domenica 23 novembre 2008

La musica

Solamente un grande artista riesce a descrivere la musica così:

La Musica viene a trovarmi all'improvviso.
Posso essere al supermercato, o sull'autobus, davanti a un paesaggio incantevole o immerso in un angoscioso dormiveglia.
Arriva, già definita nella mia mente.
Per anni ho avuto la pretesa di pensare che fosse frutto della mia ispirazione, o della mia bravura. Poi però è diventato sempre più chiaro che la Musica è una vera e propria entità, davanti alla quale la mia possibilità di scelta è davvero minima. Lei infatti possiede una
struttura interna già definita e concreta, che io non posso che rispettare.
Allora in cosa consiste la mia abilità?
Nell'essere ricettivo, nell'aver acquisito nel corso di intensi anni di studio gli strumenti per poterla plasmare, per poterla fermare sulla carta. Si…perché lei svanisce all'improvviso, furtiva come si presenta. E per questo porto sempre con me qualche foglietto pentagrammato, per non farmi trovare impreparato alle sue carezze.
La Musica, dicevo, è per me un'entità che possiede uno statuto ontologico: è cioè dotata di una vera essenza che la rende indipendente. Per questo motivo la definisco la "Strega capricciosa che ha monopolizzato la mia vita" e che mi chiede una dedizione assoluta.
Quando, dall'indefinito, un gruppo di note irrompe nella mia mente, è lo stesso frammento musicale a esigere di essere sviluppato secondo la sua volontà, non la mia. Io non ho scelta: forme e direzioni sono già insite nella Musica, e a me resta solo il compito di svelarle, ricostruendo piano piano tutta la struttura interna: le ritmiche, le melodie, le armonie, fino alla realizzazione della partitura. L'elemento più importante è la notazione scritta.
Cosa voglio io dalla musica?
Che faccia un discorso, che abbia delle tensioni interne, che sia temporale, non statica.
Ma soprattutto che esprima se stessa usando tutte le mie energie come quelle di un
suo umile manovale.

Tratto da: Giovanni Allevi, LA MUSICA IN TESTA, Rizzoli

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