenza, a servizio di chi sceglie comunque la vita, a pieno servizio della dignità della
persona!
Non c’è dubbio che spesso molti casi siano riconducibili a quell’insieme di situazioni di
frontiera nelle quali diventa estremamente difficile stabilire il confine fra un’eutanasia
passiva e l’accanimento terapeutico, detto in altre parole, esistono molte situazioni dove
non intervenire può impedire ad un soggetto di fruire di una vita ancora umanamente
dignitosa, e intervenire potrebbe invece determinare un eccessivo prolungamento della
vita biologica a scapito della sua qualità umana.
La differenza di posizioni diviene rilevante quando si passa a determinare ciò che
appartiene all’ambito della “cura”, cioè cosa è medico e cosa non lo è. Il dibattito
parlamentare si è infervorato proprio su questo punto: alimentazione e disidratazione
artificiali sono terapia o sostegno vitale?
L’altra questione spinosa è: a chi spetta decidere e con quali modalità. Il consenso
informato e il testamento biologico nascono proprio dall’attuazione del principio di
autodeterminazione della persona interessata (malata). Ma le situazioni cliniche sono
molte e sempre più complesse.
E’ chiaro che parecchie delle perplessità sollevate in questa fase nascono da una endemica
carenza legislativa. Per questo è necessario arrivare al più presto all’approvazione di una
legge, anche minimale, sul testamento biologico. Il Parlamento deve prendersi il tempo
necessario per approfondire, discutere e arrivare a una decisione non facile e scontata.
Molti cittadini, la maggior parte, e tra questi anch’io, hanno seguito la vicenda Englaro in
silenzio, su invito del padre o di autorevoli personaggi politici o ecclesiali.
Oggi, però, non mi piace che il signor Englaro, dopo aver dichiarato di volersi ritirare nel
suo silenzio, continui a pronunciarsi e ne faccia una battaglia politica propria. Ho
l’impressione che non sia stato sincero, che non avrà mai pace.
E’ un comportamento deplorevole, almeno quanto lo è stato il comportamento tenuto dal
senatore-tessitore di Martignacco e dal presidente della regione, che avevano concordato
tutto da tempo, prima con la clinica “Città di Udine” e poi con “la Quiete”, senza
coinvolgere nessuno, né l’Assessore Kosic, né i capigruppo regionali.
Il terribile calvario di quella ragazza ha già prodotto un gran risultato perché ha contribuito
a far crescere nell’opinione pubblica una rinnovata sensibilità attorno ai temi della
sofferenza e ad accentuare, in chi ci governa, l’impegno a promuovere provvedimenti
legislativi che concorrano a rendere più umane le frontiere della malattia e della morte.
Paolo Menis - Consigliere Regionale
(estratto dell'intervento in Consiglio regionale - 4 marzo 2009)

sabato 7 marzo 2009

... lui non crede che ci sia la crisi ma il problema è che toroppi italiani credono in lui.
da Prima Pagina RADIO 3 - 07.03.2009

Tutti responsabili di tutti

Quando parliamo di salute di che cosa parliamo esattamente?
Nell’accezione moderna la salute non è solo all’assenza di malattia ma ricomprende il complesso del benessere psico-fisico e sociale: stare bene con sé stessi e con gli altri. Osservate quanto si vende oggi nel “negozio della salute” per antonomasia: la farmacia. Oltre ai farmaci, relegati in quattro cassetti dietro il banco, abbondano prodotti per l’igiene, la cosmesi, la prevenzione di patologie diverse. Appare evidente che la salute dipende da una molteplicità di fattori. Per questo è necessario assumerla nella sua interezza non perdere la visione d’insieme per individuare le priorità e le azioni d’intervento ; un approccio per singoli pezzi (l’elettrosmog, la qualità dell’aria, abuso di alcol, fumo…) rischia di essere forviante. I cittadini devono conoscere tutti i rischi per la loro salute, devono stimolare gli enti competenti, devono concorrere nell’attuazione di misure di prevenzione. Anche le amministrazioni pubbliche locali, soprattutto quella comunale, devono fare la loro parte. Alcune timide esperienze sono state realizzate recentemente dall’Amministrazione Comunale (es. gli incontri: Tutti responsabili di tutti) ma manca un progetto organico con obiettivi tangibili. Comuni non lontani dal nostro già praticano buone esperienze (es. la Rete Città Sane cui aderisce il comune di Udine - http://www.retecittasane.it/ ); sarebbe importante trasferirle anche a Gemona. Ci auguriamo che i prossimi amministratori comunali si impegnino seriamente intorno a questi argomenti; sappiano davvero costruire reti per la salute.

mercoledì 4 marzo 2009

Bambini che muoiono di fame…

Sono così educati i bambini che muoiono di fame: non parlano con la bocca piena. Non speracano il loro pane. Non giocano con la mollica per farne pallottoline. Non dicono “questo non mi piace”. Non protestano quando si toglie loro un piatto. Non gridano per avere caramelle. Non scartano parti del prosciutto. Per avere il loro pasto, aspettano con pazienza.
Il loro cuore pesa tanto … che vivono in ginocchio.
Piangono qualche volta, piangono senza far rumore, non si fanno sentire. E sono così piccoli che non si vedono neppure.
Sanno che non c’è niente da ottenere dalla mamma, cercano il loro riso nella polvere, chiudono gli occhi quando il dolore atroce della fame si irradia per tutto il corpo.
No, no state tranquilli, non grideranno, non ne hanno più la forza. Soltanto i loro occhi possono parlare. Incroceranno le braccia sul ventre rigonfio e moriranno dolcemente, senza rumore …

Quei bambini sono così ben educati …

Venti milioni di bambini con una malnutrizione grave, che ne uccide un milione ogni anno, uno ogni 30 secondi circa. La probabilità di morire per i piccoli malnutriti è venti volte superiore rispetto a quelli con una alimentazione buona.


Tratto da PEACEREPORT
http://it.peacereporter.net/articolo/8124/Morire+di+fame

lunedì 2 marzo 2009

Il Sociale a gonfie vele

Il cinema Sociale è stato riaperto nel simbolico giorno dell'Epifania; la stagione cinematografica inverno/primavera del Sociale curata dalla Cineteca e dal CEC, con il contributo del Comune di Gemona e la collaborazione della Pro Glemona e dell'ERT, ha registrato a gennaio lusinghieri risultati: 3624 ingressi per 9 diverse pellicole, 41 spettacoli (di cui due riservati alle scuole) e una media di 88 spettatori per spettacolo
( http://www.cinetecadelfriuli.org/cinema_sociale/default.html )
Si dice che i cittadini di Gemona stiano rinchiusi nella proprie quattro mura, non partecipino, si disinteressino dei problemi e delle attività delle comunità … l’esperienza positiva della riapertura del cinema Sociale dimostra che non è proprio così. Se la comunità è coinvolta nella gestione (Cineteca, volontariato,…) se si costruiscono reti e relazioni positive(con le scuole, con il territorio), se si propongono film di qualità e contenuto: i gemonesi partecipano, fanno la fila, pagano il biglietto, escono soddisfatti e ritornano …
Questo episodio deve davvero farci riflettere sull’opportunità di valorizzare, mettere in rete, dar credito alle molteplici risorse locali. Gemona è ricca di risorse è importante: farle incontrate, costruire reti e relazioni, agire insieme.

domenica 1 marzo 2009

Chi ha più amato

“Plus potuit qui amplius amavit”: ha potuto di più chi ha amato di più. E’questa la sentenza con cui Gregorio Magno, nei “Dialoghi”, aveva commentato l’episodio di Santa Scolastica che in lagrime implorava San Benedetto che restasse con lei; al suo diniego, si scatenò un gran temporale che impedì al Santo monaco di rientrare per notte al suo monastero, e così l’amore della donna fu più forte dell’osservanza della regola rivendicata dal fratello.

La vicenda di Eluana Englaro, non solo ha suscitato grandi emozioni ma ha svelato i pensieri di molti cuori. Ha svelato l’animo di un padre e di una famiglia eccezionali che, turpemente accusati di volersi liberare della figlia uccidendola, hanno continuato tenacemente a perseguire quello che ritenevano un bene per lei, custodendo e preservando fino alla fine la sua immagine di donna giovane e sorridente, mentre sarebbe bastato dare in pasto al pubblico l’atroce prova del suo disfacimento per volgere l’opinione a proprio favore. Ciò Beppino Englaro ha fatto senza seguire una scorciatoia privata, che sarebbe stata agevolissima, ma coinvolgendo la responsabilità pubblica di corti di giustizia, governi, chiese e parlamenti, perché tutto fosse chiaro e ne venisse un avvertimento di coscienza per tutti. Questo pensiero rivolto non al proprio bene, ma al bene della figlia e della stessa comunità, ha un nome, e si chiama amore.
(Raniero La Valle - da Rocca)

lunedì 23 febbraio 2009

Peschiamo con l’amo o con la rete?


Si può pescare con la canna,il filo e l’amo oppure si può pescare con la rete; sempre di pesca si tratta, eppure c’è una bella differenza!
Con la canna si pesca un pesce per volta, si pesca da soli, se la canna o il filo si spezzano non si può più pescare e si deve sostituire la canna, riannodare il filo e ricominciare da capo.
Con la rete è tutto un altro paio di maniche: si pescano molti pesci per volta, si lavora insieme, se una maglia si rompe si riesce a pescare comunque.
Amo e rete sono due modi diversi di pensare il lavoro, il divertimento, le relazioni, sono riferimenti antropologici contrapposti.

giovedì 19 febbraio 2009

Se il caso Mills fosse scoppiato in USA

Allora, fammi capire – mi ha scritto un collega giornalista americano – viene condannato per corruzione il coimputato del primo ministro ma si dimette il capo dell’opposizione. Che strano paese è l’Italia!

Alexander Stille – La Repubblica 19.02.2009

sabato 14 febbraio 2009

La grande muraglia


Contemplando i musi dei cavalli e le facce della gente, tutta questa viva corrente senza rive sollevata dalla mia volontà e che corre a precipizio verso il nulla della steppa purpurea al tramonto, spesso penso: dove sono io in questa corrente? (Gengis Khan)


Se c'è una risposta alla domanda di Gengis Khan (me l'ha regalata Antonio Scurati: Gengis Kahn non se la fece mai, ma gliel'ha attribuita Viktor Pelevin, ne Il mignolo di Buddha), se c'è una risposta a quella domanda che tutti noi potremmo porci, allora io non la immagino diversa da questa: ognuno di noi sta dove stanno tutti, nell'unico luogo che c'è, dentro la corrente della mutazione, dove ciò che ci è noto lo chiamiamo civiltà, e quel che ancora non ha nome, barbarie. A differenza di altri, penso che sia un luogo magnifico.

...

Non c'è mutazione che non sia governabile. Abbandonare il paradigma dello scontro di civiltà e accettare l'idea di una mutazione in atto non significa che si debba prendere quel che accade così com'è, senza lasciarci l'orma del nostro passo. Quel che diventeremo continua a esser figlio di ciò che vorremo diventare. Così diventa importante la cura quotidiana, l'attenzione, il vigilare. Tanto inutile e grottesco è il ristare impettito di tante muraglie avvitate su un confine che non esiste, quanto utile sarebbe piuttosto un intelligente navigare nella corrente, capace ancora di rotta, e di sapienza marinara. Non è il caso di andare giù come sacchi di patate. Navigare, sarebbe il compito. Detto in termini elementari, credo che si tratti di essere capaci di decidere cosa, del mondo vecchio, vogliamo portare fino al mondo nuovo. Cosa vogliamo che si mantenga intatto pur nell'incertezza di un viaggio oscuro. I legami che non vogliamo spezzare, le radici che non vogliamo perdere, le parole che vorremmo ancora sempre pronunciate, e le idee che non vogliamo smettere di pensare. È un lavoro raffinato. Una cura. Nella grande corrente, mettere in salvo ciò che ci è caro. È un gesto difficile perché non significa, mai, metterlo in salvo dalla mutazione, ma, sempre, nella mutazione. Perché ciò che si salverà non sarà mai quel che abbiamo tenuto al riparo dai tempi, ma ciò che abbiamo lasciato mutare, perché ridiventasse se stesso in un tempo nuovo.

Alessandro Baricco - I BARBARI - (Feltrinelli, 2008)

venerdì 13 febbraio 2009

La Chiesa di Don Tarcisio

"Sei come una stella alpina rinata sulle rocce dopo un lungo inverno".
"Tu, cara Eluana, adesso sai qual è veramente la verità. Riposa in pace in mezzo ai nostri monti."
"Ora c'è il silenzio. Parlino le coscienze. In questi tempi ci siamo scontrati, ma davanti a Eluana abbiamo il capo chino e d'ora in avanti dobbiamo camminare insieme". "Ora tu sei libera e puoi riposare in pace. Sei vicina a Dio e quindi conosci la verità. Ti prego di illuminarci tutti e soprattutto di stare vicino alla tua mamma e al tuo papà. Dal cielo fai sentire la tua presenza. Ti porteremo sempre nel cuore"
"Cumò tu ses in ta veretât e ti prego da lassù prega sempre per tutti noi. Mandi Eluana, resta in Dio".

Ricordo vagamente Don Tarcisio Puntel, quando prima del terremoto, giovane prete, prestava servizio a Gemona: piccolo di statura, occhi vispi e svegli, parlata carnica ...
Oggi ho rivisto Don Tarcisio, piombato suo malgrado in mezzo a questo delirio nazionale; ho letto le sue parole pronunciate durante l'omelia funebre, l'ho sentito alla TV pronunciare semplici ed equilibrate frasi: niente strali, niente giudizi morali, niente eccessi.

La Chiesa di Don Tarcisio è la Chiesa dei semplici, di quelli che non hanno la verità in tasca, è la Chiesa della gente che ha mille domande e mille dubbi e che cerca risposte nel quotidiano attraverso la luce del cuore; è la Chiesa che non giudica, che prega in silenzio, che accetta tutti, che perdona.

E' questa la Chiesa di cui abbiamo bisogno.

http://www.youtube.com/watch?v=mggNZlFFPV0

domenica 8 febbraio 2009

Del nascere e del morire


I diritti fondamentali delle persone riguardano la vita e la morte nel loro intrecciarsi continuo. Situazioni emblematiche, di cui i mezzi di informazione si sono ampiamente occupati, provocano in noi una riflessione sofferta e rispettosa della storia delle persone e alcuni interrogativi etici laceranti. Il primato oggettivo della "verità", comunque sempre da cercare ed approfondire, è tale da sopprimere la libertà di coscienza personale? E come questa può essere rapportata al sentire di una società, nel pluralismo delle ispirazioni e delle convinzioni? La sacralità della vita riguarda la sua totalità: la corporeità e la dimensione profonda dell'anima, dello spirito. L'attenzione e la cura alla vita umana inducono ad una prudenza nei confronti della scienza e delle sue tecnologie, a una sorta di timore che non intende limitare la ricerca e la sperimentazione, ma continuamente riporre la questione etica, senza apriorismi e fanatismi.
Proprio a motivo di lancinanti interrogativi ci pare di non condividere né l'esultanza nei confronti di decisioni che sostituiscono di fatto il ritardo legislativo riguardo il testamento biologico, né la posizione di chi definisce omicidio una scelta drammatica vissuta nell'ambito di una relazione di amore. Avvertiamo l'esigenza di porsi molto di più in ascolto della vita e di tutte le sue situazioni e per questo di aprirci con rispetto a diverse possibilità. Come è vero che nessuno dovrebbe sollecitare, tanto meno obbligare qualcuno ad anticipare la propria morte biologica, ci chiediamo se altrettanto è possibile che nessuno sia obbligato a vivere anche in quelle condizioni estreme che inducono a desiderare la morte come una liberazione da una vita considerata impossibile. Fra i tanti esempi di accompagnamento per anni e anni di persone in condizioni estreme, si possono collocare anche quelle situazioni in cui le persone non ce la fanno, non per egoismo, tanto meno per cattiveria, ma per scelta personale. O ci sarebbero questioni morali che non sono di competenza della libertà di coscienza di ciascuna persona? E davvero ci si può sostituire a Dio affermando di conoscere la sua volontà riguardo alla sofferenza e alla morte delle persone? E perché non vivere con lui una relazione di fiducia, di accoglienza del nostro vivere e morire, di una vita che continua diversamente nel suo Mistero?

Lettera aperta di dieci preti friulani - Natale 2008

giovedì 5 febbraio 2009

La ragnatela

Un giorno il filosofo Anakatzi, vedendo il legislatore Solone, intento a preparare nuove leggi per Atene, disse “le leggi somigliano a ragnatele catturano le mosche piccole ma sono lacerate da quelle grosse”, certo se ci riflettiamo un attimo forse anche oggi ci sono delle situazioni che ci fanno pensare che questa cosa è ancora vera se pensiamo alla quantità di norme che vengono quotidianamente emesse in Italia e che spesso sono disattese, se pensiamo poi alla quantità di condoni, di amnistie, di indulti, di sconti della pena, ci pare di capire che dai tempi dell'antica Atene non abbiamo fatto molti passi in avanti.

V. Di Nucci

sabato 31 gennaio 2009

PREGHIERA IN GENNAIO

Lascia che sia fiorito,
Signore, il suo sentiero
Quando a te la sua anima
E al mondo la sua pelle
Dovrà riconsegnare,
quando verrà al tuo cielo
là dove in pieno giorno
risplendono le stelle.

Quando attraverserà
L’ultimo vecchio ponte
Ai suicidi dirà
Baciandoli alla fronte:
“venite in paradiso
Là dove vado anch’io
Perché non c’è l’Inferno
Nel mondo del buon Dio”.

Fate che giunga a voi
Con le sue ossa stanche
Seguita da migliaia
Di quelle facce bianche,
fate che a voi ritorni
fra i morti per oltraggio
che al cielo ed alla terra
mostrarono il coraggio.
Signori benpensanti,
spero non vi dispiaccia
se in cielo, in mezzo ai Santi,
Dio fra le sue braccia
Soffocherà il singhiozzo
Di quelle labbra smorte
Che all’odio e all’ignoranza
Preferirono la morte.
Dio di misericordia,
il tuo bel Paradiso
lo hai fatto soprattutto
per chi non ha sorriso
per quelli che han vissuto
con la coscienza pura;
l’inferno esiste solo
per chi ne ha paura.

Meglio di Lei nessuno
Mai ti potrà indicare
Gli errori di noi tutti
Che puoi e vuoi salvare.
Ascolta la sua voce
Che ormai canta nel vento.
Dio di misericordia
Vedrai, sarai contento.
Dio di misericordia
Vedrai, sarai contento

F. De André- 1967 - Dedicata a Luigi Tenco


Vai Cristina, vai ...


mercoledì 28 gennaio 2009

Pro-memoria

La memoria ebraica può parlare a nome di tutte le vittime del mondo e della storia. La memoria guarda avanti; si porta con sé il passato, ma per salvarlo, come si raccolgono i feriti e i caduti rimasti indietro, per portarlo in quella patria, in quella casa natale che ognuno, dice Bloch, il filosofo dell'utopia e della speranza che nutrì il suo pensiero sociale e rivoluzionario con lo spirito dei Profeti biblici, crede nella sua nostalgia di vedere nell'infanzia e che si trova invece in un futuro liberato, alla fine del viaggio.
(Dall'intervento di Claudio Magris in occasione della celebrazione del Giorno della Memoria ieri al Quirinale.)

domenica 25 gennaio 2009

Questione di stile.

La voglia di raccontare barzellette non l'ha mai persa e anche a Nuoro, nel corso della visita elettorale a sostegno del candidato del Pdl per la Regione, non ha rinunciato a raccontarne una nel bel mezzo di un comizio. Probabilmente senza pensarci, Silvio Berlusconi è però andato a toccare un tema che di questi tempi di forte pressione su Israele potrebbe essere considerato piuttosto «sensibile». Alla folla che lo ascoltava al teatro Eliseo ha infatti narrato una storiella ambientata in un campo di concentramento.«Un kapò all'interno di un campo di concentramento dice ai prigionieri che ha una notizia buona e un'altra meno buona - spiega il Cavaliere dal palco -. Quello dice: "metà" di voi sarà trasferita in un altro campo". E tutti contenti ad applaudire...». Poi Berlusconi arriva alla «battuta»: «La notizia meno buona è che la parte di voi che sarà trasferita è quella che va da qui in giù...», indicando la parte del corpo dalla cintola ai piedi.
(dal Corriere della sera, 17.01.2009)


Grazie a Riki per avermi segnalato la notizia che mi era sfuggita.
... non avevo letto da qualche giorno il blog "Una pozzanghera" che puntualmente la riportava http://unapozzanghera.splinder.com/post/19608324/Proprio+su+tutto

sabato 24 gennaio 2009

A che cosa serve ricordare?

Che senso ha oggi ricordare lo sterminio di 6 milioni di esseri umani, tra Ebrei, oppositori politici, omosessuali, zingari, scomparsi nei lager nazisti?
Il senso sta nel sottotitolo della Giornata della memoria: “perche non succeda più”!
Durante l’eccidio nazista molti, troppi, sapevano, ma hanno chiuso gli occhi, il naso, le orecchie, per non vedere quello che accadeva oltre i reticolati, per non sentire l’odore acre del fumo che usciva delle ciminiere, per non ascoltare le grida di aiuto che si levavano dai carri bestiame che percorrevano l’intera Europa.
La storia ci insegna che è responsabilità di ciascuno e ciascuna di noi opporsi contro chi calpesta l’uomo e i suoi fondamentali diritti. Ce lo insegnano i ragazzi de La rosa bianca: Hans Scholl, sua sorella Sophie Scholl, Christoph Probst, Alexander Schmorell e Willi Graf, tutti poco più che ventenni. Un gruppo di studenti cristiani dell’Università di Monaco che si opposero in modo nonviolento al regime della Germania nazista e che per questo nel febbraio 1943, vennero arrestati, processati e condannati a morte mediante decapitazione.
L'uomo della Gestapo che interrogava Sophie Scholl le chiese:
"... non si sente colpevole di aver diffuso e aiutato al Resistenza, mentre i nostri soldati combattevano a Stalingrado? Non prova dispiacere per questo?", e lei rispose:" No, al contrario! Credo di aver fatto la miglior cosa per il mio popolo e per tutti gli uomini. Non mi pento di nulla e mi assumo la pena!"
Se ci fossero state migliaia e migliaia di Sophie Scholl, quante vite si sarebbero risparmiate?
Per questo è importante ricordare.

“Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali
e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti
ed io non dissi niente perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me
e non c’era rimasto nessuno a protestare”.
Martin Niemöller - pastore anti-nazista
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