La democrazia è il governo del popolo.
La democrazia si esercita attraverso una selezione di rappresentati che sono chiamati ad assumere decisioni che siano il più possibile vantaggiose per tutti. Ciò avviene mediante un processo che, tenendo conto delle volontà dei diversi gruppi sociali, giunge alla mediazione tra opposti interessi. Un lavoro delicato dunque che, da un lato richiede persone competenti e dall'altro necessita di un attento controllo e del concorso alle decisioni.
Ma in che modo selezioniamo le nostre rappresentanze?
In che modo le controlliamo?
Dai risultati si direbbe che queste due questioni siano davvero trascurate e producano i guasti che sono sotto i ns. occhi; ciò accade dal piccolo dei nostri comuni al grande del parlamento nazionale.
Il processo di selezione delle nostre rappresentanze è davvero tutto da rivedere: a sinistra si è parlato di primarie, ma per ora si è sempre trattato di una legittimazione di scelte già avvenute; comunque sempre meglio che a destra, dove il problema non viene neanche posto. Così al popolo viene sottratto un primo importante strumento di partecipazione democratica. Non parliamo poi delle scelte che si possono operare in sede elettorale: le liste sono speso "bloccate" e così al massimo possiamo scegliere un raggruppamento politico o l'altro.
Quanto poi al controllo delle decisioni, la mancanza di trasparenze e la complessità delle materie, non conesentono ai più l'esercizio di questo strumento democratico. Ne risulta che le diseguaglianze tra chi detiene la conoscenza e quindi la capacità di influenza, e chi ne è privo, aumentano, sottraendo a questi ultimi risorse a scapito dei primi.
La prassi democratica esige una costante e completa trasparenza; vanno individuati e attuati strumenti che favoriscano la conoscenza e che aiutino a ridurre le diseguaglianze.
Il proprio interesse sarà meglio realizzato se si realizza l'interesse di tutti.
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