domenica 9 agosto 2009
Al sig. Narduzzi
Signor Danilo Narduzzi, capogruppo della Lega Nord - Consiglio Regionale Friuli-V.G.
Non posso che associarmi a quanto Le scrive, attraverso una lettera pubblicata sulle pagine del settimanale della Diocesi di Udine "La Vita Cattolica", mons. Giuseppe Benvegnù-Pasini.
Nel malaugurato caso Le fosse sfuggita, glieLa riporto di seguito.
«Leggo la notizia che il capogruppo della Lega Nord della Regione Friuli-Venezia Giulia ha chiesto alla sua Regione di far chiudere gli ambulatori che prestano assistenza agli immigrati irregolari, sulla base del reato di "soggiorno illegale nel territorio dello Stato", riservandosi, in assenza di risposte certe, di "far intervenire le procure della Repubblica".La recente legge sulla sicurezza rivela tutto il suo volto disumano e discriminatorio, che molti paventavano.Vorrei ricordare semplicemente che l’assistenza agli infermi, a tutti indiscriminatamente, compresi i nemici, costituisce una delle Opere di misericordia, raccomandata dal Vangelo e dalla tradizione ebraico-cristiana.Analoga proibizione era uscita, durante la seconda guerra mondiale, da parte delle forze nazi-fasciste, nei confronti degli Ebrei. Molti cristiani e uomini di buona volontà si opposero a questa norma e pagarono con la vita la fedeltà alla propria fede e alla propria coscienza.Sono certo che le Caritas Diocesane, impegnate in questo servizio umanitario, nel caso in cui questa proposta fosse ratificata dagli organi competenti, si chiederanno se fare pubblicamente obiezione di coscienza e continuare il loro servizio, in nome della fede e della difesa dei diritti umani». (mons Giuseppe Benvegnù-Pasini, già direttore della Caritas Italiana e attuale presidente della Fondazione Zancan di Padova)
Quando interessi strumentali e di bassa politica prevaricano i diritti fondamentali delle persone e soprattutto di quelle più deboli e indifese, le coscienze non possono rimanere nel silenzio.
Mi scandalizza il fatto che rappresentanti dei cittadini operino in spregio ai fondamentali diritti dell’uomo ed ai dettati della nostra Costituzione democratica: La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
La biasimo e La saluto.
Sandro Venturini
Via Maitani, 30
GEMONA DEL FRIULI
SOSPESA ANCHE LA PISTA CICLABILE
Se Gemona resterà priva di un sistema ciclabile in linea con gli attuali standard delle moderne città, rischia di perdere anche il flusso ciclo-turistico che sicuramente si alimenterà notevolmente con la prossima apertura della ciclovia Alpe-Adria – prosegue Venturini -. Quest’opera potrebbe infatti ridare a Gemona lo storico ruolo di porta tra il mare e la montagna facendo convergere e stazionare nella nostra città il flusso dei ciclo-turisti che in questi ultimi anni sono in continuo aumento. Ma per cogliere quest’opportunità bisogna farsi trovare preparati con un’adeguata viabilità ciclabile e con ideonee strutture per l’accoglienza. La pista ciclabile potrebbe essere pronta in un paio d’anni. Invece tutto rimandato con buona pace delle imprese edili, che potrebbero trovare un po’ di ossigeno da un rapido appalto delle opere pubbliche, delle attività commerciali, di accoglienza e ristorazione, e di quelle legate al commercio e manutenzione di biciclette e accessori.
Non c’è nemmeno un’urgenza economica tale da motivare la scelta del sindaco Urbani. Le risorse per la pista ciclabile erano già a bilancio e recentemente abbiamo appreso che la Giunta ha pure investito 2.000.000 di euro in fondi immobiliari in attesa di interessi futuri. Con i tempi che corrono – conclude il capogruppo consiliare - le risorse vanno investite rapidamente sul territorio mediante progetti che creino lavoro e sviluppo. La pista ciclabile poteva essere sicuramente uno di questi.
martedì 28 luglio 2009
venerdì 10 luglio 2009
Lettera sulla fame nel mondo
Questa non è una lettera documento, ma solo uno sfogo.
L’unico dato certo che cito è che 800 milioni di persone nel mondo soffrono la fame (è un documento ufficiale della FAO). Ma, un conto è vedere una cifra su di un giornale e una altro è constatare in giro per il mondo le cose che accadono. E, negli ultimi tempi, ne ho viste molte.
Troppe le baraccopoli, troppi i bambini di strada, troppi i mendicanti, troppa la fame nei paesi aridi, troppa la prostituzione. Si sa, si tratta di problemi vecchi che nessuno puo’ risolvere con la bacchetta magica. Ci sono tante persone nel mondo che se ne occupano partendo da un impegno personale, per fede o per umanitarismo, e tante persone che le sostengono. E’ una constatazione. Ma in molti casi esse si trovano di fronte a mali vasti e strutturali che solo una politica mondiale di ampio respiro può affrontare e, alla lunga, forse risolvere.
Ma questo implica una presa di coscienza di chi ha cultura, denaro e potere sia nel primo mondo sviluppato che presso le elites del resto dei paesi.
Vediamo spesso invece un calare dell’impegno dei paesi ricchi verso quelli più poveri e un astio verso le persone che in qualche modo si presentano, scomodamente per noi, dinanzi alle nostre porte. Certo abbiamo bisogno di sicurezza, ma anche di accoglienza e di apertura mentale. Mai una azione difensiva soltanto ha avuto alla lunga esito positivo. I problemi occorre affrontarli di petto. Occorre che ci rendiamo conto che, per esempio in Europa, viviamo in un vero e proprio paradiso, se lo confrontiamo con la situazione di tanti paesi del mondo. Vedo ogni giorno con i miei occhi gente che sarebbe contenta di avere soltanto quello che noi quotidianamente scartiamo in abiti usati, in prodotti tecnici funzionanti. Ma obsoleti, in scarti di cibo.
Qualche giorno fa alla televisione brasiliana hanno comunicato che il presidente Lula ha firmato una legge che concede la residenza brasiliana a tantissimi immigrati clandestini ed ha espressamente sottolineato che il Brasile è sempre stato una terra di accoglienza in cui milioni di Europei hanno trovato rifugio e sopravvivenza quando in Europa le cose andavano male.
Nello stesso telegiornale, il comunicato successivo dava notizia dell’approvazione della legge italiana che dichiara reato l’immigrazione clandestina. E il Brasile non è certo un paese senza problemi! Così con tutta la mia prosopopea di europeo mi sono inchinato di fronte all’umanità di chi percepisce i problemi su scala mondiale e non solo dalla poltrona del proprio comodo salotto.
E come membro della Chiesa, sento di avere una grande responsabilità nel dovere di denunciare tutto ciò che innalza barriere tra gli uomini e di formare le coscienze al dovere della solidarietà mondiale. E’ un compito cui non possiamo sottrarci nelle nostre chiese e nelle nostre scuole anche quando ci espone alle critiche dei sedicenti cristiani benpensanti.
Paolo
giovedì 9 luglio 2009
Piccola posta (Il Foglio)
“Per mangiarti meglio, piccina mia”, disse la nonnina, e tentò di fare un boccone solo di Debora Serracchiani. E tutto per un’intervista un po’ fessa? Ehi, che bocca grande che hai, nonnina!
di Adriano Sofri
Lavoro e diritti
250 Kg di calce sulla schiena traspostati in equilibrio su un tavolone da 30 cm.!
…va tenuto presente che e`
causa di gravi scompensi separare l’agire economico, a
cui spetterebbe solo produrre ricchezza, da quello politico,
a cui spetterebbe di perseguire la giustizia mediante
la ridistribuzione.
« La solidarieta` universale, che e` un fatto e per
noi un beneficio, e` altresì un dovere ».105 Molte persone,
oggi, tendono a coltivare la pretesa di non dover niente
a nessuno, tranne che a se stesse. Ritengono di essere
titolari solo di diritti e incontrano spesso forti ostacoli a
maturare una responsabilita` per il proprio e l’altrui sviluppo
integrale. Per questo e` importante sollecitare una
nuova riflessione su come i diritti presuppongano doveri
senza i quali si trasformano in arbitrio.
dalla Lettera enciclica Caritas in veritate
del sommo pontefice Benedetto XVI
martedì 30 giugno 2009
sabato 27 giugno 2009
giovedì 18 giugno 2009
Il decalogo di Bregantini
2. La politica attiva comporta una crescita di responsabilità e forme di democrazia ascendente che prevede luoghi permanenti e periodici di partecipazione: circoli, associazioni culturali, volontariato, società civile. La politica ha ancora il compito di garantire la partecipazione responsabile ai soggetti sociali, avendo di mira e privilegiando gli interessi delle persone e delle comunità intermedie. Nei confronti di queste essa si pone come sostegno e coordinamento nel rispetto del principio di sussidiarietà e di un sano pluralismo personalista e comunitario.
3. Il rispetto delle altrui posizioni favorisce il dialogo con amici e avversari; il rifiuto della rissa e dell’intolleranza sviluppa una sana competizione delle idee per risolvere i problemi, riducendo la conflittualità esasperata, incrementando la collaborazione con spirito costruttivo sui temi del bene comune.
4. Il requisito della coerenza ha conseguenze sui comportamenti nella vita pubblica. I mutamenti di schieramento, sempre possibili per motivi di coscienza, dovrebbero richiedere le dimissioni dall’incarico. La coscienza politica deve favorire e promuovere i valori della persona, quali la dignità, il diritto al lavoro, la giustizia, la promozione della cultura, la crescita della moralità civile, la custodia della famiglia, il rispetto della vita e la crescita della sua qualità, la non violenza, la libertà di pensiero, di azione e di religione.
5. Va ribadito il rifiuto e la denuncia di comportamenti immorali e disonesti, come la corruzione, la concussione, la menzogna, la calunnia, il clientelismo, l’associazione per delinquere, l’abuso e la truffa. A tal fine potrà essere di aiuto l’elaborazione di codici etici condivisi.
6. Occorre impegno per favorire la cultura della legalità, che rispetti e faccia rispettare le regole e le procedure democratiche. Gli eletti a cariche pubbliche avvertano il dovere di essere testimoni esemplari del rispetto delle leggi.
7. Gli amministratori abbiano una adeguata preparazione politica, giuridica, amministrativa, storica, economica e sociologica. A tal fine si incoraggino i luoghi e strumenti di formazione permanente. Gli incarichi di secondo livello vanno affidati a persone competenti, di provata moralità e testimoniata onestà professionale.
8. La selezione della classe dirigente amministrativa premi il merito, la competenza e rifugga dall’affidarsi a simpatie, legami personali o familiari, ripicche, vendette.
9. L’impegno politico amministrativo richiede un limite di mandato e periodi di tempo determinato, con fasi opportune di astensione tra incarichi dello stesso tipo.
10. L’attenzione ai problemi specifici del territorio in cui si opera va coordinata e misurata sulla base del principio di sussidiarietà con una visione aggiornata alle soluzioni nazionali e internazionali. La presenza assidua negli organismi amministrativi e di governo va apprezzata come va condannata ogni prassi di assenteismo
domenica 14 giugno 2009
GRAZIE!
Volevo ringraziare di cuore ciascuna e ciascuno di voi per il grande lavoro che abbiamo fatto insieme in questi mesi.
Ma per prima un grande grazie a Mariolina che ha avuto il coraggio e la forza di condurre questa sfida.
E stata unaavventura esaltante che purtroppo solo in parte ha dato i suoi frutti ma a volte i frutti hanno bisogno di più tempo per maturare!
Ciò che ha reso comunque importante quest'esperienza è stato condividere insieme ideali, progetti e speranze ed aver sperimentato quanto siano importati i rapporti di vera stima e fiducia reciproci: è questo ciò che fa di un gruppo una grande squadra!
Io sono solo l'alpinista che ha raggiunto la vetta ma che guardando verso valle non dimentica il lavoro dellintera spedizione ... da solo lassù non ci sarei mai arrivato.
( Foto Camisasca)
Adesso dobbiamo subito ripartire per una nuova ascensione, una montagna alta 5 anni!
Sarà una salita impegnativa ma entusiasmante; se ciascuno porterà un po' di peso ce la faremo!
Conto sulla volontà di tutti voi: zaino in spalla, si parte!
Sandro
Nuovo Consiglio Comunale
MAGGIORANZA
PER GEMONA
COLLINI FABIO 117
SALVATORELLI VINCENZO 116
COPETTI PAOLO 73
ZEARO ESTER 57
COPETTI VALTER 45
GEMONA NEL CUORE
REVELANT ROBERTO 166
CARGNELUTTI LORIS 75
PATAT LUIGINO 58
RAGALZI GIULIO 53
LONDERO ADALGISA 51
GEMON@ASSIEME
MARMAI STEFANO 81
PALESE ANDREA 61
OPPOSIZIONE
CON TE GEMONA
VENTURINI SANDRO 204
DOROTEA GIACOMINO 98
PDL
TISO GIUSEPPE 213
BENVENUTI MATTEO 122
GEMONA AVANTI
COPETTI LUCIO 119
LEGA NORD
ZILLI BARBARA 121
venerdì 5 giugno 2009
VAI DEBORA!
Per Gemona azioni efficaci e serietà!
- Non è con le cittadelle dello sport che aiuteremo le famiglie ad arrivare alla fine del mese, ma con risposte concrete ai concreti bisogni dei cittadini.
- Non è con gli slogan sugli “indiani” che educheremo i nostri figli al rispetto degli altri e delle regole della convivenza civile, ma con la tolleranza e la legalità di tutti verso tutti.
- Non è attraverso rapporti di sudditanza rispetto ai Partiti che governano la Provincia e la Regione che Gemona potrà uscire dalla marginalità politica e territoriale, ma con una politica collaborativa e nel contempo decisa e chiara negli obiettivi.
- Non è con i vecchi volti ridipinti a nuovo che riusciremo a costruire una nuova classe politica, ma dando spazio alle giovani generazioni e soprattutto a persone che vivono la dimensione del servizio alla comunità.
- Gemona ha urgenza di voltare pagina: volti nuovi e nuove logiche di amministrare il Comune.
- Gemona può aspirare a un futuro migliore solo se saprà ascoltare i bisogni reali delle persone. Se il bene comune si sostituirà agli egoismi e agli interessi di pochi.
- Gemona anche ha bisogno degli occhi delle donne, accanto a quelli degli uomini, per governare con stili e metodi rivolti al futuro e disponibili all’ascolto.
Gemona crescerà.
Con tutti noi.
mercoledì 3 giugno 2009
.. ognuno riceve il suo dono ...
Sono le situazioni estreme che ci fanno conoscere la forza e la sapienza del nostro vero io e ci fanno trovare il modo di superare le difficoltà: “La luce non si manifesta forse quando è più buio?”
Ringrazio Franca per aver voluto condividere con tutti noi i suoi pensieri sorti lungo il cammino verso Santiago di Compostela.
L'uomo lupo
No, abbiamo bisogno di un soprassalto di dignità umana prima ancora che cristiana, abbiamo urgente necessità di ritrovare in noi e attorno a noi il rispetto per la dignità di ogni essere umano, abbiamo un’esigenza vitale di riscoprire come il bisognoso è uno stimolo e non un intralcio ad una società più giusta.
Se continuiamo a nutrire le nostre paure invece di affrontarle, se crediamo di poter uscire dalle difficoltà non assieme ma contro gli altri, in particolare i più deboli, ci prepariamo un futuro di cupa barbarie, ci incamminiamo in un vicolo cieco in cui l’uomo sarà sempre più lupo all’uomo.
Enzo Bianchi – Per un’etica condivisa
domenica 31 maggio 2009
La rete di Honsell
In un mondo globalizzato, nessuno può più pensare di farcela da solo; nessun comune, neanche una Città come Udine può lavorare guardando solo all'interno del proprio confine e ponendosi con un ruolo egemone rispetto al Friuli. Per Honsell, è il momento di lavorare in rete; reti locali, di prossimità, con i comuni contermini, ma anche reti più grandi di dimensione provinciale. I temi sul tappeto richiedono sinergie, lavoro di squadra (il gestore unico del ciclo dei rifiuti, del ciclo dell'acqua, i trasporti pubblici, la sanità, ecc...). Nessuna realtà locale può pensare di sopraffare l'altro, è un suicidio. Bisogna invece valorizzare le eccellenze che risiedono anche in piccoli comuni; bisogna ragionare su scale più ampie. Il modello comunale (che ci viene ancora dal Medioevo) va rivisto in quest'ottica: se tutti portano qualcosa tutti ci guadagnano.
In conclusione il prof. Honsell ha ringraziato quanti, in questo momento difficile, si impegnano in politica ed ha augurato a Mariolina ed alla sua squadra il meritato successo affinché in futuro si possano davvero stringere alleanze virtuose tra amministrazioni comunali lungimiranti.
giovedì 28 maggio 2009
Per il futuro
L’ambiente in cui viviamo va riconosciuto come risorsa limitata, perciò intendiamo operare coerenti con un’idea di sviluppo sostenibile, in modo da soddisfare le nostre necessità senza compromettere la possibilità delle future generazioni di soddisfare le proprie.
Qualificare in maniera intelligente le risorse esistenti nella nostra cittadina costituisce uno dei migliori investimenti per il futuro.
I tratti essenziali dell’azione di governo saranno:
- strutturare il quadro conoscitivo del territorio, mediante indicatori, indici e sistemi informativi, utili a definire quadri conoscitivi, lo stato dell’ambiente, le attività di pianificazione, programmazione e valutazione dell’efficacia delle politiche attuate e garantire una corretta e costante informazione alla popolazione;
- la gestione del territorio non solo con l’obiettivo di regolarne l’uso, ma anche con quello di perseguirne la tutela e la valorizzazione, puntando con decisione ad uno sviluppo sostenibile del territorio di Gemona e del Gemonese;
mercoledì 27 maggio 2009
Il benessere, i servizi alla persona e la qualità della vita
Nell’accezione moderna la salute non è solo l’assenza di malattia, ma ricomprende il complesso del benessere psico-fisico e sociale dei cittadini. I determinanti di salute sono molteplici ed afferiscono a competenze diverse, solo in parte strettamente sanitarie; per questo è necessario sviluppare politiche integrate di salute mediante progetti cui devono concorrere tutti i portatori di interesse. L’Amministrazione comunale (che per legge ha la responsabilità della salute pubblica locale) deve governare questi processi, deve farsi particolarmente attenta nel “leggere” i bisogni del territorio promuovendo risposte coerenti ed efficaci. Vogliamo perciò favorire la salute e la qualità della vita mediante:
· sinergie fra politiche della salute e politiche cittadine strategiche che influiscono sul tema della salute;· sviluppo fisico, economico e sociale della città attento all'equità, alla sostenibilità ed alla valorizzazione del capitale sociale;
· responsabilizzazione dei cittadini e loro partecipazione al dibattito sulle scelte pubbliche per la città.
In quest’ottica ci impegnamo per:
· realizzare un grande progetto per la salute, d’intesa con l’A.S.S N. 3, nel quale integrare le politiche della salute e le politiche cittadine strategiche che influiscono sul tema della salute (traffico, qualità dell’aria, elettrosmog, alimentazione, stili di vita, ecc.);
· favorire il rafforzamento dei servizi sociosanitari territoriali (Distretto, Servizi Sociali, Centro Diurno per gli anziani, Dipartimento di Prevenzione, SerT) operando per un razionale accorpamento di taluni servizi presso l’area dell’Ospedale;
· sostenere l’autonomia istituzionale dell’A.S.S. n. 3 Alto Friuli e, per Gemona, il ruolo di Ospedale integrato di rete;
· garantire servizi pubblici in funzione delle esigenze dei cittadini (es. maggior flessibilità di orari di uffici pubblici, asili e scuole).
· politiche innovative per rispondere alle problematiche legate alle diverse fasce d'età (infanzia, giovani, anziani) ed alle situazioni di fragilità/debolezza/disagio dei singoli e delle famiglie (in stretto raccordo con i Servizi Sociali e l'ASS3, le Associazioni di volontariato sociale, la Parrocchia, ecc.)
· sostegno e collaborazione con le Associazioni di volontariato sociale ed altri attori per la costruzione di una Gemona sempre più solidale ed attenta alle crescenti necessità di parte della cittadinanza.
· potenziare servizi e forme di sostegno a favore della genitorialità e della famiglia; in particolare attivare una "ludoteca"-doposcuola, che possa diventare luogo d'incontro/confronto per i genitori;
· razionalizzare e sviluppare, mettendoli in rete, gli interventi -diretti e indiretti- nel settore dell'aggregazione giovanile;
· favorire la partecipazione dei giovani alla vita politica e sociale del Comune ed alle sue attività e iniziative (artistico-culturali, ricreative, di volontariato, sportive ecc.) offrendo spazi di maturazione e crescita;
· collaborare con le Scuole, le Associazioni ecc. per diffondere soprattutto tra i più giovani scelte di cittadinanza attiva e responsabile e favorire l'avvicinamento delle giovani generazioni alla vita politica cittadina;
· favorire l'inserimento di persone svantaggiate nei percorsi lavorativi "protetti" tramite le cooperative sociali del territorio, anche all'interno della "Colonia Pecol";
Particolare attenzione va posta alla risorsa “anziani”: il Gemonese e l’Alto Friuli presentano tra le più alte concentrazioni di anziani d’Italia. In questo contesto va attuato un forte ed innovativo progetto politico orientato a: valorizzare le capacità e i saperi degli anziani per impieghi nei servizi socialmente utili, favorire l’incontro tra generazioni, offrire una residenza autonoma ad anziani a rischio di solitudine; promuovere l’autogestione e la socializzazione degli ospiti; ritardare o evitare il ricovero in residenze protette.
· riconvertire una porzione del patrimonio edilizio nel Centro cittadino per creare un Condominio Solidale (ci sono già buone pratiche in diversi Comuni italiani);
· favorire la costituzione di centri di aggregazione e socializzazione per anziani (aperti almeno nei fine settimana);
· mantenere il servizio di "taxi per anziani", estendendone i criteri e le modalità di fruizione;
Lettera agli elettori
Ho lavorato per oltre 10 anni presso il Comune di Gemona come geometra; da 16 anni opero presso l’Azienda per i Servizi Sanitari n. 3 e coordino i Tecnici della Prevenzione (sicurezza del lavoro, alimenti e acque potabili, salute pubblica, veterinaria). Per questo sono particolarmente attento ai temi della salute e del benessere della comunità.
Fin da giovane ho svolto attività di volontariato sociale soprattutto in ambito parrocchiale.
L’importanza che attribuisco all’educazione dei giovani mi ha anche spinto ad accettare l’incarico di presiedere il Consiglio d’Istituto della Scuola Media Statale di Gemona, responsabilità che rivesto da 4 anni.
Ho aderito all’impegno in politica perché lo ritengo un dovere civile, una responsabilità morale alla quale non ci si può sottrarre. Mi è sempre rimasto impresso un cartellone che si trovava all’ingresso della casa parrocchiale di Osais, dove ho trascorso molte delle mie estati giovanili, che riportava in sintesi questo messaggio: “in questa casa troverai quello che sei stato capace di portare”.
Sogno una Gemona più solidale, dove contino, al disopra di tutto, i rapporti tra le persone; una Gemona dove gli anziani e i giovani siano visti come una risorsa da coltivare, da cui trarre ragioni di saggezza dagli uni e stimoli di novità dagli altri. Sogno una Gemona dove le linee di sviluppo della città siano frutto del dialogo e della condivisione con tutti i cittadini. Sogno una Gemona dove il territorio e l’ambiente siano motivo di uno sviluppo responsabile, di un turismo “dolce”, siano un patrimonio da lasciare in eredità ai nostri figli migliore di quanto l’abbiamo trovato.
Questi sogni vorrei realizzarli con la squadra di amici della Lista Civica CON TE GEMONA e con la competenza e l’impegno del Sindaco MARIOLINA PATAT.
Per questo chiedo la vostra fiducia.
Vi ringrazio sin d’ora.
sabato 23 maggio 2009
Idee in Comune
Sogno una Gemona più solidale, dove contino, al disopra di tutto, i rapporti tra le persone; una Gemona dove gli anziani e i giovani siano visti come una risorsa da coltivare, cui trarre ragioni di saggezza dagli uni e stimoli di novità dagli altri. Sogno una Gemona dove le linee di sviluppo della città siano frutto del confronto e della condivisione con tutti i cittadini. Sogno una Gemona dove il territorio e l’ambiente siano motivo di uno sviluppo responsabile, di un turismo “dolce”, siano un patrimonio da lasciare in eredità ai nostri figli migliore di quanto l’abbiamo trovato.
Idee per Gemona n. 2
Gemona necessita di un rilancio del suo ruolo rispetto al territorio circostante: si tratta di ricostruire i rapporti con le Amministrazioni vicine per affrontare problematiche comuni (sanità, scuola, sviluppo economico e commerciale, trasporti, rifiuti, acque, ambiente, ecc.) .
Gemona necessita di un nuovo stile di governo, che sappia coniugare i reali bisogni della persona con lo sviluppo sostenibile; che sia fondato su una progettualità pluriennale che, partendo dall’analisi delle maggiori questioni irrisolte ereditate dalle Amministrazioni precedenti, sviluppi progetti chiari, integrati e di prospettiva. Questo non può prescindere dalla partecipazione attiva di tutte le realtà cittadine nelle scelte delle linee di futuro, attraverso strumenti di partecipazione reale.
La qualità della vita delle persone e il benessere dei Gemonesi vanno di pari passo con la qualità del territorio e dei servizi: è necessario partire da una conoscenza approfondita del contesto storico - culturale - territoriale per disegnare un futuro che tenga conto delle nuove emergenze / esigenze dei cittadini.
Dal nostro programma elettorale
In coerenza con questi principi condividiamo le seguenti linee programmatiche generali:
1. La difesa della Costituzione e della legalità democratica: occorre superare la visione individualistica per perseguirne una che veda al centro “la persona” inserita in una realtà sociale e relazionale. Parimenti riteniamo che sia fondamentale la competenza e l’onestà della classe dirigente, contrastando posizioni conflittuali tra interessi pubblici e privati.
2. La difesa dello stato sociale: è necessaria una vigilanza socialmente responsabile sulla concezione privatistica dell’economia che si traduce nella privatizzazione della sanità, della previdenza, dei beni culturali, dell’istruzione, della giustizia, dell’ambiente, dell’energia, dell’acqua. Solo all’interno di un rapporto equilibrato tra privato e pubblico e tra legittima autonomia del mercato e rispetto di regole etiche e sociali imprescindibili si potranno ricercare soluzioni che armonizzino in modo nuovo efficienza e solidarietà, mercato e Stato.
3. Il bene comune: è necessario riaffermare il primato del bene comune, inteso come raggiungimento di traguardi sociali, di sviluppo economico, di qualità della vita rifiutando la concezione egoistica di un bene comune inteso come somma dei beni individuali. Solo nell’ottica del concetto integrale di bene comune possono trovare spazio il rifiuto della guerra, la volontà sincera di combattere la fame e le malattie nel mondo, il dovere di salvaguardare l’equilibrio ecologico del pianeta.
4. La laicità: con riferimento ai principi costituzionali di laicità dello Stato si ritiene che, nelle nostre società pluriculturali e plurietniche, il problema di trovare una via all’incontro e al confronto interculturale e interreligioso è diventato improrogabile ed urgente. Riteniamo che la laicità dev’essere intesa non come separazione tra diversi ma come “fecondazione reciproca” delle diverse identità culturali, per realizzare la migliore società possibile.
Idee per Gemona
Presentazione delle liste
Parco di Via Dante - Domenica 17 Maggio
In questi giorni le persone che incontro mi pongono 2 domande.1. CE LA POSSIAMO FARE?
Non lo so? Se lo sapessi sarei un mago. So però una cosa, che la meta che abbiamo davanti e che dobbiamo raggiungere dipende molto dal viaggio, dal percorso che faremo, soprattutto da quanti saremo a crederci e a camminare insieme. Lo dico con l’esperienza dell’alpinista: per portare a volte solo un uomo o due sulla vetta di una grande montagna (un 8000) ci vuole il lavoro di una grande squadra, ci vuole la volontà e l’esperienza di ciascuno. Quello che vi chiediamo in questo mese è di invitare più persone possibili a camminare insieme a noi; allora il cammino sarà più leggero ed avremo maggiori possibilità di portare a termine il nostro viaggio.
Zaino in spalla dunque: se sarà così ce la possiamo fare.
2. SE VINCETE CHE COSA FARETE PER GEMONA?
In queste settimane ci siamo confrontati, abbiamo messo insieme un sacco di idee, le abbiamo raccolte nel ns. programma elettorale (lo trovate sul sito: www.mariolinapatat.it); ma a noi non piace la politica delle promesse (l’autobus per gli anziani, meno tasse per tutti, ecc..). Per questo noi non siamo qui a fare delle promesse in cambio di voti: questa è la vecchia politica dello scambio.
Quello che noi ci sentiamo di garantire, perché è quello che pensiamo sia davvero il punto qualificante, è un nuovo metodo di lavoro, un nuovo metodo di gestire la cosa pubblica: un metodo che parte dall’ascolto e dalla lettura dei bisogni; un metodo che sa mettere in rete tutte le buone energie di Gemona, un metodo in cui le decisioni strategiche per lo sviluppo della nostra città non sono assunte da pochi ma sono frutto del dialogo, del confronto e della condivisione con tutti i cittadini; un metodo dove si presti particolare attenzione a chi fa più fatica e chi è meno fortunato. Un metodo dove i rapporti tra le persone vengono prima degli interessi di pochi.
Su questo ci impegnamo.
Abbiamo un grande sogno, cambiare Gemona; ma per cambiare una città non basta una persona ma ci vuole la volontà, l’impegno la partecipazione di tutti i cittadini.
Grazie di nuovo e buon cammino a tutti noi.
sabato 9 maggio 2009
Essere stranieri
venerdì 20 marzo 2009
… dal corso di antropologia culturale
comportamento siano sempre normali, naturali, buoni, belli, o
importanti e che gli stranieri, nella misura in cui vivono in modo
diverso, si conducano secondo schemi di comportamento selvaggi,
inumani, disgustosi o irrazionali.Le persone intolleranti verso le
differenze culturali ignorano, di solito, il seguente fatto: se gli fosse
stata trasmessa la cultura da un altro gruppo, quei modi di vivere
ritenuti selvaggi, inumani, disgustosi o irrazionali ora sarebbero i
loro” (Harris 1987).
martedì 17 marzo 2009
LE RONDE
Stasera mi sento davvero più sicuro circolando per le stradine poco illuminate del centro.
Pin piano mi avvicino ai ragazzotti che camminano in senso opposto al mio e quando sono a un paio di passi, curioso, cerco di scrutare i loro volti per vedere se ne conosco qualcuno. La mia città non è molto grande e ci si conosce un po’ tutti.
Infatti ne conosco più d’uno!
Uno è un ragazzotto di qualche anno più giovane di me; non so il nome ma ricordo di averlo visto più e più volte alla festa del paese trangugiare birra e intrattenere gli amici, tra un improperio e un altro, alzando la voce e recriminando contro “quelli che ci portano via il lavoro e fanno i padroni in casa nostra”.
Un altro è un giovane imprenditore edile, spalle larghe, sempre abbronzato e camicia sbottonata per metà. Non è tanto che si è messo in proprio ma pare che gli affari gli vadano proprio bene. In pochi anni si è costruito una splendida villa in campagna, gira con un SUV fiammante e veste sempre elegante. Non mi pare di vederlo più lavorare nei suoi cantieri dove invece ho spesso intravisto volti con lineamenti e colori della pelle non certo europei.
Il terzo lo conosco sin troppo bene, qualche tempo fa ho avuto persino un diverbio: è il perito cui mia madre aveva affidato la pratica di successione dopo che è mancato il papà. Al pagamento del saldo, nonostante la mia richiesta, non intendeva rilasciarmi la fattura adducendo la scusa che con mia madre si era accodato in modo diverso. Ho dovuto minacciare di non pagarlo per ricondurlo controvoglia a ragione.
Beh, se questi devono garantire la legalità e l’ordine nella mia città … mi sento più insicuro di prima!
lunedì 16 marzo 2009
UNA NUOVA NARRAZIONE DEL MONDO
Costruire nuove forme locali e mondiali di “res pubblica” richiederà molto tempo, perseveranza e fiducia nel divenire delle società umane. Occorre inventare nuovi cammini, anche ripercorrendo in un’altra maniera le strade già percorse, sapendo che non sarà per nulla facile riuscirci a breve e medio termine. A lungo termine le alternative sono possibili a condizione di essere radicali.
In questo senso, la posta in gioco è il cammino stesso, perché, come si sa, non v’è nessuna “road map”, già definita, nei dettagli, da seguire.
Il cammino si apprende camminando insieme.
Riccardo Petrella – Una nuova narrazione del mondo – 2007 EMI
domenica 15 marzo 2009
sabato 14 marzo 2009
Uno splendido saggio su che cos'è la vita ...
domenica 8 marzo 2009
RIFLESSIONI SUL TESTAMENTO BIOLOGICO
analoghe (circa 2000) in tutto il Paese, se poi si guarda al futuro e si considera la rapidità
con cui evolve il progresso in campo biomedico, è facile prevedere il rapido moltiplicarsi
di tali situazioni. Secondo me si potrebbe prevedere in FVG una struttura dedicata agli
stati comatosi, a servizio di quelle famiglie che non ce la fanno da sole a reggere
l’assistenza, a servizio di chi sceglie comunque la vita, a pieno servizio della dignità della
persona!
Non c’è dubbio che spesso molti casi siano riconducibili a quell’insieme di situazioni di
frontiera nelle quali diventa estremamente difficile stabilire il confine fra un’eutanasia
passiva e l’accanimento terapeutico, detto in altre parole, esistono molte situazioni dove
non intervenire può impedire ad un soggetto di fruire di una vita ancora umanamente
dignitosa, e intervenire potrebbe invece determinare un eccessivo prolungamento della
vita biologica a scapito della sua qualità umana.
La differenza di posizioni diviene rilevante quando si passa a determinare ciò che
appartiene all’ambito della “cura”, cioè cosa è medico e cosa non lo è. Il dibattito
parlamentare si è infervorato proprio su questo punto: alimentazione e disidratazione
artificiali sono terapia o sostegno vitale?
L’altra questione spinosa è: a chi spetta decidere e con quali modalità. Il consenso
informato e il testamento biologico nascono proprio dall’attuazione del principio di
autodeterminazione della persona interessata (malata). Ma le situazioni cliniche sono
molte e sempre più complesse.
E’ chiaro che parecchie delle perplessità sollevate in questa fase nascono da una endemica
carenza legislativa. Per questo è necessario arrivare al più presto all’approvazione di una
legge, anche minimale, sul testamento biologico. Il Parlamento deve prendersi il tempo
necessario per approfondire, discutere e arrivare a una decisione non facile e scontata.
Molti cittadini, la maggior parte, e tra questi anch’io, hanno seguito la vicenda Englaro in
silenzio, su invito del padre o di autorevoli personaggi politici o ecclesiali.
Oggi, però, non mi piace che il signor Englaro, dopo aver dichiarato di volersi ritirare nel
suo silenzio, continui a pronunciarsi e ne faccia una battaglia politica propria. Ho
l’impressione che non sia stato sincero, che non avrà mai pace.
E’ un comportamento deplorevole, almeno quanto lo è stato il comportamento tenuto dal
senatore-tessitore di Martignacco e dal presidente della regione, che avevano concordato
tutto da tempo, prima con la clinica “Città di Udine” e poi con “la Quiete”, senza
coinvolgere nessuno, né l’Assessore Kosic, né i capigruppo regionali.
Il terribile calvario di quella ragazza ha già prodotto un gran risultato perché ha contribuito
a far crescere nell’opinione pubblica una rinnovata sensibilità attorno ai temi della
sofferenza e ad accentuare, in chi ci governa, l’impegno a promuovere provvedimenti
legislativi che concorrano a rendere più umane le frontiere della malattia e della morte.
Paolo Menis - Consigliere Regionale
(estratto dell'intervento in Consiglio regionale - 4 marzo 2009)
sabato 7 marzo 2009
Tutti responsabili di tutti
Nell’accezione moderna la salute non è solo all’assenza di malattia ma ricomprende il complesso del benessere psico-fisico e sociale: stare bene con sé stessi e con gli altri. Osservate quanto si vende oggi nel “negozio della salute” per antonomasia: la farmacia. Oltre ai farmaci, relegati in quattro cassetti dietro il banco, abbondano prodotti per l’igiene, la cosmesi, la prevenzione di patologie diverse. Appare evidente che la salute dipende da una molteplicità di fattori. Per questo è necessario assumerla nella sua interezza non perdere la visione d’insieme per individuare le priorità e le azioni d’intervento ; un approccio per singoli pezzi (l’elettrosmog, la qualità dell’aria, abuso di alcol, fumo…) rischia di essere forviante. I cittadini devono conoscere tutti i rischi per la loro salute, devono stimolare gli enti competenti, devono concorrere nell’attuazione di misure di prevenzione. Anche le amministrazioni pubbliche locali, soprattutto quella comunale, devono fare la loro parte. Alcune timide esperienze sono state realizzate recentemente dall’Amministrazione Comunale (es. gli incontri: Tutti responsabili di tutti) ma manca un progetto organico con obiettivi tangibili. Comuni non lontani dal nostro già praticano buone esperienze (es. la Rete Città Sane cui aderisce il comune di Udine - http://www.retecittasane.it/ ); sarebbe importante trasferirle anche a Gemona. Ci auguriamo che i prossimi amministratori comunali si impegnino seriamente intorno a questi argomenti; sappiano davvero costruire reti per la salute.
mercoledì 4 marzo 2009
Bambini che muoiono di fame…
Il loro cuore pesa tanto … che vivono in ginocchio.
Piangono qualche volta, piangono senza far rumore, non si fanno sentire. E sono così piccoli che non si vedono neppure.
Sanno che non c’è niente da ottenere dalla mamma, cercano il loro riso nella polvere, chiudono gli occhi quando il dolore atroce della fame si irradia per tutto il corpo.
No, no state tranquilli, non grideranno, non ne hanno più la forza. Soltanto i loro occhi possono parlare. Incroceranno le braccia sul ventre rigonfio e moriranno dolcemente, senza rumore …
Quei bambini sono così ben educati …
Venti milioni di bambini con una malnutrizione grave, che ne uccide un milione ogni anno, uno ogni 30 secondi circa. La probabilità di morire per i piccoli malnutriti è venti volte superiore rispetto a quelli con una alimentazione buona.
Tratto da PEACEREPORT
http://it.peacereporter.net/articolo/8124/Morire+di+fame
lunedì 2 marzo 2009
Il Sociale a gonfie vele
( http://www.cinetecadelfriuli.org/cinema_sociale/default.html )
Si dice che i cittadini di Gemona stiano rinchiusi nella proprie quattro mura, non partecipino, si disinteressino dei problemi e delle attività delle comunità … l’esperienza positiva della riapertura del cinema Sociale dimostra che non è proprio così. Se la comunità è coinvolta nella gestione (Cineteca, volontariato,…) se si costruiscono reti e relazioni positive(con le scuole, con il territorio), se si propongono film di qualità e contenuto: i gemonesi partecipano, fanno la fila, pagano il biglietto, escono soddisfatti e ritornano …
Questo episodio deve davvero farci riflettere sull’opportunità di valorizzare, mettere in rete, dar credito alle molteplici risorse locali. Gemona è ricca di risorse è importante: farle incontrate, costruire reti e relazioni, agire insieme.
domenica 1 marzo 2009
Chi ha più amato
La vicenda di Eluana Englaro, non solo ha suscitato grandi emozioni ma ha svelato i pensieri di molti cuori. Ha svelato l’animo di un padre e di una famiglia eccezionali che, turpemente accusati di volersi liberare della figlia uccidendola, hanno continuato tenacemente a perseguire quello che ritenevano un bene per lei, custodendo e preservando fino alla fine la sua immagine di donna giovane e sorridente, mentre sarebbe bastato dare in pasto al pubblico l’atroce prova del suo disfacimento per volgere l’opinione a proprio favore. Ciò Beppino Englaro ha fatto senza seguire una scorciatoia privata, che sarebbe stata agevolissima, ma coinvolgendo la responsabilità pubblica di corti di giustizia, governi, chiese e parlamenti, perché tutto fosse chiaro e ne venisse un avvertimento di coscienza per tutti. Questo pensiero rivolto non al proprio bene, ma al bene della figlia e della stessa comunità, ha un nome, e si chiama amore.
(Raniero La Valle - da Rocca)
lunedì 23 febbraio 2009
Peschiamo con l’amo o con la rete?
Con la canna si pesca un pesce per volta, si pesca da soli, se la canna o il filo si spezzano non si può più pescare e si deve sostituire la canna, riannodare il filo e ricominciare da capo.
Con la rete è tutto un altro paio di maniche: si pescano molti pesci per volta, si lavora insieme, se una maglia si rompe si riesce a pescare comunque.
Amo e rete sono due modi diversi di pensare il lavoro, il divertimento, le relazioni, sono riferimenti antropologici contrapposti.
giovedì 19 febbraio 2009
Se il caso Mills fosse scoppiato in USA
Alexander Stille – La Repubblica 19.02.2009
sabato 14 febbraio 2009
La grande muraglia
venerdì 13 febbraio 2009
La Chiesa di Don Tarcisio
"Tu, cara Eluana, adesso sai qual è veramente la verità. Riposa in pace in mezzo ai nostri monti."
"Ora c'è il silenzio. Parlino le coscienze. In questi tempi ci siamo scontrati, ma davanti a Eluana abbiamo il capo chino e d'ora in avanti dobbiamo camminare insieme". "Ora tu sei libera e puoi riposare in pace. Sei vicina a Dio e quindi conosci la verità. Ti prego di illuminarci tutti e soprattutto di stare vicino alla tua mamma e al tuo papà. Dal cielo fai sentire la tua presenza. Ti porteremo sempre nel cuore"
"Cumò tu ses in ta veretât e ti prego da lassù prega sempre per tutti noi. Mandi Eluana, resta in Dio".
Ricordo vagamente Don Tarcisio Puntel, quando prima del terremoto, giovane prete, prestava servizio a Gemona: piccolo di statura, occhi vispi e svegli, parlata carnica ...
Oggi ho rivisto Don Tarcisio, piombato suo malgrado in mezzo a questo delirio nazionale; ho letto le sue parole pronunciate durante l'omelia funebre, l'ho sentito alla TV pronunciare semplici ed equilibrate frasi: niente strali, niente giudizi morali, niente eccessi.
La Chiesa di Don Tarcisio è la Chiesa dei semplici, di quelli che non hanno la verità in tasca, è la Chiesa della gente che ha mille domande e mille dubbi e che cerca risposte nel quotidiano attraverso la luce del cuore; è la Chiesa che non giudica, che prega in silenzio, che accetta tutti, che perdona.
E' questa la Chiesa di cui abbiamo bisogno.
http://www.youtube.com/watch?v=mggNZlFFPV0
domenica 8 febbraio 2009
Del nascere e del morire
Proprio a motivo di lancinanti interrogativi ci pare di non condividere né l'esultanza nei confronti di decisioni che sostituiscono di fatto il ritardo legislativo riguardo il testamento biologico, né la posizione di chi definisce omicidio una scelta drammatica vissuta nell'ambito di una relazione di amore. Avvertiamo l'esigenza di porsi molto di più in ascolto della vita e di tutte le sue situazioni e per questo di aprirci con rispetto a diverse possibilità. Come è vero che nessuno dovrebbe sollecitare, tanto meno obbligare qualcuno ad anticipare la propria morte biologica, ci chiediamo se altrettanto è possibile che nessuno sia obbligato a vivere anche in quelle condizioni estreme che inducono a desiderare la morte come una liberazione da una vita considerata impossibile. Fra i tanti esempi di accompagnamento per anni e anni di persone in condizioni estreme, si possono collocare anche quelle situazioni in cui le persone non ce la fanno, non per egoismo, tanto meno per cattiveria, ma per scelta personale. O ci sarebbero questioni morali che non sono di competenza della libertà di coscienza di ciascuna persona? E davvero ci si può sostituire a Dio affermando di conoscere la sua volontà riguardo alla sofferenza e alla morte delle persone? E perché non vivere con lui una relazione di fiducia, di accoglienza del nostro vivere e morire, di una vita che continua diversamente nel suo Mistero?
Lettera aperta di dieci preti friulani - Natale 2008
giovedì 5 febbraio 2009
La ragnatela
sabato 31 gennaio 2009
PREGHIERA IN GENNAIO
Signore, il suo sentiero
Quando a te la sua anima
E al mondo la sua pelle
Dovrà riconsegnare,
quando verrà al tuo cielo
là dove in pieno giorno
risplendono le stelle.
Quando attraverserà
L’ultimo vecchio ponte
Ai suicidi dirà
Baciandoli alla fronte:
“venite in paradiso
Là dove vado anch’io
Perché non c’è l’Inferno
Nel mondo del buon Dio”.
Fate che giunga a voi
Con le sue ossa stanche
Seguita da migliaia
Di quelle facce bianche,
fate che a voi ritorni
fra i morti per oltraggio
che al cielo ed alla terra
mostrarono il coraggio.
spero non vi dispiaccia
se in cielo, in mezzo ai Santi,
Dio fra le sue braccia
Soffocherà il singhiozzo
Di quelle labbra smorte
Che all’odio e all’ignoranza
Preferirono la morte.
il tuo bel Paradiso
lo hai fatto soprattutto
per chi non ha sorriso
per quelli che han vissuto
con la coscienza pura;
l’inferno esiste solo
per chi ne ha paura.
Meglio di Lei nessuno
Mai ti potrà indicare
Gli errori di noi tutti
Che puoi e vuoi salvare.
Ascolta la sua voce
Che ormai canta nel vento.
Dio di misericordia
Vedrai, sarai contento.
Dio di misericordia
Vedrai, sarai contento
Vai Cristina, vai ...
mercoledì 28 gennaio 2009
Pro-memoria
(Dall'intervento di Claudio Magris in occasione della celebrazione del Giorno della Memoria ieri al Quirinale.)
domenica 25 gennaio 2009
Questione di stile.
sabato 24 gennaio 2009
A che cosa serve ricordare?
Il senso sta nel sottotitolo della Giornata della memoria: “perche non succeda più”!
Durante l’eccidio nazista molti, troppi, sapevano, ma hanno chiuso gli occhi, il naso, le orecchie, per non vedere quello che accadeva oltre i reticolati, per non sentire l’odore acre del fumo che usciva delle ciminiere, per non ascoltare le grida di aiuto che si levavano dai carri bestiame che percorrevano l’intera Europa.
La storia ci insegna che è responsabilità di ciascuno e ciascuna di noi opporsi contro chi calpesta l’uomo e i suoi fondamentali diritti. Ce lo insegnano i ragazzi de La rosa bianca: Hans Scholl, sua sorella Sophie Scholl, Christoph Probst, Alexander Schmorell e Willi Graf, tutti poco più che ventenni. Un gruppo di studenti cristiani dell’Università di Monaco che si opposero in modo nonviolento al regime della Germania nazista e che per questo nel febbraio 1943, vennero arrestati, processati e condannati a morte mediante decapitazione.
L'uomo della Gestapo che interrogava Sophie Scholl le chiese:
"... non si sente colpevole di aver diffuso e aiutato al Resistenza, mentre i nostri soldati combattevano a Stalingrado? Non prova dispiacere per questo?", e lei rispose:" No, al contrario! Credo di aver fatto la miglior cosa per il mio popolo e per tutti gli uomini. Non mi pento di nulla e mi assumo la pena!"
Se ci fossero state migliaia e migliaia di Sophie Scholl, quante vite si sarebbero risparmiate?
Per questo è importante ricordare.
“Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali
e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti
ed io non dissi niente perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me
e non c’era rimasto nessuno a protestare”.
Martin Niemöller - pastore anti-nazista-