mercoledì 31 dicembre 2008

L'ultima luna

Ecco l'ultima luna dell'anno accompagnata dalla fedele "Vespero" (Venere).
Una falce di luce nel gelo invernale; uno spettacolo che non potranno vedere le 5 sorelline di Jabaliya (poco distante da Gaza City): Jawaher, 4 anni, Dina, 8, Samar, 12, Ikram, 14, Tahrir, 17 anni.
La notte tra domenica e lunedì scorso se ne sono andate tutte insieme, cancellate per sempre nel fiorire della vita da una ennesima e inutile guerra in terra di Palestina.
Quella stessa terra dove 2000 anni fa vide la luce un bimbo la cui voce ancora oggi ci chiede di anteporre l'amore alla violenza, la pace al conflitto.

E' lo stesso messaggio di pace tra i popoli israeliano e palestinese che il regista Eran Riklis (nato a Gerusalemme) ci propone con il delicato film Il giardino di limoni, in programmazione in questi giorni nelle sale italiane (una vera alternativa ai tormentoni di natale). Gli alberi di limoni che appartengono a Selma (Hiam Abbass), una vedova di un villaggio della Cisgiordania, sono la rappresentazione simbolica di una naturale vita in mezzo all'odio socio-religioso che investe quel contesto mediorientale da decenni. Questi alberi, posti sulla linea di confine Isrealiano-Palestinese, sono d'ostacolo alla difesa armata e vanno eliminati. Una dura battaglia legale si concluderà con la sconfitta di entrambe i contendenti che si troveranno sempre più isolati e astiosi. Solo gli sguardi di due donne (una israeliana ed una palestinese) sapranno andare al di là delle apparenze, oltre il muro e apriranno spazi di speranza ... una speranza che avrebbe permesso alle 5 sorelline di Jabaliya di festeggiare felici il nuovo anno che sta arrivando.

sabato 27 dicembre 2008

Un fondo per i disoccupati con l'8 per mille

La Chiesa di Milano guarda avanti e propone un fondo di soliderietà per chi sarà colpito dalla crisi economica. Il Cardinale Tettamanzi così si è espresso nell'omelia della notta di Natale:

Il Natale ci chiama ad uno slancio rinnovato, ad un supplemento speciale di fraternità e solidarietà. I tempi che viviamo sono segnati da una crisi finanziaria ed economica che – secondo gli esperti – non ha ancora manifestato pienamente i suoi effetti destabilizzanti, soprattutto le preoccupanti ricadute sulla società e sulle famiglie. Questo scenario che si va sviluppando impone a tutti noi una riflessione seria e responsabile.
Non possiamo non domandarci il “perché” di questa crisi, che ha una portata mondiale e che sarà – a quanto sembra – caratterizzata da una particolare gravità e durata nel tempo. Spetta certamente ai politici, agli economisti, ai tecnici porsi le domande sulle cause della presente situazione. Appare già con sufficiente chiarezza come l’origine dei mali stia a monte dell’economia, perché la produzione, la distribuzione e l’uso delle risorse implicano sempre un insopprimibile aspetto etico. Può dirsi etica un’economia che non mette al centro l’uomo ma il profitto da perseguire ad ogni costo? Quanta responsabilità – delle fatiche del momento presente – ha quella finanza divenuta virtuale, che ha perso di vista l’economia reale centrata sul benessere delle comunità e dei singoli? Non ho dubbi: l’etica – e il primo valore etico è il rispetto della persona in tutte le sue dimensioni – non è un’aggiunta all’economia, ma ne è il fondamento. Sempre quando si calpesta l’etica sulla breve o lunga distanza a pagarne le gravissime conseguenze sono l’uomo, la società, la natura e l’economia stessa!

In questo Natale, già segnato dalle prime ondate di una grave crisi economica, un interrogativo mi tormenta: io, come Arcivescovo di Milano, cosa posso fare? Noi, come Chiesa ambrosiana, cosa possiamo fare?
Prima di porre un segno, quasi a dare il “la” ad un concerto che mi piacerebbe potesse coinvolgere coralmente tutta la nostra Chiesa e anche tutti gli uomini di buona volontà, vorrei che ciascuno conservasse nel cuore questa domanda e da questa si lasciasse inquietare e convertire: io cosa posso fare?
C’è uno stile di vita costruito sul consumismo che tutti siamo invitati a cambiare per tornare a una santa sobrietà, segno di giustizia prima ancora che di virtù. C’è una solidarietà umana da ritrovare nei nostri paesi e nelle nostre città per uscire dall’anonimato e dall’isolamento, perché chi vive momenti di difficoltà non si senta abbandonato. C’è una nuova primavera sociale fatta di volontariato, mutuo soccorso, cooperazione da far fiorire perché insieme – ne sono certo -, solo insieme è possibile affrontare e superare le difficoltà che sperimentiamo e che si prospettano.
Non possiamo stare a guardare! Occorre agire. E l’azione ora deve privilegiare chi nei prossimi mesi perderà il lavoro e non sarà più in grado di mantenere dignitosamente sé e la propria famiglia. Certo, la nostra Chiesa ambrosiana – nelle sue istituzioni, parrocchie, associazioni – è da sempre accanto alle persone che soffrono forme di antica e nuova povertà. Ma sento il bisogno di rinnovare l’appello alla responsabilità di tutti e di ciascuno affinché il miracolo della solidarietà, possibile dove si vive con autenticità il Vangelo, si ripeta anche in questo momento difficile. Realizziamo, insieme, dei gesti concreti di “solidarietà”. I nuovi e più profondi legami che nascono dall’Eucaristia – celebrata questa notte e quotidianamente – siano le motivazioni più evangeliche e convincenti per sostenere umanamente e spiritualmente chi è o sarà in difficoltà per la perdita del lavoro.
Tutti dobbiamo essere sobri: perché il cuore sia libero dalle ricchezze, per educarci a investire e a spendere per ciò che è necessario e importante e per condividere la nostra umanità e i nostri beni con chi è povero.

Perché questo discorso non resti generico, in questa Notte Santa, come Arcivescovo di Milano mi appello alla responsabilità dei singoli e delle comunità cristiane della diocesi e personalmente costituisco il “Fondo famiglia- lavoro” per venire incontro a chi sta perdendo l’occupazione. Come avvio di questo fondo, attingendo dall’otto per mille destinato per opere di carità, dalle offerte pervenute in questi giorni “per la carità dell’Arcivescovo”, da scelte di sobrietà della diocesi e mie personali metto a disposizione la cifra iniziale di un milione di euro.
!
Nei confronti delle probabili dimensioni della crisi, questa iniziativa è poco più di una “goccia” rispetto al “mare” delle necessità. Vuol essere però un segno con cui la Chiesa ambrosiana manifesta il suo impegno di sobrietà e di solidarietà e, soprattutto, vive e testimonia la sua fede nel Signore che si è fatto uomo tra gli uomini, servo tra i poveri e per i poveri. Un dono che vogliamo portare alla grotta di Betlemme, contemplando nel Bambino Gesù, tutti i poveri e sofferenti del mondo.

+ Dionigi card. Tettamanzi
Arcivescovo di Milano
http://www.chiesadimilano.it/or/ADMI/apps/docvescovo/files/1349/natale_notte.doc

venerdì 26 dicembre 2008

In nome della madre

“In nome del padre”: inaugura il segno della croce.
In nome della madre s’inaugura la vita.


Il bue ha muggito piano, l’asina ha sbatacchiato forte le orecchie. E’stato un applauso di bestie il primo benvenuto al mondo di Ieshu, figlio mio. Non chiamo Iosef. Gli avevo promesso un figlio all’alba ed è ancora notte. Fino alla prima luce dell’alba Ieshu è solamente mio.

Fuori c’è il mondo, i padri, le leggi gli eserciti, i registri in cui iscrive il tuo nome, la circoncisione che ti darà l’appartenenza a un popolo. Fuori c’è l’odore di vino. Fuori c’è l’accampamento degli uomini. Qui dentro siamo solo noi, un calore di bestie ci avvolge e noi siamo al riparo del mondo fino all’alba. Poi entreranno e tu non sarai più mio.
Ma finché dura la notte, finché la luce di una stella vagante è a picco su di noi, noi siamo i soli al mondo. Possiamo fare a meno di loro, anche di tuo padre Iosef che è il migliore degli uomini.

Abìtuati al deserto, che è di nessuno e dove si sta tra terra e cielo senza l’ombra di un muro, di un recinto. Abìtuati al bivacco, impara la danza che protegge dagli uomini. Non è esilio il deserto è il tuo luogo di nascita. Non vieni da un sudore di abbracci, da nessuna goccia d’uomo, ma dal vento asciutto di un annuncio. Non si fideranno di te, come sei fatto.

Fuori c’è una città che si chiama Bet Lèhem, Casa di Pane. Tu sei nato qui, su una terra fornaia. Tu sei pasta cresciuta in me senza lievito d’uomo. Ti tocco e porto al naso il tuo profumo di pane della festa, quello che si porta al tempio e si offre.

No, non sia mai, tu non sei pane, tu sei uno dei tanti marmocchi che spuntano al modo, uno degli innumerevoli che nemmeno si contano e brulicano sulla faccia della terra.

Signore del mondo, benedetto, ascolta la preghiera della tua serva che adesso è madre. Quando nasce un bambino la famiglia si augura che diventi qualcuno, intelligente, si distingua dagli altri. Fa che non sia così. Fa che questo brivido salito sulla mia schiena, questo freddo venuto dal futuro sia lontano da lui. Lo chiamo Ieshu come vuoi tu, ma non lo reclamare per qualche tua missione. Fa che sia un cucciolo qualunque, anche un poco stupido, svogliato, senza studio, un figlio che si mette a bottega da suo padre, impara il mestiere, lo prosegue.

Noi penseremo a trovargli una moglie, lui mi metterà sulle ginocchia una squadra di figli. Signore del mondo benedetto, fa che abbia difetti, non si occupi di politica, vada d’accordo coi Romani e con tutti quelli che verranno a fare i padroni a casa nostra, nella nostra terra. Non ho più visto il messaggero, non l’ho più sentito: è segno che lascerai fare a me e a Iosef? Certo, ce ne occuperemo noi. Fa solo che questo bambino sia nessuno nella tua storia, fa che sia un uomo semplice, contento di esserlo e fa che si arrabbi soltanto con le mosche.
Fa che non sia bello, non susciti invidie.
Ascolta la preghiera alla rovescia della tua serva.

Lo chiamerò ad agire, lo prometto, ma non nel mezzo di una mischia, di una guerra. Stanotte a lume di una stella viaggiante ho la vista dei ciechi. Tocco il corpo di Ieshu in punta di dita e lo vedo ad una festa di nozze. Non è lui l’uomo, è già nei trent’anni. E io gli chiedo qualcosa lui mi guarda, arrossisce confuso, non vuole, poi obbedisce. Non so che cosa gli ho chiesto, né cosa fa lui per risposta. Intorno la festa continua. So che te lo consegno quel giorno. Non dico: così sia. Dico: non sia prima di così.
Ti ho promesso, promettimi. Ti ho obbedito, esaudiscimi.

Sta sbiadendo la luce della stella, il giorno viene strisciando da oriente e scardina la notte. I pastori contano la pecore prima di spargerle ai pascoli. Iosef sta sulla porta. Ieshu bambino mio, ti presento il mondo. Entra Iosef, questo adesso è il tuo figlio.

Da - IN NOME DELLA MADRE Erri De Luca, Feltrinelli (2006)

giovedì 25 dicembre 2008

Natale 2008 - Montagne -

Montasio

Cjanevate

lunedì 22 dicembre 2008

La corruzione inconsapevole che affonda il Paese


... Indipendentemente dalle future condanne o assoluzioni, queste inchieste della magistratura napoletana, abruzzese e toscana dimostrano una prassi che difficilmente un politico - di qualsiasi colore - oggi potrà eludere. Non importa se un cittadino voti a destra o a sinistra, quel che bisogna chiedergli oggi è esclusivamente di pretendere che non sia più così. Non credo siano soltanto gli elettori di centrosinistra a non poterne più di essere rappresentati da persone disposte sempre e soltanto al compromesso. La percezione che il paese stia affondando la hanno tutti, da destra a sinistra, da nord a sud. E come in ogni momento di crisi, dovrebbero scaturirne delle risorse capaci di risollevarlo. Il tepore del "tutto è perduto" lentamente dovrebbe trasformarsi nella rovente forza reattiva che domanda, esige, cambia le cose. Oggi, fra queste, la questione della legalità viene prima di ogni altra.


Roberto Saviano - Repubblica 20.12.2008




Eliogio dello -spr+eco


Lo scorso fine settimana mi sono letto questo interessante libretto di Andrea Segrè (Preside della facoltà di Agraria all’Università di Bologna).
Si tratta di una “vivace” lezione che si sviluppa attorno a due temi: spreco e sufficienza.
Si legge:
Chi crede che una crescita esponenziale possa continuare all’infinito in un modo finito è un folle, oppure un economista.
L’idea del trikle down, la teoria dello sgocciolamento cara agli economisti dello sviluppo, sosteneva che la crescita economica, anche se concentrata in piccoli gruppi al vertice della società, avrebbe comunque portato benefici alla società intera: la ricchezza sarebbe discesa a pioggia sulle fasce meno abbienti.
Gli avvenimenti degli ultimi decenni hanno smentito questa teoria, non solo nei paesini via di sviluppo, ma anche nelle aree economicamente più avanzate dove la forbice della disuguaglianza economica mette in crisi società sempre più divise tra chi ha molto e chi niente.
Esiste una letteratura sterminata che concorsa sull’impossibilità di estendere a tutti gli abitanti del pianeta lo stile di vita che oggi solo un quinto della popolazione mondiale possiede.
….
La scommessa è fare della povertà nelle sue molteplici manifestazioni un nuovo ambito di attenzione e di ricerca. Proprio ripartendo da ciò che si è da sempre temuto e rifiutato è possibile aprire strade nuove di pensiero e di azione non solo a vantaggio del “poveri”, ma in vista di un cammino nuovo per tutta l’umana convivenza.

In conclusione del libro sono citate alcune massime che ci aiutano a intravedere nuovi scenari:

“L’avaro contempla ciò che possiede, il saggio possiede ciò che contempla.”

“Le cose che contano non si possono contare. (Albert Einstein)

domenica 21 dicembre 2008

Natale a Verona


Noi abbiamo un sogno:

che un giorno nella nostra Arena di Verona
uomini e donne di tutte le religioni:
ebrei, cristiani e musulmani cantino insieme la giustizia
e diano spettacolo di unità e di pace.


Noi abbiamo un sogno:
…che nessuno che si dice cristiano, in nome della propria fede ,
offenda e ferisca le altre chiese cristiane.

Noi abbiano un sogno:
… che il consiglio comunale della nostra città
consideri sempre prioritarie
la dignità e le risorse degli anziani, dei malati, dei bambini,
degli stranieri, dei clandestini, degli zingari, dei senza fissa dimora.


Noi abbiamo un sogno:
… che gli ordini e le congregazioni religiose tornino,
come alle loro origini, a farsi voce profetica del vangelo,
dei veri bisogni degli uomini e delle donne del proprio tempo.

Noi abbiamo un sogno:
che un giorno nella nostra università molti figli di immigrati
possano studiare e laurearsi, fino a ricoprire
ruoli di responsabilità nella vita della città.

Noi abbiamo un sogno:
che la nostra Chiesa di Verona,
facendo memoria del Concilio e del Sinodo,
parli la lingua dei profeti , non si lasci corteggiare dai potenti
e scelga di stare come Gesù, con i piccoli e gli esclusi.

Noi abbiamo un sogno:
…che le chiese della città, capolavori d'arte e di bellezza,
e tutte le nostre parrocchie
diventino spazi di contemplazione, di accoglienza e di perdono.
E le Liturgie siano segno e anticipo
del Regno di Dio, della civiltà dell'amore.

Noi abbiamo un sogno:
…che questo Natale e nuovo Anno siano già l'inizio di questo sogno
e che tu che leggi questo augurio
con la tua vita lo renda possibile.

sabato 20 dicembre 2008

Lussari

Monte Lussari - 3 metri di neve!

venerdì 19 dicembre 2008

La nostra speranza

L'Alto Friuli, occupa circa 1/3 della superficie dell'intera Regione Friuli V.G. ed ha una popolazione di circa 75.000 abitanti dispersi in 43 comuni di cui 21 con meno di 1000 abitanti.

La popolazione è in costante decremento sia per la bassa mortalità (nati = metà dei morti) che per la quasi assente immigrazione dall'estero. Il flusso migratorio interno tende a far scivolare la popolazione dai piccoli e dislocati paesi di montagna verso i centri più grossi della vallata (Tolmezzo e Gemona). Il rapporto tra anziani e adulti (indice di dipendenza senile) è di 1:2 (la media regionale si attesta su 1:5). Per esprimere in modo sintetico lo stato di salute, l'indicatore più rilevante è il tasso standardizzato di mortalità precoce, ovvero gli anni di vita persi da una popolazione rispetto alla vita media. Nell'ultimo decennio il tasso di mortalità precoce in Alto Friuli è stato sempre tra il 7% e il 20% maggiore rispetto alla media della regione. I comuni di montagna (con meno di 5000 abitanti) mostrano un aggravio della mortalità del 30% per i maschi e del 15% per le femmine. Da più evidenze di letteratura viene dimostrato che la vera base di questo fenomeno è in realtà il livello di reddito disponibile dai cittadini e dalla famiglie. Da questo dipendono infatti tutta una serie di determinanti di salute: la qualità dell'alimentazione, gli stili di vita, la conoscenza e la possibilità di accesso ai servizi.

Questa mattina a Tolmezzo ho tenuto quattro ore di lezione nell'ambito di un corso sull'assistenza alla persona. I partecipanti al corso: 12 ragazze straniere; Russia, Romania, Polonia, Marocco, Filippine, Centro America, le loro nazioni d'origine.
Ho detto loro che noi Friulani siamo destinatia scomparire, di questo passo, e che per questo rimettiamo in loro la speranza per salvarci, per non far sparire i nostri paesi e per ripopolarli con bambini dalla pelle di molti colori. Mentre parlavo mi chiedevo se stessi esprimendo davvero il sentimento della maggioranza o se fosse solo una mia velleità.
Negli occhi di quelle persone ho intravisto la volontà di ricostruirsi un vita migliore; ho visto la fierezza di due giovani russe laureate (in ingegneria e in economia) che, rimboccate le maniche, si avviano verso una professione che le portetà ad assistere i nostri anziani.
Chi può permettersi di dire che non sono loro la nostra speranza?

Finalmente il sole!


martedì 16 dicembre 2008

PD?

ABRUZZO: si afferma Gianni Chiodi, candidato del partito del Cavaliere. La "rivincita" di Del Turco: "Mi godo il risultato". Di Pietro: "Puniti certi strateghi del Pd"
Pd Idv La Sinistra Rc Ci Ps Democratici per l'Abruzzo = 42,76%
Pdl Liberalsocialisti Mpa Rialzati Abruzzo = 48,81%

In casa Pd il braccio destro di Veltroni, Goffredo Bettini spinge sull'acceleratore e chiede "una fortissima innovazione, anche dal punto di vista generazionale promuovendo nuovi dirigenti e amministratori democratici 'doc', nati con il Pd".

L'inchiesta dei pm di Potenza sugli appalti per l'estrazione del petrolio in Basilicata. Secondo l'accusa, l'onorevole Margiotta (Pd) avrebbe favorito una cordata di imprenditori incambio di tangenti. Chiesti gli arresti.
La reazione del politico: "Stupore e amarezza enormi. Mi autosospendo dal partito"

Luciano D'Alfonso, segretario regionale dell'Abruzzo del Pd, è ai domiciliari. Stessa misura per un imprenditore e un dirigente comunale.
Il sindaco di Pescara arrestato per concussione
L'inchiesta riguarda la gestione dei cimiteri, affidata ai privati.Ci sarebbero prove di tangenti. Il primo cittadino si dice innocente

TUTTO QUESTO SUL GIORNALE DI OGGI!

VEDI IL POST DI IERI!

lunedì 15 dicembre 2008

Senso e futuro della politica


Abbiamo bisogno di un nuovo metodo per affrontare i problemi di etica politica e di trasformazione sociale. Per esso occorrerà associare due cose di solito separate: analisi realistica e immaginazione utopica.

Peter Berger
La piramide del sacrificio. Etica politica e trasformazione sociale. Torino, Einaudi, 1981



Questa citazione apre il bel libro di Roberto Mancini di cui il titolo di questo post (Assisi , Ed. Cittadella, 2002). Dice Mancini che " la politica è l'insieme delle azioni, delle istituzioni e dei processi finalizzati a tradurre nell'organizzazione della società il riconoscimento della dignità di tutti"; e prosegue concludendo che: "la riconversione della cultura corrente e della prassi politica della logica della sovranità a quella della dignità chiede oggi il pieno dispiegamento delle dinamiche della cittadinanza , cioè dell'esercizio della corresponsabilità morale e civile per il bene comune."

domenica 14 dicembre 2008

III Domenica d'Avvento

Sono due le realtà cui si fa appello normalmente quando ci si sente in preda alla paura, alla sofferenza, al bisogno: - la scienza e la legge.
La scienza perché ci dà soluzioni pratiche a problemi pratici: la salute, il cibo, l'acqua pulita, il benessere.
La legge perché mette a posto le cose e ci difende dalle aggressioni.
Ed invochiamo allora sempre nuovi e più aggiornati strumenti di indagine scientifica e capitali immensi che applichino le ricerche alla tecnologia e le traducano in beni fruibili.
E invochiamo leggi più severe, pene più grosse, polizia più efficiente.
Ed è vero che queste realtà ci aiutano a risolvere i nostri problemi. E' vero che vanno utilizzati questi mezzi per "salvarci" nei casi concreti della vita.

Ma se dietro queste soluzioni tecniche non ci sono persone che hanno un cuore nuovo, cioè amante, cioè fraterno, cioè che ha interesse per il destino di tutto l'uomo e di tutti gli uomini, questi mezzi non serviranno finalmente a nulla.
Allungheremo la durata della vita, ma per essere ancor più disperati di fronte alla morte. Ci garantiremo dalle rapine di tutti i giorni, ma la povertà del mondo e la malvagità dei cuori egoisti troveranno ugualmente la strada per insinuarsi nelle nostre sicurezze fasulle.
La liberazione del Cristo ci cambia il cuore, le prospettive, le relazioni, i progetti, i comportamenti concreti e ci toglie perfino la paura di morire.
O il Natale ci porta questo, o non serve a nulla. Meglio allora augurarci onestamente: "Buon Panettone!"

don Paolo Bagattini

Che cos'è la democrazia?

La democrazia è il governo del popolo.

La democrazia si esercita attraverso una selezione di rappresentati che sono chiamati ad assumere decisioni che siano il più possibile vantaggiose per tutti. Ciò avviene mediante un processo che, tenendo conto delle volontà dei diversi gruppi sociali, giunge alla mediazione tra opposti interessi. Un lavoro delicato dunque che, da un lato richiede persone competenti e dall'altro necessita di un attento controllo e del concorso alle decisioni.

Ma in che modo selezioniamo le nostre rappresentanze?

In che modo le controlliamo?

Dai risultati si direbbe che queste due questioni siano davvero trascurate e producano i guasti che sono sotto i ns. occhi; ciò accade dal piccolo dei nostri comuni al grande del parlamento nazionale.

Il processo di selezione delle nostre rappresentanze è davvero tutto da rivedere: a sinistra si è parlato di primarie, ma per ora si è sempre trattato di una legittimazione di scelte già avvenute; comunque sempre meglio che a destra, dove il problema non viene neanche posto. Così al popolo viene sottratto un primo importante strumento di partecipazione democratica. Non parliamo poi delle scelte che si possono operare in sede elettorale: le liste sono speso "bloccate" e così al massimo possiamo scegliere un raggruppamento politico o l'altro.

Quanto poi al controllo delle decisioni, la mancanza di trasparenze e la complessità delle materie, non conesentono ai più l'esercizio di questo strumento democratico. Ne risulta che le diseguaglianze tra chi detiene la conoscenza e quindi la capacità di influenza, e chi ne è privo, aumentano, sottraendo a questi ultimi risorse a scapito dei primi.

La prassi democratica esige una costante e completa trasparenza; vanno individuati e attuati strumenti che favoriscano la conoscenza e che aiutino a ridurre le diseguaglianze.

Il proprio interesse sarà meglio realizzato se si realizza l'interesse di tutti.

martedì 9 dicembre 2008

I sentieri dei diritti umani

I diritti umani, sia per il singolo che per le nazioni, non sono concessi, ma semplicemente riconosciuti. Non li concedo, ma li scorgo già dentro di te e li riconosco. Non nascono dall’alto ma li si costruisce dal basso. I diritti sono già dentro il cuore dei nostri figli come nel cuore di ogni popolo. Chi bussa alle nostre porte ha diritto a farlo, ha diritto ad una vita degna, ha diritto a non morire di fame …
Possiamo di certo regolare ogni diritto. Ma guai a negarlo. Mai sopprimerlo.
Guidare, accompagnare ma mai spegnere.

Giancarlo Bregantini – Vescovo in Campobasso -

Neve

Plumbs, 8 Dicembre 2008 - Grande sciata su "farina" gelida.



Verrà, verrà il caro scricchiolio sulla catasta di legna ad annunciarmi la prima neve come quando ero ragazzo con il suo tictictic ripetuto più volte, e il suo campanellino nascosto nella gola si sentirà anche lassù dove le nuvole compatte e bianche aspettano il segnale".

"Inverni lontani" di Mario Rigoni Stern

domenica 7 dicembre 2008

IL PERCHE’ DELLE COSE


Con due candidature praticamente pronte, ovvero quella del sindaco uscente Gabriele Marini e del suo vice Mariolina Patat, il locale Pd ha invece scelto di puntare su Bertossi che dichiara: «So di non essere un novizio della politica, ma questi ultimi dieci anni passati a lavorare lontano dai Palazzi, mi hanno permesso di ritrovare il contatto con la gente e capire di che cosa Gemona abbia realmente bisogno».
Messaggero Veneto 05-12-08


Qual'è la molla che muove gli uomini della politica? Quale lo scopo di tanta agitazione? Che cosa si nasconde dietro le parole, i proclami, i programmi?


Nuoto con difficoltà in questo mare e, il centro della complessità, la corrente che non mi consente di galleggiare è proprio celata nelle risposte a queste domande.

giovedì 4 dicembre 2008

Sviluppo?


Che ci fa una gru in Sella Prevala? Questo è il segno di quello che noi chiamiamo sviluppo.
Quanti secoli perchè la natura plasmasse la terra e trasformasse questo posto in quello che noi vediamo ora? E quanti mesi perchè noi lo alteriamo per sempre?


mercoledì 3 dicembre 2008

CJOCHE

Par lei ben ingrangis la foto (dopli clik).

OCJO





In Italia i morti sul lavoro sono quasi il doppio degli assassinati, i decessi sulle strade 8 volte più degli omicidi. Tuttavia, gran parte dell'attenzione pubblica si concentra sulla dimensione della sicurezza rispetto ai fenomeni di criminalità.
(Rapporto CENSIS - Agosto 2008)


martedì 2 dicembre 2008

A Mariagrazia


Quando vorrai vedermi
guarda nel tuo cuore
e mi vedrai.

Perchè non c'è morte
per i viventi,
noi siamo i rami
della medesima pianta
che ha radici in cielo.


P. Zoffi -Monticchiello -

sabato 29 novembre 2008

RIMUOVERE LA POVERTA'

Ormai la questione della povertà è diventata troppo evidente e nemmeno il governo può nasconderla dietro veline e coriandoli.
Secondo l’ottavo rapporto della Caritas Italiana su Povertà ed esclusione sociale in Italia, realizzato in collaborazione con la Fondazione «E. Zancan», il 13% della popolazione italiana vive con meno di metà del reddito medio italiano, ossia con 500-600 euro al mese. In Italia sarebbe povero il 30% delle famiglie con 3 o più figli a carico e il 49% di queste famiglie vive nel mezzogiorno.
Ma dietro queste statistiche ci sono storie vere, c’è un vissuto concreto, spesso drammatico.
Che fare dunque per affrontare il problema? Secondo la Caritas è necessario muoversi su tre livelli.
Il primo è quello della corretta informazione, cercando quindi di dare contesto al fenomeno.
Il secondo è quello dell’attività quotidiana di aiuto; questo non significa solo un sostegno economico diretto ma anche l’orientamento verso i servizi del territorio e lo stimolo a questi ultimi ad operare in mono efficace.
Il terzo piano è quello più importante ma anche quello più delicato: il piano politico. Il tema principale è l’insufficienza assoluta in termini di risultati concreti della lotta all’elusione sociale. Non è tanto una questione di cifre ma di qualità delle politiche stesse. Seppure la spesa sociale italiana è al disotto della media europea, sia in termini percentuale di PIL investito che di spesa pro capite, è la quantità e la qualità dei servizi offerti il vero problema. Non si tratta quindi solo di sostenere finanziariamente i cittadini indigenti ma di offrire loro una rete di supporto che li aiuti a recuperare la dignità sociale perduta (aiuto per la ricerca del lavoro, servizi educativi, residenze per anziani, servizi domiciliari, ecc…). Spiega Tiziano Vecchiato, direttore della fondazione Zancan: "i paesi che investono di più in servizi piuttosto che in trasferimenti monetari sono gli stessi che riescono a incidere sul fenomeno della povertà per il 50%. "


Qui potete trovare il Rapporto 2008 su povertà ed esclusione sociale in Italia
http://www.caritasitaliana.it/pls/caritasitaliana/v3_s2ew_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=1061
"Non ho paura della cattiveria dei malvagi, ma del silenzio degli onesti".

Martin Luther King

Il diritto è dell'altro

La legge non è il potere, ma è il limite dei poteri di fatto. La Costituzione mette regole, argini e fini sostanziali alla democrazia quantitativa. Il diritto è sempre diritto dell'altro, e poi, di riflesso anche mio. Da ciò il primato del dovere sociale. Identificare il diritto con la forza posseduta, anzichè con il controllo di quella forza, disintegra la società, accentua la forza dei potenti e l'esclusione dei deboli.

Il berlusconismo incarna questa concezione del diritto come abilità, destrezza, vittoria. Mussolini rappresentava la violenza fisica e rozza, Berlusconi rappresenta questa violenza mentale.
La democrazia comincia del basso, da ciascuno di noi.
Enrico Peyretti

venerdì 28 novembre 2008

Sempre Honsel

C'è ancora della sabbia tra le pagine del libro di Honsel che ho letto quest'estate in vacanza. L'assunto da cui parte L'algoritmo del parcheggio è che c'è un po' di matematica in tutto quello che facciamo.
Tra algoritmi e principi matematici, calcoli statistici e problemi di logica vengono esaminate scherzosamente situazioni quotidiane che si possono risolvere applicando questi ragionamenti scientifici.

Tra gli enigmi logici che ancora mi assillano c'è questo:

Supponiamo che si presentino al sig. X tre buste: una sola contiene un milione le altre 2 sono vuote. Gliene facciamo scegliere una. Apriamo una delle rimanenti che sappiamo essere vuota. Ora chiediamo al sig. X se vuole cambiare la busta.

Su questo tema è ancora in atto una diatriba tra illustri scienziati delle migliori università del mondo.

Alcuni sostengono che: all'inizio la probabilità di aver scelto la busta corretta era di un terzo, mentre la somma delle probabilità nelle altre due buste era di due terzi. Dopo l'apertura di una di queste, l'altra ha dunque probabilità doppia rispetto alla prima di contenere la cifra agoniata. Altri invece ritengono che proprio perchè tale operazione di buste si può sempre fare non può aevre influenza e dunque la probabilità per entrambe la buste ancora chiuse cresce fino a un mezzo.

L'ex Magnifico

L'altra sera ho avuto l'occasione di ascoltare il nuovo sindaco di Udine Furio Honsel, ex magnifico rettore dell'Università di Udine, impastare le idee della politica con le logiche della matematica.
Uno dei passaggi più significativi, a mio avviso, è stato quello della revisione critica del principio dell'80/20.
Richard Koch sostiene che l'80% dei risultati derivi dal 20% delle cause e la propone come una delle poche leggi razionali che può guidarci tutti per meglio realizzarci nel mondo d'oggi. Esemplificando: in genere, il 20% dei prodotti e dei clienti genera l'80% del fatturato e dei profitti, il 20% dei criminali l'80% dei reati, il 20% degli automobilisti l'80% degli incidenti, il 20% degli indumenti viene indossato l'80% del tempo, il 20% delle persone con cui abbiamo rapporti ci assicura l'80% di soddisfazioni... http://www.francoangeli.it/ricerca/stampaLibro.asp?ID=7446

Honsel, ribalta questa teoria "vecchia"degli anni '90: se l'80% degli utenti della rete visitasse solo il 20% dei siti, internet non avrebbe senso e morirebbe. In realtà le cose, come sappiamo stanno in modo diverso: una immensità di siti nei quali i più visitati hanno percentuali di utenti molto piccole rispetto all'intero popolo navigante. Attraverso l'esempio della rete Honsel sostiene che il mondo è molto più variegato di quanto noi lo pensiamo e che le molteplici differenze lo rendono estremamente complesso ma anche interessante.
Tutto questo per spiegare come la multietnicità, nelle nostre città, sia una ricchezza che va capita, coltivata, governata e apprezzata e non un peso da eliminare e criminalizzare.


.. in mezzo al discorso ha anche spiegato che nei condomini di solito le liti avvengono tra i condomini dei piani pari e quelli dei piani dispari (quelli nel mezzo con quelli del piano sopra o del piano sotto)... anche questa, messa così, non l'avevo mai pensata ... davvero un genio!

SCUSA VITO

A Rivoli, in provincia di Torino, è morto Vito Scafidi di soli 17 anni.
Non è morto in un incidente del sabato sera e non è morto nemmeno per una ragazzata. E' morto mentre era a scuola. E' morto perchè la scuola è crollata inspiegabilmente sui poveri ragazzi a lezione. Un altro ragazzo ha riportato una lesione al midollo spinale e rischia concretamente la paralisi totale. Una ragazza ha riportato una frattura ad una vertebra e un altra ragazza un trauma cranico.Viene da chiedersi: è possibile morire a 17 anni mentre si è a scuola dove si dovrebbe costruire il proprio futuro? Esiste un luogo dove poter stare senza il pensiero che possa crollare da un momento all'altro senza un motivo? E' possibile che un edificio pubblico frequentato da bambini e ragazzi crolli senza alcuna azione esterna?Il premier Silvio Berlusconi interpellato sulla questione ha detto che si è trattato solo di una tragica fatalità visto che "nessuno aveva denunciato condizioni di pericolosità". Ma ci deve sempre essere bisogno di qualcuno che denuncia? Non c'è mai nessuno che invece deve controllare e lo fa bene? Il presidente del Consiglio ha detto che ci sono 2500 scuole su cui bisognerebbe approfondire i controlli. Che lo facciano subito!
Scusa Vito se non siamo stati in grado di garantiti una scuola sicura in cui studiare e crescere serenamente.
Se i nostri governanti non hanno avuto il buon cuore di scusarsi, perdonali e accetta le mie scuse anche a nome loro!
Sandro

lunedì 24 novembre 2008

24 Novembre 2008 - Neve a Gemona -

Verso Est - il Duomo
Verso sud - il Castello


Dall'oblò di casa

domenica 23 novembre 2008

La musica

Solamente un grande artista riesce a descrivere la musica così:

La Musica viene a trovarmi all'improvviso.
Posso essere al supermercato, o sull'autobus, davanti a un paesaggio incantevole o immerso in un angoscioso dormiveglia.
Arriva, già definita nella mia mente.
Per anni ho avuto la pretesa di pensare che fosse frutto della mia ispirazione, o della mia bravura. Poi però è diventato sempre più chiaro che la Musica è una vera e propria entità, davanti alla quale la mia possibilità di scelta è davvero minima. Lei infatti possiede una
struttura interna già definita e concreta, che io non posso che rispettare.
Allora in cosa consiste la mia abilità?
Nell'essere ricettivo, nell'aver acquisito nel corso di intensi anni di studio gli strumenti per poterla plasmare, per poterla fermare sulla carta. Si…perché lei svanisce all'improvviso, furtiva come si presenta. E per questo porto sempre con me qualche foglietto pentagrammato, per non farmi trovare impreparato alle sue carezze.
La Musica, dicevo, è per me un'entità che possiede uno statuto ontologico: è cioè dotata di una vera essenza che la rende indipendente. Per questo motivo la definisco la "Strega capricciosa che ha monopolizzato la mia vita" e che mi chiede una dedizione assoluta.
Quando, dall'indefinito, un gruppo di note irrompe nella mia mente, è lo stesso frammento musicale a esigere di essere sviluppato secondo la sua volontà, non la mia. Io non ho scelta: forme e direzioni sono già insite nella Musica, e a me resta solo il compito di svelarle, ricostruendo piano piano tutta la struttura interna: le ritmiche, le melodie, le armonie, fino alla realizzazione della partitura. L'elemento più importante è la notazione scritta.
Cosa voglio io dalla musica?
Che faccia un discorso, che abbia delle tensioni interne, che sia temporale, non statica.
Ma soprattutto che esprima se stessa usando tutte le mie energie come quelle di un
suo umile manovale.

Tratto da: Giovanni Allevi, LA MUSICA IN TESTA, Rizzoli

sabato 22 novembre 2008

MUSICA MODERNA

Saranno i miei 45, sarà l’incantesimo della musica, sarà quella vena di romanticismo, ma il nuovo album di Fossati è davvero un piccolo capolavoro musicale.



So che vince l'amore
vince la tenerezza
vince un piccolo bacio
vince la timidezza
come in fondo allo sguardo di milioni di persone
perse nel mondo come siamo adesso
Il giorno che fui ricevuto dal tuo amore
imparai bene cosa vuole dire
venire da così lontano
senza avere cercato niente
benvenuta, amore mio in questa musica

(Musica Moderna)

Per strada ho visto
L'angelo del bene "Il lavoro mi ripaga" mi ha detto
È un cretino di una multinazionale
A cui le cose vanno diritte
Tutto questo aveva un nome
Poco tempo fa "Nuova economia"
È il suo destino
Vuole stare in cima
Vuole viaggiare la vita su una limousine
Possiamo dirglielo, possiamo spiegare
Che sui libri di testo non c'è una riga per lui

(La guerra dell'acqua)


http://it.youtube.com/watch?v=2ZvQCeVS0d4


Il prodotto della furbizia

Nel teatro classico del trasformismo, la Rai, va in scena l'eterno conflitto delle classi dirigenti italiane: di qua i furbi, di là gli incapaci. Al centro, un personaggio che incarna bene i vizi di entrambi, il senatore Riccardo Villari. Figura mediocrissima, un peone d'altri tempi, ma alla quale dobbiamo una lezione esemplare sui mali della politica nazionale. Democristiano di quarta fila e piccolo barone della medicina, Villari è stato riciclato prima da Mastella e poi da Rutelli non tanto in virtù di dubbie doti politiche, quanto per la conclamata cortigianeria. Cioè la principale e a volte unica competenza richiesta per fare carriera in politica. E' noto tuttavia, dai tempi di Hegel, che un servo gode di un vantaggio decisivo sul padrone: può sempre trovarsene un altro. Magari più ricco e potente. Villari, a giudicare da come si muove, deve averne trovato uno ricchissimo.


CURZIO MALTESE

La Repubblica 21 Novembre 2008

giovedì 20 novembre 2008

La civiltà della Pace - Religioni e culture in dialogo.


L’incontro, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio e dalla Chiesa di Cipro, ha avuto luogo dal 16 al 18 novembre a Nicosia.
L’appuntamento di Cipro costituisce un’ulteriore tappa del pellegrinaggio che la Comunità di Sant’Egidio ha promosso per raccogliere l’eredità della storica Giornata Mondiale di Preghiera per la Pace convocata ad Assisi da Giovanni Paolo II il 27 ottobre 1986.
In questi ventidue anni, su invito della Comunità, uomini e donne di culture e religioni diverse hanno percorso una via di incontro, di dialogo e di preghiera per la pace che ha toccato luoghi diversi del mondo, portando ovunque lo “Spirito di Assisi”, creando legami di amicizia e di cooperazione, testimoniando l’intento comune di costruire una civiltà del convivere.


APPELLO

Uomini e donne di religioni e culture differenti ci siamo ritrovati a Cipro, in questa isola bella e ferita, per pregare, dialogare, far crescere una civiltà di pace, di cui il mondo ha bisogno per non diventare disumano. Sono stati giorni di pace, pieni di fiducia che la pace è possibile.

Siamo in un passaggio difficile della storia. Tante sicurezze sono scosse dalla crisi economica che attanaglia il mondo. Molti sono pessimisti sul futuro. I paesi più ricchi concentrano la loro attenzione sulla tutela dei loro cittadini. Ma un grande mondo di poveri pagherà un duro prezzo di questa crisi. Pensiamo con molta preoccupazione ai milioni di nuovi e antichi poveri, vittime di un mercato che si pensa onnipotente.

Troppi, infatti, soffrono in questo nostro mondo, per le guerre, la povertà, la violenza. Non si può essere felici in un mondo così pieno di sofferenze. Non si può chiudere il cuore alla compassione. Sentiamo il dolore dei popoli ostaggi della guerra, di quanti debbono lasciare le loro case per l’odio etnico o per i nazionalismi, di quanti sono rapiti e scomparsi. Tanti, troppi, stanno soffrendo.

Questo non è il tempo per chiudersi nel pessimismo. Ma è l’ora di ascoltare il dolore di tanti e di lavorare per fondare un nuovo ordine mondiale di pace. La ricerca della giustizia, il dialogo, il rispetto dei più deboli, sono gli strumenti per costruire questo nuovo ordine. Ma, per fare questo, c’è bisogno di più spirito e di più senso di umanità! Un mondo senza spirito diventa presto disumano.

Le nostre tradizioni religiose, nelle loro differenze, dicono forte che un mondo senza spirito non sarà mai umano: gridano che lo spirito e l’umanità non possono essere calpestati dalla guerra; chiedono pace. Vogliono la pace, la chiedono, la implorano nella preghiera da Dio. Le religioni sanno che parlare di guerra in nome di Dio è un assurdo ed è una bestemmia. Sono convinte che dalla violenza e dal terrorismo non nasce un’umanità migliore. Non credono al pessimismo dello scontro inevitabile tra religioni e civiltà. Sperano e pregano perché, tra i popoli e tra gli uomini, si costruisca una comunità vera nella pace.

Nessun uomo, nessun popolo, nessuna comunità è un’isola. C’è sempre bisogno dell’altro, dell’amicizia, del perdono e dell’aiuto dell’altro. Abbiamo un comune destino globale: o vivremo insieme in pace o insieme periremo. La guerra non è mai inevitabile e lascia macerie anche nel cuore di chi vince.

Nessun odio, nessun conflitto, nessun muro può resistere alla preghiera, all’amore paziente che si fa dialogo, al perdono. Il dialogo non indebolisce, ma rafforza. E’ la vera alternativa alla violenza. Niente è perduto con il dialogo. Tutto può diventare possibile. Per questo, qui a Cipro, preghiamo perché ogni ingiustizia, ogni guerra, ogni male, sia presto cancellato e i popoli possano ritornare fratelli, a partire da questa isola, fino al Medio Oriente, all’Africa, all’America latina e al mondo intero.

Dio conceda allora al mondo il gran dono della pace per la preghiera di tutti i credenti!
Non è l’utopia di un paradiso in terra, ma il dovere di costruire un mondo più umano. Questo mondo è possibile, se ci sono spirito e fratellanza. Nessuna guerra è mai santa. Solo la pace è santa!

Dio conceda al mondo il gran dono della pace per la preghiera di tutti i credenti!
Cipro, 18 novembre 2008

Quota sottozero

La straordinaria vitalità del capitalismo è sotto gli occhi di tutti: la Borsa è l'unica realizzazione dell'uomo in grado di crollare anche dopo essere appena crollata. Pochi minuti dopo la catastrofe, eccola già pronta per un nuovo collasso, in una catena senza fine che ha quasi del prodigioso. Gli analisti non azzardano previsioni, ma i più ottimisti sostengono che, con l'imminente introduzione della Quota Sottozero, la Borsa potrà continuare a ingoiare denaro anche quando non ce ne sarà più.

Michele Serra
Tratto da “L’espresso”, n. 44, 2008

Poteva smentirmi?


18 Novembre 2008 -TRISTE - Un altro siparietto di Silvio Berlusconi con i «grandi» della Terra. Stavolta niente corna ma il gioco del nascondino. Accade tutto al vertice italio-tedesco di Trieste. Il presidente del Consiglio, nell'accogliere Angela Merkel a piazza dell'Unità d'Italia, si piazza dietro il pennone portabandiera e all'arrivo del cancelliere sbuca fuori esclamando «Sono qui». La Merkel, allargando le braccia e con aria divertita, risponde al «cucù» del Cavaliere con un laconico e non si sa quanto imbarazzato: «Silvio».


Poteva smentirmi il nostro presidente del Consiglio.

(vedi post del 15 Novembre 2008 http://sefossiseavessi.blogspot.com/2008/11/berluscomiche.html )

Dopo l'ultima trovata di Triseste anche la foto qui sopra è entrata in Google sez. Immagini, alla voce Berlusconi!

domenica 16 novembre 2008

Prima neve

Creta di Collina



sabato 15 novembre 2008

BERLUSCOMICHE

Provate a fare questo semplice giochino: andate su Google alla sezione "immagini" e digitate Berlusconi, fate click e guardate quello che esce. Il nostro presidente del consiglio ritratto nei suoi svariati atteggiamenti istrionici o raffigurato in vignette satiriche, anche di cattivo gusto. Una macchietta insomma.
Come sì sa Google è il motore di ricerca più utilizzato al mondo (più o meno centomila ricerche al secondo). Va da se che questa è l'immagine che ha il mondo di chi governa l'Italia.
Ora digitate Obama, Sarkozy, ... e osservate la differenza.
SBak

"Berlusconi vuol fare di tutto: lo sposo al matrimonio e persino il morto al funerale."
Roberto Zaccaria, Senatore del Pd

venerdì 14 novembre 2008

LA ZINGARA RAPITRICE

L'indagine fa parte di una più ampia ricerca commissionata dalla Fondazione Migrantes al Dipartimento di Psicologia e Andropologia culturale dell'Università degli Studi di Verona. La ricerca era volta a questa pura verifica: visto che i non zingari dicono che gli zingari rubano i bambini, e visto che sinti e rom dicono invece che sono i non zingari (quelli che essi chiamano gage o gagé) che si appropriano dei loro figli, chi ha ragione?

L’analisi prende in considerazione ventinove casi, oltre undici di sparizione di minori (dunque, 40 in tutto), sui quali è da subito opportuno indicare il risultato principale della ricerca, e cioè che non esiste nessun caso in cui sia avvenuta una sottrazione del bambino: nessun esito, infatti, corrisponde ad una sottrazione dell’infante effettivamente avvenuta, ma si è sempre di fronte ad un tentato rapimento, o meglio, ad un racconto di tentato rapimento.
Molto spesso i media denunciano il "fatto" dando come provato e "vero" il tentato rapimento ignorando poi le dichiarazione anche ufficiali che lo smentiscono. Se poi qualche volta tornano sulla vicenda, non è per comunicare che i Rom non c’entrano niente, ma è perché l’esito scioglie in sé altri eventi: truffe, fatti drammatici, situazioni che suscitano ilarità. Si è cercato anche di verificare se, per i casi in cui era stata sporta denuncia, ma in cui i presunti rapitori si erano dati alla fuga, le indagini avessero risolto la vicenda in qualche modo: si tratta di un ulteriore accertamento rispetto al fatto che, se non c’è stata più nessuna notizia in merito, questo ci può far dire che non si era poi svolto nessun arresto. D’altra parte laddove le Forze dell’ordine tramite le proprie indagini verificano che è stato solo une equivoco: una percezione errata della situazione, la stampa ne dà poca o nessuna notizia.


L'indagine può essere richiesta in forma integrale alla Fondazione Migrantes della CEI.

giovedì 13 novembre 2008

Inverno in arrivo!

Fuori diluvia da stamattina ... l'inverno è in arrivo.
Solo qualche settimana fa splendide giornate d'autunno ...

ERICA MULTITASK

Il multitasking. Sapete che cos'è? Il nome gliel'hanno dato gli americani: nella sua accezione più ampia definisce il fenomeno per cui vostro figlio, giocando al Game Boy, mangia la frittata, telefona alla nonna, segue un cartone alla televisione, e fischietta il motivetto Vodafone. Tra qualche anno si trasformerà in questo: fa i compiti mentre chatta al computer, sente l'iPod, manda sms, cerca in Google l'indirizzo di una pizzeria e palleggia con una palletta di gomma. Le università americane sono piene di studiosi che stanno cercando di capire se sono dei geni o dei fessi che si stanno bruciando il cervello. Non sono ancora arrivati a una risposta precisa.
Alessandro Baricco, I Barbari, Feltrineli 2006

mercoledì 12 novembre 2008

ECONOMIA REALE DEL FRIULI

Come sempre Paolo Menis ci regale interessanti spunti di riflessione.
L’intervento del Governo USA per tamponare la crisi finanziaria delle banche e di Wall Street fa molto riflettere e dà un forte schiaffo a chi ha sempre sostenuto la capacità di autogoverno del mercato senza regole e del liberismo sfrenato. In realtà, l’assenza delle regole non è la patria delle libertà ma una giungla in cui i più forti possono prevalere senza scrupoli, sui più deboli. L’etica dei comportamenti e le regole sono indispensabili per il buon funzionamento dei mercati: l’assenza di meccanismi di ridistribuzione, di trasparenza delle contabilità, diffondono un malessere civile che non aiuta (anzi!!!) la vita democratica di una nazione (!).
Da oltre 10 anni molto denaro si sta accumulando verso tre direzioni principali: 1) da Occidente ad Oriente (Cina, India, ecc.); 2) dai Paesi progrediti e dai consumi elevati verso i Paesi detentori di materie prime (soprattutto energetiche come petrolio, gas ecc.); 3) dalle classi "medie" della popolazione verso le classi "alte". La concentrazione di tanto denaro nelle mani di Paesi come Cina, Russia, Paesi del Golfo, ecc. che non brillano per la loro democrazia e dove i loro presidenti, populisti e proprietari di ampi pezzi di mercato e di varie testate giornalistiche e reti televisive (guarda un po’...), deve preoccuparci! Perché essi useranno il loro potere per rafforzarsi e arricchirsi ancora di più, e non per innalzare la qualità della vita dei loro cittadini. A questo punto la forbice si aprirà ancora: i ricchi saranno più ricchi a scapito dei sempre più poveri e del ceto medio.
In questa situazione generale, al nostro Governo nazionale viene offerta una ghiotta occasione per aiutare veramente le famiglie (ma perché non lo fa?), potrebbe, infatti, modificare le leggi sul bilancio delle banche in modo che le stesse guadagnino un po’ meno e i risparmi delle famiglie non vengano rosicchiati ma siano effettivi.
Paolo Menis

venerdì 7 novembre 2008

5 NOVEMBRE 2008

... il primo pensiero al risveglio: ce l'avrà fatta?

Accendo la radio, mi fiondo sul portatile, un attimo d'esitazione ... è fatta!

"Se c’è qualcuno lì fuori che ancora dubita che l’America sia un posto dove tutto è possibile; che ancora si chiede se il sogno dei nostri padri fondatori è vivo ai nostri tempi; che ancora mette il dubbio il potere della nostra democrazia: questa notte è la vostra risposta. "

Pensieri veloci come nuvole di temporale: gioia, speranza, fiducia e nel breinstorming mattutino un volto, un' immagine: Giorgio. Chissà come l'avrebbe presa questa ventata di speranza che viene d'oltre oceano? Di certo non sarebbe mancato un sagace commento ed uno sghignazzo sonoro; sicuramente avrebbe sorriso nel vedere che la dura pianta sa metter foglie anche a Novembre, che le passioni civili e i grandi ideali muovono ancora il mondo.

Un veloce caffè e via in ufficio.
Una riunione di lavoro ed una collega che ricorda: oggi è un anno che Giorgio non è più tra noi!
Non sono forte con le date, mi dimentico spesso gli anniversari ma, questa mattina so di aver visto il sorriso sornione di Giorgio incrociare quello di un giovane afroamericano che ha già cominciato a cambiare il modo.


Sandro

mercoledì 5 novembre 2008

E' fatta!




La faccia

del futuro!

martedì 4 novembre 2008

Vai Barack!


Anche il pastore di
capre keniota vuole il
figlio presidente
degli Stati Uniti

lunedì 3 novembre 2008

Dove va Gemona?

Negli ultimi 15 anni la politica gemonese si è particolarmente distinta per la litigiosità interna ed esterna, per la costruzione di muri più che per quella di ponti, ne è conseguita una evidente difficoltà a stringere alleanze territoriali, a creare sinergie positive, a realizzare intese che naturalmente passano anche attraverso un dare ed un avere e che nascono da una progettualità a lunga gittata, una progettualità che mal si sposa con le scadenze elettorali quinquennali. E’ proprio la mancanza di un progetto per la nostra città uno dei veri nodi da sciogliere e che blocca ogni energia positiva; Gemona avanza a tentoni nella nebbia da troppo tempo, diciamo dalla conclusione della ricostruzione. Che cosa sarà Gemona tra 15 o 20 anni? Quali risposte sa dare la politica locale a questo fondamentale quesito? Ma prima ancora: è in grado la politica di dare queste risposte oppure è costretta ad affidarle ad altri soggetti forti? Sa essere guida dello sviluppo? E’ capace di analisi e sintesi programmatoria, di scelte forti ed a volte anche impopolari oppure preferisce stare al traino ed acconsentire istanze che anche il buon senso direbbe inopportune, in barba a pianificazioni urbanistiche, commerciali, ambientali?


Partecipare è la prima elementare regola per alimentare il cambiamento; Gemona è ricca di risorse inesplorate, si pensi solo alle molteplici attività di volontariato, che vanno fatte emergere e messe in rete.

Alzati Gemona!

domenica 2 novembre 2008

- 3


Legge 133/08

Tagli alla scuola pubblica
Capo II Contenimento della spesa per il pubblico impiego
Art. 64.Disposizioni in materia di organizzazione scolastica

Fermo restando il disposto di cui all'articolo 2, commi 411 e 412, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, dall'attuazione dei commi 1, 2, 3, e 4 del presente articolo, devono derivare per il bilancio dello Stato economie lorde di spesa, non inferiori a 456 milioni di euro per l'anno 2009, a 1.650 milioni di euro per l'anno 2010, a 2.538 milioni di euro per l'anno 2011 e a 3.188 milioni di euro a decorrere dall'anno 2012
e spese per l'Expo

Art. 14.Expo Milano 2015

1. Per la realizzazione delle opere e delle attività connesse allo svolgimento del grande evento EXPO Milano 2015 in attuazione dell'adempimento degli obblighi internazionali assunti dal governo italiano nei confronti del Bureau International des Expositions (BIE) e' autorizzata la spesa di 30 milioni di euro per l'anno 2009, 45 milioni di euro per l'anno 2010, 59 milioni di euro per l'anno 2011, 223 milioni di euro per l'anno 2012, 564 milioni di euro per l'anno 2013, 445 milioni di euro per l'anno 2014 e 120 milioni di euro per l'anno 2015.


... e poi quelli che scendono in piazza non
avrebbero capito niente!

sabato 1 novembre 2008

Severino



Il lavoro e la vita.

Il lavoro per vivere.
Una vita di lavoro.

Sudore e rumore.
Gelo e silenzio.

Le ennesime domande,
le poche risposte.