sabato 29 novembre 2008

RIMUOVERE LA POVERTA'

Ormai la questione della povertà è diventata troppo evidente e nemmeno il governo può nasconderla dietro veline e coriandoli.
Secondo l’ottavo rapporto della Caritas Italiana su Povertà ed esclusione sociale in Italia, realizzato in collaborazione con la Fondazione «E. Zancan», il 13% della popolazione italiana vive con meno di metà del reddito medio italiano, ossia con 500-600 euro al mese. In Italia sarebbe povero il 30% delle famiglie con 3 o più figli a carico e il 49% di queste famiglie vive nel mezzogiorno.
Ma dietro queste statistiche ci sono storie vere, c’è un vissuto concreto, spesso drammatico.
Che fare dunque per affrontare il problema? Secondo la Caritas è necessario muoversi su tre livelli.
Il primo è quello della corretta informazione, cercando quindi di dare contesto al fenomeno.
Il secondo è quello dell’attività quotidiana di aiuto; questo non significa solo un sostegno economico diretto ma anche l’orientamento verso i servizi del territorio e lo stimolo a questi ultimi ad operare in mono efficace.
Il terzo piano è quello più importante ma anche quello più delicato: il piano politico. Il tema principale è l’insufficienza assoluta in termini di risultati concreti della lotta all’elusione sociale. Non è tanto una questione di cifre ma di qualità delle politiche stesse. Seppure la spesa sociale italiana è al disotto della media europea, sia in termini percentuale di PIL investito che di spesa pro capite, è la quantità e la qualità dei servizi offerti il vero problema. Non si tratta quindi solo di sostenere finanziariamente i cittadini indigenti ma di offrire loro una rete di supporto che li aiuti a recuperare la dignità sociale perduta (aiuto per la ricerca del lavoro, servizi educativi, residenze per anziani, servizi domiciliari, ecc…). Spiega Tiziano Vecchiato, direttore della fondazione Zancan: "i paesi che investono di più in servizi piuttosto che in trasferimenti monetari sono gli stessi che riescono a incidere sul fenomeno della povertà per il 50%. "


Qui potete trovare il Rapporto 2008 su povertà ed esclusione sociale in Italia
http://www.caritasitaliana.it/pls/caritasitaliana/v3_s2ew_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=1061
"Non ho paura della cattiveria dei malvagi, ma del silenzio degli onesti".

Martin Luther King

Il diritto è dell'altro

La legge non è il potere, ma è il limite dei poteri di fatto. La Costituzione mette regole, argini e fini sostanziali alla democrazia quantitativa. Il diritto è sempre diritto dell'altro, e poi, di riflesso anche mio. Da ciò il primato del dovere sociale. Identificare il diritto con la forza posseduta, anzichè con il controllo di quella forza, disintegra la società, accentua la forza dei potenti e l'esclusione dei deboli.

Il berlusconismo incarna questa concezione del diritto come abilità, destrezza, vittoria. Mussolini rappresentava la violenza fisica e rozza, Berlusconi rappresenta questa violenza mentale.
La democrazia comincia del basso, da ciascuno di noi.
Enrico Peyretti

venerdì 28 novembre 2008

Sempre Honsel

C'è ancora della sabbia tra le pagine del libro di Honsel che ho letto quest'estate in vacanza. L'assunto da cui parte L'algoritmo del parcheggio è che c'è un po' di matematica in tutto quello che facciamo.
Tra algoritmi e principi matematici, calcoli statistici e problemi di logica vengono esaminate scherzosamente situazioni quotidiane che si possono risolvere applicando questi ragionamenti scientifici.

Tra gli enigmi logici che ancora mi assillano c'è questo:

Supponiamo che si presentino al sig. X tre buste: una sola contiene un milione le altre 2 sono vuote. Gliene facciamo scegliere una. Apriamo una delle rimanenti che sappiamo essere vuota. Ora chiediamo al sig. X se vuole cambiare la busta.

Su questo tema è ancora in atto una diatriba tra illustri scienziati delle migliori università del mondo.

Alcuni sostengono che: all'inizio la probabilità di aver scelto la busta corretta era di un terzo, mentre la somma delle probabilità nelle altre due buste era di due terzi. Dopo l'apertura di una di queste, l'altra ha dunque probabilità doppia rispetto alla prima di contenere la cifra agoniata. Altri invece ritengono che proprio perchè tale operazione di buste si può sempre fare non può aevre influenza e dunque la probabilità per entrambe la buste ancora chiuse cresce fino a un mezzo.

L'ex Magnifico

L'altra sera ho avuto l'occasione di ascoltare il nuovo sindaco di Udine Furio Honsel, ex magnifico rettore dell'Università di Udine, impastare le idee della politica con le logiche della matematica.
Uno dei passaggi più significativi, a mio avviso, è stato quello della revisione critica del principio dell'80/20.
Richard Koch sostiene che l'80% dei risultati derivi dal 20% delle cause e la propone come una delle poche leggi razionali che può guidarci tutti per meglio realizzarci nel mondo d'oggi. Esemplificando: in genere, il 20% dei prodotti e dei clienti genera l'80% del fatturato e dei profitti, il 20% dei criminali l'80% dei reati, il 20% degli automobilisti l'80% degli incidenti, il 20% degli indumenti viene indossato l'80% del tempo, il 20% delle persone con cui abbiamo rapporti ci assicura l'80% di soddisfazioni... http://www.francoangeli.it/ricerca/stampaLibro.asp?ID=7446

Honsel, ribalta questa teoria "vecchia"degli anni '90: se l'80% degli utenti della rete visitasse solo il 20% dei siti, internet non avrebbe senso e morirebbe. In realtà le cose, come sappiamo stanno in modo diverso: una immensità di siti nei quali i più visitati hanno percentuali di utenti molto piccole rispetto all'intero popolo navigante. Attraverso l'esempio della rete Honsel sostiene che il mondo è molto più variegato di quanto noi lo pensiamo e che le molteplici differenze lo rendono estremamente complesso ma anche interessante.
Tutto questo per spiegare come la multietnicità, nelle nostre città, sia una ricchezza che va capita, coltivata, governata e apprezzata e non un peso da eliminare e criminalizzare.


.. in mezzo al discorso ha anche spiegato che nei condomini di solito le liti avvengono tra i condomini dei piani pari e quelli dei piani dispari (quelli nel mezzo con quelli del piano sopra o del piano sotto)... anche questa, messa così, non l'avevo mai pensata ... davvero un genio!

SCUSA VITO

A Rivoli, in provincia di Torino, è morto Vito Scafidi di soli 17 anni.
Non è morto in un incidente del sabato sera e non è morto nemmeno per una ragazzata. E' morto mentre era a scuola. E' morto perchè la scuola è crollata inspiegabilmente sui poveri ragazzi a lezione. Un altro ragazzo ha riportato una lesione al midollo spinale e rischia concretamente la paralisi totale. Una ragazza ha riportato una frattura ad una vertebra e un altra ragazza un trauma cranico.Viene da chiedersi: è possibile morire a 17 anni mentre si è a scuola dove si dovrebbe costruire il proprio futuro? Esiste un luogo dove poter stare senza il pensiero che possa crollare da un momento all'altro senza un motivo? E' possibile che un edificio pubblico frequentato da bambini e ragazzi crolli senza alcuna azione esterna?Il premier Silvio Berlusconi interpellato sulla questione ha detto che si è trattato solo di una tragica fatalità visto che "nessuno aveva denunciato condizioni di pericolosità". Ma ci deve sempre essere bisogno di qualcuno che denuncia? Non c'è mai nessuno che invece deve controllare e lo fa bene? Il presidente del Consiglio ha detto che ci sono 2500 scuole su cui bisognerebbe approfondire i controlli. Che lo facciano subito!
Scusa Vito se non siamo stati in grado di garantiti una scuola sicura in cui studiare e crescere serenamente.
Se i nostri governanti non hanno avuto il buon cuore di scusarsi, perdonali e accetta le mie scuse anche a nome loro!
Sandro

lunedì 24 novembre 2008

24 Novembre 2008 - Neve a Gemona -

Verso Est - il Duomo
Verso sud - il Castello


Dall'oblò di casa

domenica 23 novembre 2008

La musica

Solamente un grande artista riesce a descrivere la musica così:

La Musica viene a trovarmi all'improvviso.
Posso essere al supermercato, o sull'autobus, davanti a un paesaggio incantevole o immerso in un angoscioso dormiveglia.
Arriva, già definita nella mia mente.
Per anni ho avuto la pretesa di pensare che fosse frutto della mia ispirazione, o della mia bravura. Poi però è diventato sempre più chiaro che la Musica è una vera e propria entità, davanti alla quale la mia possibilità di scelta è davvero minima. Lei infatti possiede una
struttura interna già definita e concreta, che io non posso che rispettare.
Allora in cosa consiste la mia abilità?
Nell'essere ricettivo, nell'aver acquisito nel corso di intensi anni di studio gli strumenti per poterla plasmare, per poterla fermare sulla carta. Si…perché lei svanisce all'improvviso, furtiva come si presenta. E per questo porto sempre con me qualche foglietto pentagrammato, per non farmi trovare impreparato alle sue carezze.
La Musica, dicevo, è per me un'entità che possiede uno statuto ontologico: è cioè dotata di una vera essenza che la rende indipendente. Per questo motivo la definisco la "Strega capricciosa che ha monopolizzato la mia vita" e che mi chiede una dedizione assoluta.
Quando, dall'indefinito, un gruppo di note irrompe nella mia mente, è lo stesso frammento musicale a esigere di essere sviluppato secondo la sua volontà, non la mia. Io non ho scelta: forme e direzioni sono già insite nella Musica, e a me resta solo il compito di svelarle, ricostruendo piano piano tutta la struttura interna: le ritmiche, le melodie, le armonie, fino alla realizzazione della partitura. L'elemento più importante è la notazione scritta.
Cosa voglio io dalla musica?
Che faccia un discorso, che abbia delle tensioni interne, che sia temporale, non statica.
Ma soprattutto che esprima se stessa usando tutte le mie energie come quelle di un
suo umile manovale.

Tratto da: Giovanni Allevi, LA MUSICA IN TESTA, Rizzoli

sabato 22 novembre 2008

MUSICA MODERNA

Saranno i miei 45, sarà l’incantesimo della musica, sarà quella vena di romanticismo, ma il nuovo album di Fossati è davvero un piccolo capolavoro musicale.



So che vince l'amore
vince la tenerezza
vince un piccolo bacio
vince la timidezza
come in fondo allo sguardo di milioni di persone
perse nel mondo come siamo adesso
Il giorno che fui ricevuto dal tuo amore
imparai bene cosa vuole dire
venire da così lontano
senza avere cercato niente
benvenuta, amore mio in questa musica

(Musica Moderna)

Per strada ho visto
L'angelo del bene "Il lavoro mi ripaga" mi ha detto
È un cretino di una multinazionale
A cui le cose vanno diritte
Tutto questo aveva un nome
Poco tempo fa "Nuova economia"
È il suo destino
Vuole stare in cima
Vuole viaggiare la vita su una limousine
Possiamo dirglielo, possiamo spiegare
Che sui libri di testo non c'è una riga per lui

(La guerra dell'acqua)


http://it.youtube.com/watch?v=2ZvQCeVS0d4


Il prodotto della furbizia

Nel teatro classico del trasformismo, la Rai, va in scena l'eterno conflitto delle classi dirigenti italiane: di qua i furbi, di là gli incapaci. Al centro, un personaggio che incarna bene i vizi di entrambi, il senatore Riccardo Villari. Figura mediocrissima, un peone d'altri tempi, ma alla quale dobbiamo una lezione esemplare sui mali della politica nazionale. Democristiano di quarta fila e piccolo barone della medicina, Villari è stato riciclato prima da Mastella e poi da Rutelli non tanto in virtù di dubbie doti politiche, quanto per la conclamata cortigianeria. Cioè la principale e a volte unica competenza richiesta per fare carriera in politica. E' noto tuttavia, dai tempi di Hegel, che un servo gode di un vantaggio decisivo sul padrone: può sempre trovarsene un altro. Magari più ricco e potente. Villari, a giudicare da come si muove, deve averne trovato uno ricchissimo.


CURZIO MALTESE

La Repubblica 21 Novembre 2008

giovedì 20 novembre 2008

La civiltà della Pace - Religioni e culture in dialogo.


L’incontro, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio e dalla Chiesa di Cipro, ha avuto luogo dal 16 al 18 novembre a Nicosia.
L’appuntamento di Cipro costituisce un’ulteriore tappa del pellegrinaggio che la Comunità di Sant’Egidio ha promosso per raccogliere l’eredità della storica Giornata Mondiale di Preghiera per la Pace convocata ad Assisi da Giovanni Paolo II il 27 ottobre 1986.
In questi ventidue anni, su invito della Comunità, uomini e donne di culture e religioni diverse hanno percorso una via di incontro, di dialogo e di preghiera per la pace che ha toccato luoghi diversi del mondo, portando ovunque lo “Spirito di Assisi”, creando legami di amicizia e di cooperazione, testimoniando l’intento comune di costruire una civiltà del convivere.


APPELLO

Uomini e donne di religioni e culture differenti ci siamo ritrovati a Cipro, in questa isola bella e ferita, per pregare, dialogare, far crescere una civiltà di pace, di cui il mondo ha bisogno per non diventare disumano. Sono stati giorni di pace, pieni di fiducia che la pace è possibile.

Siamo in un passaggio difficile della storia. Tante sicurezze sono scosse dalla crisi economica che attanaglia il mondo. Molti sono pessimisti sul futuro. I paesi più ricchi concentrano la loro attenzione sulla tutela dei loro cittadini. Ma un grande mondo di poveri pagherà un duro prezzo di questa crisi. Pensiamo con molta preoccupazione ai milioni di nuovi e antichi poveri, vittime di un mercato che si pensa onnipotente.

Troppi, infatti, soffrono in questo nostro mondo, per le guerre, la povertà, la violenza. Non si può essere felici in un mondo così pieno di sofferenze. Non si può chiudere il cuore alla compassione. Sentiamo il dolore dei popoli ostaggi della guerra, di quanti debbono lasciare le loro case per l’odio etnico o per i nazionalismi, di quanti sono rapiti e scomparsi. Tanti, troppi, stanno soffrendo.

Questo non è il tempo per chiudersi nel pessimismo. Ma è l’ora di ascoltare il dolore di tanti e di lavorare per fondare un nuovo ordine mondiale di pace. La ricerca della giustizia, il dialogo, il rispetto dei più deboli, sono gli strumenti per costruire questo nuovo ordine. Ma, per fare questo, c’è bisogno di più spirito e di più senso di umanità! Un mondo senza spirito diventa presto disumano.

Le nostre tradizioni religiose, nelle loro differenze, dicono forte che un mondo senza spirito non sarà mai umano: gridano che lo spirito e l’umanità non possono essere calpestati dalla guerra; chiedono pace. Vogliono la pace, la chiedono, la implorano nella preghiera da Dio. Le religioni sanno che parlare di guerra in nome di Dio è un assurdo ed è una bestemmia. Sono convinte che dalla violenza e dal terrorismo non nasce un’umanità migliore. Non credono al pessimismo dello scontro inevitabile tra religioni e civiltà. Sperano e pregano perché, tra i popoli e tra gli uomini, si costruisca una comunità vera nella pace.

Nessun uomo, nessun popolo, nessuna comunità è un’isola. C’è sempre bisogno dell’altro, dell’amicizia, del perdono e dell’aiuto dell’altro. Abbiamo un comune destino globale: o vivremo insieme in pace o insieme periremo. La guerra non è mai inevitabile e lascia macerie anche nel cuore di chi vince.

Nessun odio, nessun conflitto, nessun muro può resistere alla preghiera, all’amore paziente che si fa dialogo, al perdono. Il dialogo non indebolisce, ma rafforza. E’ la vera alternativa alla violenza. Niente è perduto con il dialogo. Tutto può diventare possibile. Per questo, qui a Cipro, preghiamo perché ogni ingiustizia, ogni guerra, ogni male, sia presto cancellato e i popoli possano ritornare fratelli, a partire da questa isola, fino al Medio Oriente, all’Africa, all’America latina e al mondo intero.

Dio conceda allora al mondo il gran dono della pace per la preghiera di tutti i credenti!
Non è l’utopia di un paradiso in terra, ma il dovere di costruire un mondo più umano. Questo mondo è possibile, se ci sono spirito e fratellanza. Nessuna guerra è mai santa. Solo la pace è santa!

Dio conceda al mondo il gran dono della pace per la preghiera di tutti i credenti!
Cipro, 18 novembre 2008

Quota sottozero

La straordinaria vitalità del capitalismo è sotto gli occhi di tutti: la Borsa è l'unica realizzazione dell'uomo in grado di crollare anche dopo essere appena crollata. Pochi minuti dopo la catastrofe, eccola già pronta per un nuovo collasso, in una catena senza fine che ha quasi del prodigioso. Gli analisti non azzardano previsioni, ma i più ottimisti sostengono che, con l'imminente introduzione della Quota Sottozero, la Borsa potrà continuare a ingoiare denaro anche quando non ce ne sarà più.

Michele Serra
Tratto da “L’espresso”, n. 44, 2008

Poteva smentirmi?


18 Novembre 2008 -TRISTE - Un altro siparietto di Silvio Berlusconi con i «grandi» della Terra. Stavolta niente corna ma il gioco del nascondino. Accade tutto al vertice italio-tedesco di Trieste. Il presidente del Consiglio, nell'accogliere Angela Merkel a piazza dell'Unità d'Italia, si piazza dietro il pennone portabandiera e all'arrivo del cancelliere sbuca fuori esclamando «Sono qui». La Merkel, allargando le braccia e con aria divertita, risponde al «cucù» del Cavaliere con un laconico e non si sa quanto imbarazzato: «Silvio».


Poteva smentirmi il nostro presidente del Consiglio.

(vedi post del 15 Novembre 2008 http://sefossiseavessi.blogspot.com/2008/11/berluscomiche.html )

Dopo l'ultima trovata di Triseste anche la foto qui sopra è entrata in Google sez. Immagini, alla voce Berlusconi!

domenica 16 novembre 2008

Prima neve

Creta di Collina



sabato 15 novembre 2008

BERLUSCOMICHE

Provate a fare questo semplice giochino: andate su Google alla sezione "immagini" e digitate Berlusconi, fate click e guardate quello che esce. Il nostro presidente del consiglio ritratto nei suoi svariati atteggiamenti istrionici o raffigurato in vignette satiriche, anche di cattivo gusto. Una macchietta insomma.
Come sì sa Google è il motore di ricerca più utilizzato al mondo (più o meno centomila ricerche al secondo). Va da se che questa è l'immagine che ha il mondo di chi governa l'Italia.
Ora digitate Obama, Sarkozy, ... e osservate la differenza.
SBak

"Berlusconi vuol fare di tutto: lo sposo al matrimonio e persino il morto al funerale."
Roberto Zaccaria, Senatore del Pd

venerdì 14 novembre 2008

LA ZINGARA RAPITRICE

L'indagine fa parte di una più ampia ricerca commissionata dalla Fondazione Migrantes al Dipartimento di Psicologia e Andropologia culturale dell'Università degli Studi di Verona. La ricerca era volta a questa pura verifica: visto che i non zingari dicono che gli zingari rubano i bambini, e visto che sinti e rom dicono invece che sono i non zingari (quelli che essi chiamano gage o gagé) che si appropriano dei loro figli, chi ha ragione?

L’analisi prende in considerazione ventinove casi, oltre undici di sparizione di minori (dunque, 40 in tutto), sui quali è da subito opportuno indicare il risultato principale della ricerca, e cioè che non esiste nessun caso in cui sia avvenuta una sottrazione del bambino: nessun esito, infatti, corrisponde ad una sottrazione dell’infante effettivamente avvenuta, ma si è sempre di fronte ad un tentato rapimento, o meglio, ad un racconto di tentato rapimento.
Molto spesso i media denunciano il "fatto" dando come provato e "vero" il tentato rapimento ignorando poi le dichiarazione anche ufficiali che lo smentiscono. Se poi qualche volta tornano sulla vicenda, non è per comunicare che i Rom non c’entrano niente, ma è perché l’esito scioglie in sé altri eventi: truffe, fatti drammatici, situazioni che suscitano ilarità. Si è cercato anche di verificare se, per i casi in cui era stata sporta denuncia, ma in cui i presunti rapitori si erano dati alla fuga, le indagini avessero risolto la vicenda in qualche modo: si tratta di un ulteriore accertamento rispetto al fatto che, se non c’è stata più nessuna notizia in merito, questo ci può far dire che non si era poi svolto nessun arresto. D’altra parte laddove le Forze dell’ordine tramite le proprie indagini verificano che è stato solo une equivoco: una percezione errata della situazione, la stampa ne dà poca o nessuna notizia.


L'indagine può essere richiesta in forma integrale alla Fondazione Migrantes della CEI.

giovedì 13 novembre 2008

Inverno in arrivo!

Fuori diluvia da stamattina ... l'inverno è in arrivo.
Solo qualche settimana fa splendide giornate d'autunno ...

ERICA MULTITASK

Il multitasking. Sapete che cos'è? Il nome gliel'hanno dato gli americani: nella sua accezione più ampia definisce il fenomeno per cui vostro figlio, giocando al Game Boy, mangia la frittata, telefona alla nonna, segue un cartone alla televisione, e fischietta il motivetto Vodafone. Tra qualche anno si trasformerà in questo: fa i compiti mentre chatta al computer, sente l'iPod, manda sms, cerca in Google l'indirizzo di una pizzeria e palleggia con una palletta di gomma. Le università americane sono piene di studiosi che stanno cercando di capire se sono dei geni o dei fessi che si stanno bruciando il cervello. Non sono ancora arrivati a una risposta precisa.
Alessandro Baricco, I Barbari, Feltrineli 2006

mercoledì 12 novembre 2008

ECONOMIA REALE DEL FRIULI

Come sempre Paolo Menis ci regale interessanti spunti di riflessione.
L’intervento del Governo USA per tamponare la crisi finanziaria delle banche e di Wall Street fa molto riflettere e dà un forte schiaffo a chi ha sempre sostenuto la capacità di autogoverno del mercato senza regole e del liberismo sfrenato. In realtà, l’assenza delle regole non è la patria delle libertà ma una giungla in cui i più forti possono prevalere senza scrupoli, sui più deboli. L’etica dei comportamenti e le regole sono indispensabili per il buon funzionamento dei mercati: l’assenza di meccanismi di ridistribuzione, di trasparenza delle contabilità, diffondono un malessere civile che non aiuta (anzi!!!) la vita democratica di una nazione (!).
Da oltre 10 anni molto denaro si sta accumulando verso tre direzioni principali: 1) da Occidente ad Oriente (Cina, India, ecc.); 2) dai Paesi progrediti e dai consumi elevati verso i Paesi detentori di materie prime (soprattutto energetiche come petrolio, gas ecc.); 3) dalle classi "medie" della popolazione verso le classi "alte". La concentrazione di tanto denaro nelle mani di Paesi come Cina, Russia, Paesi del Golfo, ecc. che non brillano per la loro democrazia e dove i loro presidenti, populisti e proprietari di ampi pezzi di mercato e di varie testate giornalistiche e reti televisive (guarda un po’...), deve preoccuparci! Perché essi useranno il loro potere per rafforzarsi e arricchirsi ancora di più, e non per innalzare la qualità della vita dei loro cittadini. A questo punto la forbice si aprirà ancora: i ricchi saranno più ricchi a scapito dei sempre più poveri e del ceto medio.
In questa situazione generale, al nostro Governo nazionale viene offerta una ghiotta occasione per aiutare veramente le famiglie (ma perché non lo fa?), potrebbe, infatti, modificare le leggi sul bilancio delle banche in modo che le stesse guadagnino un po’ meno e i risparmi delle famiglie non vengano rosicchiati ma siano effettivi.
Paolo Menis

venerdì 7 novembre 2008

5 NOVEMBRE 2008

... il primo pensiero al risveglio: ce l'avrà fatta?

Accendo la radio, mi fiondo sul portatile, un attimo d'esitazione ... è fatta!

"Se c’è qualcuno lì fuori che ancora dubita che l’America sia un posto dove tutto è possibile; che ancora si chiede se il sogno dei nostri padri fondatori è vivo ai nostri tempi; che ancora mette il dubbio il potere della nostra democrazia: questa notte è la vostra risposta. "

Pensieri veloci come nuvole di temporale: gioia, speranza, fiducia e nel breinstorming mattutino un volto, un' immagine: Giorgio. Chissà come l'avrebbe presa questa ventata di speranza che viene d'oltre oceano? Di certo non sarebbe mancato un sagace commento ed uno sghignazzo sonoro; sicuramente avrebbe sorriso nel vedere che la dura pianta sa metter foglie anche a Novembre, che le passioni civili e i grandi ideali muovono ancora il mondo.

Un veloce caffè e via in ufficio.
Una riunione di lavoro ed una collega che ricorda: oggi è un anno che Giorgio non è più tra noi!
Non sono forte con le date, mi dimentico spesso gli anniversari ma, questa mattina so di aver visto il sorriso sornione di Giorgio incrociare quello di un giovane afroamericano che ha già cominciato a cambiare il modo.


Sandro

mercoledì 5 novembre 2008

E' fatta!




La faccia

del futuro!

martedì 4 novembre 2008

Vai Barack!


Anche il pastore di
capre keniota vuole il
figlio presidente
degli Stati Uniti

lunedì 3 novembre 2008

Dove va Gemona?

Negli ultimi 15 anni la politica gemonese si è particolarmente distinta per la litigiosità interna ed esterna, per la costruzione di muri più che per quella di ponti, ne è conseguita una evidente difficoltà a stringere alleanze territoriali, a creare sinergie positive, a realizzare intese che naturalmente passano anche attraverso un dare ed un avere e che nascono da una progettualità a lunga gittata, una progettualità che mal si sposa con le scadenze elettorali quinquennali. E’ proprio la mancanza di un progetto per la nostra città uno dei veri nodi da sciogliere e che blocca ogni energia positiva; Gemona avanza a tentoni nella nebbia da troppo tempo, diciamo dalla conclusione della ricostruzione. Che cosa sarà Gemona tra 15 o 20 anni? Quali risposte sa dare la politica locale a questo fondamentale quesito? Ma prima ancora: è in grado la politica di dare queste risposte oppure è costretta ad affidarle ad altri soggetti forti? Sa essere guida dello sviluppo? E’ capace di analisi e sintesi programmatoria, di scelte forti ed a volte anche impopolari oppure preferisce stare al traino ed acconsentire istanze che anche il buon senso direbbe inopportune, in barba a pianificazioni urbanistiche, commerciali, ambientali?


Partecipare è la prima elementare regola per alimentare il cambiamento; Gemona è ricca di risorse inesplorate, si pensi solo alle molteplici attività di volontariato, che vanno fatte emergere e messe in rete.

Alzati Gemona!

domenica 2 novembre 2008

- 3


Legge 133/08

Tagli alla scuola pubblica
Capo II Contenimento della spesa per il pubblico impiego
Art. 64.Disposizioni in materia di organizzazione scolastica

Fermo restando il disposto di cui all'articolo 2, commi 411 e 412, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, dall'attuazione dei commi 1, 2, 3, e 4 del presente articolo, devono derivare per il bilancio dello Stato economie lorde di spesa, non inferiori a 456 milioni di euro per l'anno 2009, a 1.650 milioni di euro per l'anno 2010, a 2.538 milioni di euro per l'anno 2011 e a 3.188 milioni di euro a decorrere dall'anno 2012
e spese per l'Expo

Art. 14.Expo Milano 2015

1. Per la realizzazione delle opere e delle attività connesse allo svolgimento del grande evento EXPO Milano 2015 in attuazione dell'adempimento degli obblighi internazionali assunti dal governo italiano nei confronti del Bureau International des Expositions (BIE) e' autorizzata la spesa di 30 milioni di euro per l'anno 2009, 45 milioni di euro per l'anno 2010, 59 milioni di euro per l'anno 2011, 223 milioni di euro per l'anno 2012, 564 milioni di euro per l'anno 2013, 445 milioni di euro per l'anno 2014 e 120 milioni di euro per l'anno 2015.


... e poi quelli che scendono in piazza non
avrebbero capito niente!

sabato 1 novembre 2008

Severino



Il lavoro e la vita.

Il lavoro per vivere.
Una vita di lavoro.

Sudore e rumore.
Gelo e silenzio.

Le ennesime domande,
le poche risposte.