domenica 9 agosto 2009

Al sig. Narduzzi

Di seguito la mail che ho inviato oggi al sig. Danilo Narduzzi, rappresentante della Lega in Consiglio Regionale.


Signor Danilo Narduzzi, capogruppo della Lega Nord - Consiglio Regionale Friuli-V.G.

Non posso che associarmi a quanto Le scrive, attraverso una lettera pubblicata sulle pagine del settimanale della Diocesi di Udine "La Vita Cattolica", mons. Giuseppe Benvegnù-Pasini.
Nel malaugurato caso Le fosse sfuggita, glieLa riporto di seguito.
«Leggo la notizia che il capogruppo della Lega Nord della Regione Friuli-Venezia Giulia ha chiesto alla sua Regione di far chiudere gli ambulatori che prestano assistenza agli immigrati irregolari, sulla base del reato di "soggiorno illegale nel territorio dello Stato", riservandosi, in assenza di risposte certe, di "far intervenire le procure della Repubblica".La recente legge sulla sicurezza rivela tutto il suo volto disumano e discriminatorio, che molti paventavano.Vorrei ricordare semplicemente che l’assistenza agli infermi, a tutti indiscriminatamente, compresi i nemici, costituisce una delle Opere di misericordia, raccomandata dal Vangelo e dalla tradizione ebraico-cristiana.Analoga proibizione era uscita, durante la seconda guerra mondiale, da parte delle forze nazi-fasciste, nei confronti degli Ebrei. Molti cristiani e uomini di buona volontà si opposero a questa norma e pagarono con la vita la fedeltà alla propria fede e alla propria coscienza.Sono certo che le Caritas Diocesane, impegnate in questo servizio umanitario, nel caso in cui questa proposta fosse ratificata dagli organi competenti, si chiederanno se fare pubblicamente obiezione di coscienza e continuare il loro servizio, in nome della fede e della difesa dei diritti umani». (mons Giuseppe Benvegnù-Pasini, già direttore della Caritas Italiana e attuale presidente della Fondazione Zancan di Padova)

Quando interessi strumentali e di bassa politica prevaricano i diritti fondamentali delle persone e soprattutto di quelle più deboli e indifese, le coscienze non possono rimanere nel silenzio.
Mi scandalizza il fatto che rappresentanti dei cittadini operino in spregio ai fondamentali diritti dell’uomo ed ai dettati della nostra Costituzione democratica: La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

La biasimo e La saluto.
Sandro Venturini
Via Maitani, 30
GEMONA DEL FRIULI

SOSPESA ANCHE LA PISTA CICLABILE


La nuova giunta comunale guidata da Paolo Urbani, invece di procedere celermente ad appaltare lavori per dare un po’ di fiato alle imprese in un momento di così marcata crisi, pare più orientata a bloccarli - è l’amara constatazione di Sandro Venturini capogruppo della Lista Civica CON TE GEMONA- Dopo la sospensione dell’appalto per la sistemazione della via San Pietro (l’accesso più diretto tra la Statale 13 e l’Ospedale) la nuova giunta ora stoppa anche il progetto della pista ciclabile. La città dello sport non investe in un’opera che favorirebbe la mobilità sana e sicura.
Se Gemona resterà priva di un sistema ciclabile in linea con gli attuali standard delle moderne città, rischia di perdere anche il flusso ciclo-turistico che sicuramente si alimenterà notevolmente con la prossima apertura della ciclovia Alpe-Adria – prosegue Venturini -. Quest’opera potrebbe infatti ridare a Gemona lo storico ruolo di porta tra il mare e la montagna facendo convergere e stazionare nella nostra città il flusso dei ciclo-turisti che in questi ultimi anni sono in continuo aumento. Ma per cogliere quest’opportunità bisogna farsi trovare preparati con un’adeguata viabilità ciclabile e con ideonee strutture per l’accoglienza. La pista ciclabile potrebbe essere pronta in un paio d’anni. Invece tutto rimandato con buona pace delle imprese edili, che potrebbero trovare un po’ di ossigeno da un rapido appalto delle opere pubbliche, delle attività commerciali, di accoglienza e ristorazione, e di quelle legate al commercio e manutenzione di biciclette e accessori.
Non c’è nemmeno un’urgenza economica tale da motivare la scelta del sindaco Urbani. Le risorse per la pista ciclabile erano già a bilancio e recentemente abbiamo appreso che la Giunta ha pure investito 2.000.000 di euro in fondi immobiliari in attesa di interessi futuri. Con i tempi che corrono – conclude il capogruppo consiliare - le risorse vanno investite rapidamente sul territorio mediante progetti che creino lavoro e sviluppo. La pista ciclabile poteva essere sicuramente uno di questi.