mercoledì 31 dicembre 2008
L'ultima luna
Una falce di luce nel gelo invernale; uno spettacolo che non potranno vedere le 5 sorelline di Jabaliya (poco distante da Gaza City): Jawaher, 4 anni, Dina, 8, Samar, 12, Ikram, 14, Tahrir, 17 anni.
La notte tra domenica e lunedì scorso se ne sono andate tutte insieme, cancellate per sempre nel fiorire della vita da una ennesima e inutile guerra in terra di Palestina.
Quella stessa terra dove 2000 anni fa vide la luce un bimbo la cui voce ancora oggi ci chiede di anteporre l'amore alla violenza, la pace al conflitto.
E' lo stesso messaggio di pace tra i popoli israeliano e palestinese che il regista Eran Riklis (nato a Gerusalemme) ci propone con il delicato film Il giardino di limoni, in programmazione in questi giorni nelle sale italiane (una vera alternativa ai tormentoni di natale). Gli alberi di limoni che appartengono a Selma (Hiam Abbass), una vedova di un villaggio della Cisgiordania, sono la rappresentazione simbolica di una naturale vita in mezzo all'odio socio-religioso che investe quel contesto mediorientale da decenni. Questi alberi, posti sulla linea di confine Isrealiano-Palestinese, sono d'ostacolo alla difesa armata e vanno eliminati. Una dura battaglia legale si concluderà con la sconfitta di entrambe i contendenti che si troveranno sempre più isolati e astiosi. Solo gli sguardi di due donne (una israeliana ed una palestinese) sapranno andare al di là delle apparenze, oltre il muro e apriranno spazi di speranza ... una speranza che avrebbe permesso alle 5 sorelline di Jabaliya di festeggiare felici il nuovo anno che sta arrivando.
sabato 27 dicembre 2008
Un fondo per i disoccupati con l'8 per mille
Il Natale ci chiama ad uno slancio rinnovato, ad un supplemento speciale di fraternità e solidarietà. I tempi che viviamo sono segnati da una crisi finanziaria ed economica che – secondo gli esperti – non ha ancora manifestato pienamente i suoi effetti destabilizzanti, soprattutto le preoccupanti ricadute sulla società e sulle famiglie. Questo scenario che si va sviluppando impone a tutti noi una riflessione seria e responsabile.
Non possiamo non domandarci il “perché” di questa crisi, che ha una portata mondiale e che sarà – a quanto sembra – caratterizzata da una particolare gravità e durata nel tempo. Spetta certamente ai politici, agli economisti, ai tecnici porsi le domande sulle cause della presente situazione. Appare già con sufficiente chiarezza come l’origine dei mali stia a monte dell’economia, perché la produzione, la distribuzione e l’uso delle risorse implicano sempre un insopprimibile aspetto etico. Può dirsi etica un’economia che non mette al centro l’uomo ma il profitto da perseguire ad ogni costo? Quanta responsabilità – delle fatiche del momento presente – ha quella finanza divenuta virtuale, che ha perso di vista l’economia reale centrata sul benessere delle comunità e dei singoli? Non ho dubbi: l’etica – e il primo valore etico è il rispetto della persona in tutte le sue dimensioni – non è un’aggiunta all’economia, ma ne è il fondamento. Sempre quando si calpesta l’etica sulla breve o lunga distanza a pagarne le gravissime conseguenze sono l’uomo, la società, la natura e l’economia stessa!
In questo Natale, già segnato dalle prime ondate di una grave crisi economica, un interrogativo mi tormenta: io, come Arcivescovo di Milano, cosa posso fare? Noi, come Chiesa ambrosiana, cosa possiamo fare?
Prima di porre un segno, quasi a dare il “la” ad un concerto che mi piacerebbe potesse coinvolgere coralmente tutta la nostra Chiesa e anche tutti gli uomini di buona volontà, vorrei che ciascuno conservasse nel cuore questa domanda e da questa si lasciasse inquietare e convertire: io cosa posso fare?
C’è uno stile di vita costruito sul consumismo che tutti siamo invitati a cambiare per tornare a una santa sobrietà, segno di giustizia prima ancora che di virtù. C’è una solidarietà umana da ritrovare nei nostri paesi e nelle nostre città per uscire dall’anonimato e dall’isolamento, perché chi vive momenti di difficoltà non si senta abbandonato. C’è una nuova primavera sociale fatta di volontariato, mutuo soccorso, cooperazione da far fiorire perché insieme – ne sono certo -, solo insieme è possibile affrontare e superare le difficoltà che sperimentiamo e che si prospettano.
Non possiamo stare a guardare! Occorre agire. E l’azione ora deve privilegiare chi nei prossimi mesi perderà il lavoro e non sarà più in grado di mantenere dignitosamente sé e la propria famiglia. Certo, la nostra Chiesa ambrosiana – nelle sue istituzioni, parrocchie, associazioni – è da sempre accanto alle persone che soffrono forme di antica e nuova povertà. Ma sento il bisogno di rinnovare l’appello alla responsabilità di tutti e di ciascuno affinché il miracolo della solidarietà, possibile dove si vive con autenticità il Vangelo, si ripeta anche in questo momento difficile. Realizziamo, insieme, dei gesti concreti di “solidarietà”. I nuovi e più profondi legami che nascono dall’Eucaristia – celebrata questa notte e quotidianamente – siano le motivazioni più evangeliche e convincenti per sostenere umanamente e spiritualmente chi è o sarà in difficoltà per la perdita del lavoro.
Tutti dobbiamo essere sobri: perché il cuore sia libero dalle ricchezze, per educarci a investire e a spendere per ciò che è necessario e importante e per condividere la nostra umanità e i nostri beni con chi è povero.
Perché questo discorso non resti generico, in questa Notte Santa, come Arcivescovo di Milano mi appello alla responsabilità dei singoli e delle comunità cristiane della diocesi e personalmente costituisco il “Fondo famiglia- lavoro” per venire incontro a chi sta perdendo l’occupazione. Come avvio di questo fondo, attingendo dall’otto per mille destinato per opere di carità, dalle offerte pervenute in questi giorni “per la carità dell’Arcivescovo”, da scelte di sobrietà della diocesi e mie personali metto a disposizione la cifra iniziale di un milione di euro.
!
Nei confronti delle probabili dimensioni della crisi, questa iniziativa è poco più di una “goccia” rispetto al “mare” delle necessità. Vuol essere però un segno con cui la Chiesa ambrosiana manifesta il suo impegno di sobrietà e di solidarietà e, soprattutto, vive e testimonia la sua fede nel Signore che si è fatto uomo tra gli uomini, servo tra i poveri e per i poveri. Un dono che vogliamo portare alla grotta di Betlemme, contemplando nel Bambino Gesù, tutti i poveri e sofferenti del mondo.
+ Dionigi card. Tettamanzi
Arcivescovo di Milano
http://www.chiesadimilano.it/or/ADMI/apps/docvescovo/files/1349/natale_notte.doc
venerdì 26 dicembre 2008
In nome della madre
In nome della madre s’inaugura la vita.
…
Il bue ha muggito piano, l’asina ha sbatacchiato forte le orecchie. E’stato un applauso di bestie il primo benvenuto al mondo di Ieshu, figlio mio. Non chiamo Iosef. Gli avevo promesso un figlio all’alba ed è ancora notte. Fino alla prima luce dell’alba Ieshu è solamente mio.
…
Fuori c’è il mondo, i padri, le leggi gli eserciti, i registri in cui iscrive il tuo nome, la circoncisione che ti darà l’appartenenza a un popolo. Fuori c’è l’odore di vino. Fuori c’è l’accampamento degli uomini. Qui dentro siamo solo noi, un calore di bestie ci avvolge e noi siamo al riparo del mondo fino all’alba. Poi entreranno e tu non sarai più mio.
Ma finché dura la notte, finché la luce di una stella vagante è a picco su di noi, noi siamo i soli al mondo. Possiamo fare a meno di loro, anche di tuo padre Iosef che è il migliore degli uomini.
…
Abìtuati al deserto, che è di nessuno e dove si sta tra terra e cielo senza l’ombra di un muro, di un recinto. Abìtuati al bivacco, impara la danza che protegge dagli uomini. Non è esilio il deserto è il tuo luogo di nascita. Non vieni da un sudore di abbracci, da nessuna goccia d’uomo, ma dal vento asciutto di un annuncio. Non si fideranno di te, come sei fatto.
…
Fuori c’è una città che si chiama Bet Lèhem, Casa di Pane. Tu sei nato qui, su una terra fornaia. Tu sei pasta cresciuta in me senza lievito d’uomo. Ti tocco e porto al naso il tuo profumo di pane della festa, quello che si porta al tempio e si offre.
…
No, non sia mai, tu non sei pane, tu sei uno dei tanti marmocchi che spuntano al modo, uno degli innumerevoli che nemmeno si contano e brulicano sulla faccia della terra.
…
Signore del mondo, benedetto, ascolta la preghiera della tua serva che adesso è madre. Quando nasce un bambino la famiglia si augura che diventi qualcuno, intelligente, si distingua dagli altri. Fa che non sia così. Fa che questo brivido salito sulla mia schiena, questo freddo venuto dal futuro sia lontano da lui. Lo chiamo Ieshu come vuoi tu, ma non lo reclamare per qualche tua missione. Fa che sia un cucciolo qualunque, anche un poco stupido, svogliato, senza studio, un figlio che si mette a bottega da suo padre, impara il mestiere, lo prosegue.
Noi penseremo a trovargli una moglie, lui mi metterà sulle ginocchia una squadra di figli. Signore del mondo benedetto, fa che abbia difetti, non si occupi di politica, vada d’accordo coi Romani e con tutti quelli che verranno a fare i padroni a casa nostra, nella nostra terra. Non ho più visto il messaggero, non l’ho più sentito: è segno che lascerai fare a me e a Iosef? Certo, ce ne occuperemo noi. Fa solo che questo bambino sia nessuno nella tua storia, fa che sia un uomo semplice, contento di esserlo e fa che si arrabbi soltanto con le mosche.
Fa che non sia bello, non susciti invidie.
Ascolta la preghiera alla rovescia della tua serva.
…
Lo chiamerò ad agire, lo prometto, ma non nel mezzo di una mischia, di una guerra. Stanotte a lume di una stella viaggiante ho la vista dei ciechi. Tocco il corpo di Ieshu in punta di dita e lo vedo ad una festa di nozze. Non è lui l’uomo, è già nei trent’anni. E io gli chiedo qualcosa lui mi guarda, arrossisce confuso, non vuole, poi obbedisce. Non so che cosa gli ho chiesto, né cosa fa lui per risposta. Intorno la festa continua. So che te lo consegno quel giorno. Non dico: così sia. Dico: non sia prima di così.
Ti ho promesso, promettimi. Ti ho obbedito, esaudiscimi.
…
Sta sbiadendo la luce della stella, il giorno viene strisciando da oriente e scardina la notte. I pastori contano la pecore prima di spargerle ai pascoli. Iosef sta sulla porta. Ieshu bambino mio, ti presento il mondo. Entra Iosef, questo adesso è il tuo figlio.
Da - IN NOME DELLA MADRE Erri De Luca, Feltrinelli (2006)
giovedì 25 dicembre 2008
lunedì 22 dicembre 2008
La corruzione inconsapevole che affonda il Paese
Eliogio dello -spr+eco
Si tratta di una “vivace” lezione che si sviluppa attorno a due temi: spreco e sufficienza.
Si legge:
Chi crede che una crescita esponenziale possa continuare all’infinito in un modo finito è un folle, oppure un economista.
L’idea del trikle down, la teoria dello sgocciolamento cara agli economisti dello sviluppo, sosteneva che la crescita economica, anche se concentrata in piccoli gruppi al vertice della società, avrebbe comunque portato benefici alla società intera: la ricchezza sarebbe discesa a pioggia sulle fasce meno abbienti.
Gli avvenimenti degli ultimi decenni hanno smentito questa teoria, non solo nei paesini via di sviluppo, ma anche nelle aree economicamente più avanzate dove la forbice della disuguaglianza economica mette in crisi società sempre più divise tra chi ha molto e chi niente.
Esiste una letteratura sterminata che concorsa sull’impossibilità di estendere a tutti gli abitanti del pianeta lo stile di vita che oggi solo un quinto della popolazione mondiale possiede.
….
La scommessa è fare della povertà nelle sue molteplici manifestazioni un nuovo ambito di attenzione e di ricerca. Proprio ripartendo da ciò che si è da sempre temuto e rifiutato è possibile aprire strade nuove di pensiero e di azione non solo a vantaggio del “poveri”, ma in vista di un cammino nuovo per tutta l’umana convivenza.
In conclusione del libro sono citate alcune massime che ci aiutano a intravedere nuovi scenari:
“L’avaro contempla ciò che possiede, il saggio possiede ciò che contempla.”
“Le cose che contano non si possono contare. “ (Albert Einstein)
domenica 21 dicembre 2008
Natale a Verona
che un giorno nella nostra Arena di Verona
uomini e donne di tutte le religioni:
ebrei, cristiani e musulmani cantino insieme la giustizia
e diano spettacolo di unità e di pace.
Noi abbiamo un sogno:
…che nessuno che si dice cristiano, in nome della propria fede ,
offenda e ferisca le altre chiese cristiane.
Noi abbiano un sogno:
… che il consiglio comunale della nostra città
consideri sempre prioritarie
la dignità e le risorse degli anziani, dei malati, dei bambini,
degli stranieri, dei clandestini, degli zingari, dei senza fissa dimora.
Noi abbiamo un sogno:
… che gli ordini e le congregazioni religiose tornino,
come alle loro origini, a farsi voce profetica del vangelo,
dei veri bisogni degli uomini e delle donne del proprio tempo.
Noi abbiamo un sogno:
che un giorno nella nostra università molti figli di immigrati
possano studiare e laurearsi, fino a ricoprire
ruoli di responsabilità nella vita della città.
Noi abbiamo un sogno:
che la nostra Chiesa di Verona,
facendo memoria del Concilio e del Sinodo,
parli la lingua dei profeti , non si lasci corteggiare dai potenti
e scelga di stare come Gesù, con i piccoli e gli esclusi.
Noi abbiamo un sogno:
…che le chiese della città, capolavori d'arte e di bellezza,
e tutte le nostre parrocchie
diventino spazi di contemplazione, di accoglienza e di perdono.
E le Liturgie siano segno e anticipo
del Regno di Dio, della civiltà dell'amore.
Noi abbiamo un sogno:
…che questo Natale e nuovo Anno siano già l'inizio di questo sogno
e che tu che leggi questo augurio
con la tua vita lo renda possibile.
sabato 20 dicembre 2008
venerdì 19 dicembre 2008
La nostra speranza
La popolazione è in costante decremento sia per la bassa mortalità (nati = metà dei morti) che per la quasi assente immigrazione dall'estero. Il flusso migratorio interno tende a far scivolare la popolazione dai piccoli e dislocati paesi di montagna verso i centri più grossi della vallata (Tolmezzo e Gemona). Il rapporto tra anziani e adulti (indice di dipendenza senile) è di 1:2 (la media regionale si attesta su 1:5). Per esprimere in modo sintetico lo stato di salute, l'indicatore più rilevante è il tasso standardizzato di mortalità precoce, ovvero gli anni di vita persi da una popolazione rispetto alla vita media. Nell'ultimo decennio il tasso di mortalità precoce in Alto Friuli è stato sempre tra il 7% e il 20% maggiore rispetto alla media della regione. I comuni di montagna (con meno di 5000 abitanti) mostrano un aggravio della mortalità del 30% per i maschi e del 15% per le femmine. Da più evidenze di letteratura viene dimostrato che la vera base di questo fenomeno è in realtà il livello di reddito disponibile dai cittadini e dalla famiglie. Da questo dipendono infatti tutta una serie di determinanti di salute: la qualità dell'alimentazione, gli stili di vita, la conoscenza e la possibilità di accesso ai servizi.
Questa mattina a Tolmezzo ho tenuto quattro ore di lezione nell'ambito di un corso sull'assistenza alla persona. I partecipanti al corso: 12 ragazze straniere; Russia, Romania, Polonia, Marocco, Filippine, Centro America, le loro nazioni d'origine.
Ho detto loro che noi Friulani siamo destinatia scomparire, di questo passo, e che per questo rimettiamo in loro la speranza per salvarci, per non far sparire i nostri paesi e per ripopolarli con bambini dalla pelle di molti colori. Mentre parlavo mi chiedevo se stessi esprimendo davvero il sentimento della maggioranza o se fosse solo una mia velleità.
Negli occhi di quelle persone ho intravisto la volontà di ricostruirsi un vita migliore; ho visto la fierezza di due giovani russe laureate (in ingegneria e in economia) che, rimboccate le maniche, si avviano verso una professione che le portetà ad assistere i nostri anziani.
Chi può permettersi di dire che non sono loro la nostra speranza?
martedì 16 dicembre 2008
PD?
Pd Idv La Sinistra Rc Ci Ps Democratici per l'Abruzzo = 42,76%
Pdl Liberalsocialisti Mpa Rialzati Abruzzo = 48,81%
In casa Pd il braccio destro di Veltroni, Goffredo Bettini spinge sull'acceleratore e chiede "una fortissima innovazione, anche dal punto di vista generazionale promuovendo nuovi dirigenti e amministratori democratici 'doc', nati con il Pd".
L'inchiesta dei pm di Potenza sugli appalti per l'estrazione del petrolio in Basilicata. Secondo l'accusa, l'onorevole Margiotta (Pd) avrebbe favorito una cordata di imprenditori incambio di tangenti. Chiesti gli arresti.
La reazione del politico: "Stupore e amarezza enormi. Mi autosospendo dal partito"
Luciano D'Alfonso, segretario regionale dell'Abruzzo del Pd, è ai domiciliari. Stessa misura per un imprenditore e un dirigente comunale.
Il sindaco di Pescara arrestato per concussione
L'inchiesta riguarda la gestione dei cimiteri, affidata ai privati.Ci sarebbero prove di tangenti. Il primo cittadino si dice innocente
TUTTO QUESTO SUL GIORNALE DI OGGI!
VEDI IL POST DI IERI!
lunedì 15 dicembre 2008
Senso e futuro della politica
Peter Berger
La piramide del sacrificio. Etica politica e trasformazione sociale. Torino, Einaudi, 1981
domenica 14 dicembre 2008
III Domenica d'Avvento
La scienza perché ci dà soluzioni pratiche a problemi pratici: la salute, il cibo, l'acqua pulita, il benessere.
La legge perché mette a posto le cose e ci difende dalle aggressioni.
Ed invochiamo allora sempre nuovi e più aggiornati strumenti di indagine scientifica e capitali immensi che applichino le ricerche alla tecnologia e le traducano in beni fruibili.
E invochiamo leggi più severe, pene più grosse, polizia più efficiente.
Ed è vero che queste realtà ci aiutano a risolvere i nostri problemi. E' vero che vanno utilizzati questi mezzi per "salvarci" nei casi concreti della vita.
Ma se dietro queste soluzioni tecniche non ci sono persone che hanno un cuore nuovo, cioè amante, cioè fraterno, cioè che ha interesse per il destino di tutto l'uomo e di tutti gli uomini, questi mezzi non serviranno finalmente a nulla.
Allungheremo la durata della vita, ma per essere ancor più disperati di fronte alla morte. Ci garantiremo dalle rapine di tutti i giorni, ma la povertà del mondo e la malvagità dei cuori egoisti troveranno ugualmente la strada per insinuarsi nelle nostre sicurezze fasulle.
La liberazione del Cristo ci cambia il cuore, le prospettive, le relazioni, i progetti, i comportamenti concreti e ci toglie perfino la paura di morire.
O il Natale ci porta questo, o non serve a nulla. Meglio allora augurarci onestamente: "Buon Panettone!"
Che cos'è la democrazia?
La democrazia si esercita attraverso una selezione di rappresentati che sono chiamati ad assumere decisioni che siano il più possibile vantaggiose per tutti. Ciò avviene mediante un processo che, tenendo conto delle volontà dei diversi gruppi sociali, giunge alla mediazione tra opposti interessi. Un lavoro delicato dunque che, da un lato richiede persone competenti e dall'altro necessita di un attento controllo e del concorso alle decisioni.
Ma in che modo selezioniamo le nostre rappresentanze?
In che modo le controlliamo?
Dai risultati si direbbe che queste due questioni siano davvero trascurate e producano i guasti che sono sotto i ns. occhi; ciò accade dal piccolo dei nostri comuni al grande del parlamento nazionale.
Il processo di selezione delle nostre rappresentanze è davvero tutto da rivedere: a sinistra si è parlato di primarie, ma per ora si è sempre trattato di una legittimazione di scelte già avvenute; comunque sempre meglio che a destra, dove il problema non viene neanche posto. Così al popolo viene sottratto un primo importante strumento di partecipazione democratica. Non parliamo poi delle scelte che si possono operare in sede elettorale: le liste sono speso "bloccate" e così al massimo possiamo scegliere un raggruppamento politico o l'altro.
Quanto poi al controllo delle decisioni, la mancanza di trasparenze e la complessità delle materie, non conesentono ai più l'esercizio di questo strumento democratico. Ne risulta che le diseguaglianze tra chi detiene la conoscenza e quindi la capacità di influenza, e chi ne è privo, aumentano, sottraendo a questi ultimi risorse a scapito dei primi.
La prassi democratica esige una costante e completa trasparenza; vanno individuati e attuati strumenti che favoriscano la conoscenza e che aiutino a ridurre le diseguaglianze.
Il proprio interesse sarà meglio realizzato se si realizza l'interesse di tutti.
martedì 9 dicembre 2008
I sentieri dei diritti umani
Possiamo di certo regolare ogni diritto. Ma guai a negarlo. Mai sopprimerlo.
Guidare, accompagnare ma mai spegnere.
Giancarlo Bregantini – Vescovo in Campobasso -
Neve
Verrà, verrà il caro scricchiolio sulla catasta di legna ad annunciarmi la prima neve come quando ero ragazzo con il suo tictictic ripetuto più volte, e il suo campanellino nascosto nella gola si sentirà anche lassù dove le nuvole compatte e bianche aspettano il segnale".
"Inverni lontani" di Mario Rigoni Stern
domenica 7 dicembre 2008
IL PERCHE’ DELLE COSE
Messaggero Veneto 05-12-08
Qual'è la molla che muove gli uomini della politica? Quale lo scopo di tanta agitazione? Che cosa si nasconde dietro le parole, i proclami, i programmi?
Nuoto con difficoltà in questo mare e, il centro della complessità, la corrente che non mi consente di galleggiare è proprio celata nelle risposte a queste domande.
giovedì 4 dicembre 2008
Sviluppo?
mercoledì 3 dicembre 2008
martedì 2 dicembre 2008
sabato 29 novembre 2008
RIMUOVERE LA POVERTA'
Secondo l’ottavo rapporto della Caritas Italiana su Povertà ed esclusione sociale in Italia, realizzato in collaborazione con la Fondazione «E. Zancan», il 13% della popolazione italiana vive con meno di metà del reddito medio italiano, ossia con 500-600 euro al mese. In Italia sarebbe povero il 30% delle famiglie con 3 o più figli a carico e il 49% di queste famiglie vive nel mezzogiorno.
Ma dietro queste statistiche ci sono storie vere, c’è un vissuto concreto, spesso drammatico.
Che fare dunque per affrontare il problema? Secondo la Caritas è necessario muoversi su tre livelli.
Il primo è quello della corretta informazione, cercando quindi di dare contesto al fenomeno.
Il secondo è quello dell’attività quotidiana di aiuto; questo non significa solo un sostegno economico diretto ma anche l’orientamento verso i servizi del territorio e lo stimolo a questi ultimi ad operare in mono efficace.
Il terzo piano è quello più importante ma anche quello più delicato: il piano politico. Il tema principale è l’insufficienza assoluta in termini di risultati concreti della lotta all’elusione sociale. Non è tanto una questione di cifre ma di qualità delle politiche stesse. Seppure la spesa sociale italiana è al disotto della media europea, sia in termini percentuale di PIL investito che di spesa pro capite, è la quantità e la qualità dei servizi offerti il vero problema. Non si tratta quindi solo di sostenere finanziariamente i cittadini indigenti ma di offrire loro una rete di supporto che li aiuti a recuperare la dignità sociale perduta (aiuto per la ricerca del lavoro, servizi educativi, residenze per anziani, servizi domiciliari, ecc…). Spiega Tiziano Vecchiato, direttore della fondazione Zancan: "i paesi che investono di più in servizi piuttosto che in trasferimenti monetari sono gli stessi che riescono a incidere sul fenomeno della povertà per il 50%. "
Qui potete trovare il Rapporto 2008 su povertà ed esclusione sociale in Italia
http://www.caritasitaliana.it/pls/caritasitaliana/v3_s2ew_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=1061
Il diritto è dell'altro
venerdì 28 novembre 2008
Sempre Honsel
Tra algoritmi e principi matematici, calcoli statistici e problemi di logica vengono esaminate scherzosamente situazioni quotidiane che si possono risolvere applicando questi ragionamenti scientifici.
Tra gli enigmi logici che ancora mi assillano c'è questo:
Supponiamo che si presentino al sig. X tre buste: una sola contiene un milione le altre 2 sono vuote. Gliene facciamo scegliere una. Apriamo una delle rimanenti che sappiamo essere vuota. Ora chiediamo al sig. X se vuole cambiare la busta.
Su questo tema è ancora in atto una diatriba tra illustri scienziati delle migliori università del mondo.
Alcuni sostengono che: all'inizio la probabilità di aver scelto la busta corretta era di un terzo, mentre la somma delle probabilità nelle altre due buste era di due terzi. Dopo l'apertura di una di queste, l'altra ha dunque probabilità doppia rispetto alla prima di contenere la cifra agoniata. Altri invece ritengono che proprio perchè tale operazione di buste si può sempre fare non può aevre influenza e dunque la probabilità per entrambe la buste ancora chiuse cresce fino a un mezzo.
L'ex Magnifico
Uno dei passaggi più significativi, a mio avviso, è stato quello della revisione critica del principio dell'80/20.
Richard Koch sostiene che l'80% dei risultati derivi dal 20% delle cause e la propone come una delle poche leggi razionali che può guidarci tutti per meglio realizzarci nel mondo d'oggi. Esemplificando: in genere, il 20% dei prodotti e dei clienti genera l'80% del fatturato e dei profitti, il 20% dei criminali l'80% dei reati, il 20% degli automobilisti l'80% degli incidenti, il 20% degli indumenti viene indossato l'80% del tempo, il 20% delle persone con cui abbiamo rapporti ci assicura l'80% di soddisfazioni... http://www.francoangeli.it/ricerca/stampaLibro.asp?ID=7446
Honsel, ribalta questa teoria "vecchia"degli anni '90: se l'80% degli utenti della rete visitasse solo il 20% dei siti, internet non avrebbe senso e morirebbe. In realtà le cose, come sappiamo stanno in modo diverso: una immensità di siti nei quali i più visitati hanno percentuali di utenti molto piccole rispetto all'intero popolo navigante. Attraverso l'esempio della rete Honsel sostiene che il mondo è molto più variegato di quanto noi lo pensiamo e che le molteplici differenze lo rendono estremamente complesso ma anche interessante.
Tutto questo per spiegare come la multietnicità, nelle nostre città, sia una ricchezza che va capita, coltivata, governata e apprezzata e non un peso da eliminare e criminalizzare.
.. in mezzo al discorso ha anche spiegato che nei condomini di solito le liti avvengono tra i condomini dei piani pari e quelli dei piani dispari (quelli nel mezzo con quelli del piano sopra o del piano sotto)... anche questa, messa così, non l'avevo mai pensata ... davvero un genio!
SCUSA VITO
lunedì 24 novembre 2008
domenica 23 novembre 2008
La musica
La Musica viene a trovarmi all'improvviso.
Posso essere al supermercato, o sull'autobus, davanti a un paesaggio incantevole o immerso in un angoscioso dormiveglia.
Arriva, già definita nella mia mente.
Per anni ho avuto la pretesa di pensare che fosse frutto della mia ispirazione, o della mia bravura. Poi però è diventato sempre più chiaro che la Musica è una vera e propria entità, davanti alla quale la mia possibilità di scelta è davvero minima. Lei infatti possiede una struttura interna già definita e concreta, che io non posso che rispettare.
Allora in cosa consiste la mia abilità?
Nell'essere ricettivo, nell'aver acquisito nel corso di intensi anni di studio gli strumenti per poterla plasmare, per poterla fermare sulla carta. Si…perché lei svanisce all'improvviso, furtiva come si presenta. E per questo porto sempre con me qualche foglietto pentagrammato, per non farmi trovare impreparato alle sue carezze.
La Musica, dicevo, è per me un'entità che possiede uno statuto ontologico: è cioè dotata di una vera essenza che la rende indipendente. Per questo motivo la definisco la "Strega capricciosa che ha monopolizzato la mia vita" e che mi chiede una dedizione assoluta.
Quando, dall'indefinito, un gruppo di note irrompe nella mia mente, è lo stesso frammento musicale a esigere di essere sviluppato secondo la sua volontà, non la mia. Io non ho scelta: forme e direzioni sono già insite nella Musica, e a me resta solo il compito di svelarle, ricostruendo piano piano tutta la struttura interna: le ritmiche, le melodie, le armonie, fino alla realizzazione della partitura. L'elemento più importante è la notazione scritta.
Cosa voglio io dalla musica?
Che faccia un discorso, che abbia delle tensioni interne, che sia temporale, non statica.
Ma soprattutto che esprima se stessa usando tutte le mie energie come quelle di un suo umile manovale.
Tratto da: Giovanni Allevi, LA MUSICA IN TESTA, Rizzoli
sabato 22 novembre 2008
MUSICA MODERNA
So che vince l'amore
vince la tenerezza
vince un piccolo bacio
vince la timidezza
come in fondo allo sguardo di milioni di persone
perse nel mondo come siamo adesso
Il giorno che fui ricevuto dal tuo amore
imparai bene cosa vuole dire
venire da così lontano
senza avere cercato niente
benvenuta, amore mio in questa musica
(Musica Moderna)
Per strada ho visto
L'angelo del bene "Il lavoro mi ripaga" mi ha detto
È un cretino di una multinazionale
A cui le cose vanno diritte
Tutto questo aveva un nome
Poco tempo fa "Nuova economia"
È il suo destino
Vuole stare in cima
Vuole viaggiare la vita su una limousine
Possiamo dirglielo, possiamo spiegare
Che sui libri di testo non c'è una riga per lui
(La guerra dell'acqua)
http://it.youtube.com/watch?v=2ZvQCeVS0d4
Il prodotto della furbizia
giovedì 20 novembre 2008
La civiltà della Pace - Religioni e culture in dialogo.
L’appuntamento di Cipro costituisce un’ulteriore tappa del pellegrinaggio che la Comunità di Sant’Egidio ha promosso per raccogliere l’eredità della storica Giornata Mondiale di Preghiera per la Pace convocata ad Assisi da Giovanni Paolo II il 27 ottobre 1986.
In questi ventidue anni, su invito della Comunità, uomini e donne di culture e religioni diverse hanno percorso una via di incontro, di dialogo e di preghiera per la pace che ha toccato luoghi diversi del mondo, portando ovunque lo “Spirito di Assisi”, creando legami di amicizia e di cooperazione, testimoniando l’intento comune di costruire una civiltà del convivere.
Uomini e donne di religioni e culture differenti ci siamo ritrovati a Cipro, in questa isola bella e ferita, per pregare, dialogare, far crescere una civiltà di pace, di cui il mondo ha bisogno per non diventare disumano. Sono stati giorni di pace, pieni di fiducia che la pace è possibile.
Siamo in un passaggio difficile della storia. Tante sicurezze sono scosse dalla crisi economica che attanaglia il mondo. Molti sono pessimisti sul futuro. I paesi più ricchi concentrano la loro attenzione sulla tutela dei loro cittadini. Ma un grande mondo di poveri pagherà un duro prezzo di questa crisi. Pensiamo con molta preoccupazione ai milioni di nuovi e antichi poveri, vittime di un mercato che si pensa onnipotente.
Troppi, infatti, soffrono in questo nostro mondo, per le guerre, la povertà, la violenza. Non si può essere felici in un mondo così pieno di sofferenze. Non si può chiudere il cuore alla compassione. Sentiamo il dolore dei popoli ostaggi della guerra, di quanti debbono lasciare le loro case per l’odio etnico o per i nazionalismi, di quanti sono rapiti e scomparsi. Tanti, troppi, stanno soffrendo.
Questo non è il tempo per chiudersi nel pessimismo. Ma è l’ora di ascoltare il dolore di tanti e di lavorare per fondare un nuovo ordine mondiale di pace. La ricerca della giustizia, il dialogo, il rispetto dei più deboli, sono gli strumenti per costruire questo nuovo ordine. Ma, per fare questo, c’è bisogno di più spirito e di più senso di umanità! Un mondo senza spirito diventa presto disumano.
Le nostre tradizioni religiose, nelle loro differenze, dicono forte che un mondo senza spirito non sarà mai umano: gridano che lo spirito e l’umanità non possono essere calpestati dalla guerra; chiedono pace. Vogliono la pace, la chiedono, la implorano nella preghiera da Dio. Le religioni sanno che parlare di guerra in nome di Dio è un assurdo ed è una bestemmia. Sono convinte che dalla violenza e dal terrorismo non nasce un’umanità migliore. Non credono al pessimismo dello scontro inevitabile tra religioni e civiltà. Sperano e pregano perché, tra i popoli e tra gli uomini, si costruisca una comunità vera nella pace.
Nessun uomo, nessun popolo, nessuna comunità è un’isola. C’è sempre bisogno dell’altro, dell’amicizia, del perdono e dell’aiuto dell’altro. Abbiamo un comune destino globale: o vivremo insieme in pace o insieme periremo. La guerra non è mai inevitabile e lascia macerie anche nel cuore di chi vince.
Nessun odio, nessun conflitto, nessun muro può resistere alla preghiera, all’amore paziente che si fa dialogo, al perdono. Il dialogo non indebolisce, ma rafforza. E’ la vera alternativa alla violenza. Niente è perduto con il dialogo. Tutto può diventare possibile. Per questo, qui a Cipro, preghiamo perché ogni ingiustizia, ogni guerra, ogni male, sia presto cancellato e i popoli possano ritornare fratelli, a partire da questa isola, fino al Medio Oriente, all’Africa, all’America latina e al mondo intero.
Dio conceda allora al mondo il gran dono della pace per la preghiera di tutti i credenti!
Non è l’utopia di un paradiso in terra, ma il dovere di costruire un mondo più umano. Questo mondo è possibile, se ci sono spirito e fratellanza. Nessuna guerra è mai santa. Solo la pace è santa!
Dio conceda al mondo il gran dono della pace per la preghiera di tutti i credenti!
Quota sottozero
Tratto da “L’espresso”, n. 44, 2008
Poteva smentirmi?
18 Novembre 2008 -TRISTE - Un altro siparietto di Silvio Berlusconi con i «grandi» della Terra. Stavolta niente corna ma il gioco del nascondino. Accade tutto al vertice italio-tedesco di Trieste. Il presidente del Consiglio, nell'accogliere Angela Merkel a piazza dell'Unità d'Italia, si piazza dietro il pennone portabandiera e all'arrivo del cancelliere sbuca fuori esclamando «Sono qui». La Merkel, allargando le braccia e con aria divertita, risponde al «cucù» del Cavaliere con un laconico e non si sa quanto imbarazzato: «Silvio».
Poteva smentirmi il nostro presidente del Consiglio.
(vedi post del 15 Novembre 2008 http://sefossiseavessi.blogspot.com/2008/11/berluscomiche.html )
Dopo l'ultima trovata di Triseste anche la foto qui sopra è entrata in Google sez. Immagini, alla voce Berlusconi!
domenica 16 novembre 2008
sabato 15 novembre 2008
BERLUSCOMICHE
venerdì 14 novembre 2008
LA ZINGARA RAPITRICE
L’analisi prende in considerazione ventinove casi, oltre undici di sparizione di minori (dunque, 40 in tutto), sui quali è da subito opportuno indicare il risultato principale della ricerca, e cioè che non esiste nessun caso in cui sia avvenuta una sottrazione del bambino: nessun esito, infatti, corrisponde ad una sottrazione dell’infante effettivamente avvenuta, ma si è sempre di fronte ad un tentato rapimento, o meglio, ad un racconto di tentato rapimento.
Molto spesso i media denunciano il "fatto" dando come provato e "vero" il tentato rapimento ignorando poi le dichiarazione anche ufficiali che lo smentiscono. Se poi qualche volta tornano sulla vicenda, non è per comunicare che i Rom non c’entrano niente, ma è perché l’esito scioglie in sé altri eventi: truffe, fatti drammatici, situazioni che suscitano ilarità. Si è cercato anche di verificare se, per i casi in cui era stata sporta denuncia, ma in cui i presunti rapitori si erano dati alla fuga, le indagini avessero risolto la vicenda in qualche modo: si tratta di un ulteriore accertamento rispetto al fatto che, se non c’è stata più nessuna notizia in merito, questo ci può far dire che non si era poi svolto nessun arresto. D’altra parte laddove le Forze dell’ordine tramite le proprie indagini verificano che è stato solo une equivoco: una percezione errata della situazione, la stampa ne dà poca o nessuna notizia.
giovedì 13 novembre 2008
Inverno in arrivo!
ERICA MULTITASK
Alessandro Baricco, I Barbari, Feltrineli 2006
mercoledì 12 novembre 2008
ECONOMIA REALE DEL FRIULI
Da oltre 10 anni molto denaro si sta accumulando verso tre direzioni principali: 1) da Occidente ad Oriente (Cina, India, ecc.); 2) dai Paesi progrediti e dai consumi elevati verso i Paesi detentori di materie prime (soprattutto energetiche come petrolio, gas ecc.); 3) dalle classi "medie" della popolazione verso le classi "alte". La concentrazione di tanto denaro nelle mani di Paesi come Cina, Russia, Paesi del Golfo, ecc. che non brillano per la loro democrazia e dove i loro presidenti, populisti e proprietari di ampi pezzi di mercato e di varie testate giornalistiche e reti televisive (guarda un po’...), deve preoccuparci! Perché essi useranno il loro potere per rafforzarsi e arricchirsi ancora di più, e non per innalzare la qualità della vita dei loro cittadini. A questo punto la forbice si aprirà ancora: i ricchi saranno più ricchi a scapito dei sempre più poveri e del ceto medio.
In questa situazione generale, al nostro Governo nazionale viene offerta una ghiotta occasione per aiutare veramente le famiglie (ma perché non lo fa?), potrebbe, infatti, modificare le leggi sul bilancio delle banche in modo che le stesse guadagnino un po’ meno e i risparmi delle famiglie non vengano rosicchiati ma siano effettivi.
Paolo Menis
venerdì 7 novembre 2008
5 NOVEMBRE 2008
Accendo la radio, mi fiondo sul portatile, un attimo d'esitazione ... è fatta!
"Se c’è qualcuno lì fuori che ancora dubita che l’America sia un posto dove tutto è possibile; che ancora si chiede se il sogno dei nostri padri fondatori è vivo ai nostri tempi; che ancora mette il dubbio il potere della nostra democrazia: questa notte è la vostra risposta. "
Pensieri veloci come nuvole di temporale: gioia, speranza, fiducia e nel breinstorming mattutino un volto, un' immagine: Giorgio. Chissà come l'avrebbe presa questa ventata di speranza che viene d'oltre oceano? Di certo non sarebbe mancato un sagace commento ed uno sghignazzo sonoro; sicuramente avrebbe sorriso nel vedere che la dura pianta sa metter foglie anche a Novembre, che le passioni civili e i grandi ideali muovono ancora il mondo.
Un veloce caffè e via in ufficio.
Una riunione di lavoro ed una collega che ricorda: oggi è un anno che Giorgio non è più tra noi!
Non sono forte con le date, mi dimentico spesso gli anniversari ma, questa mattina so di aver visto il sorriso sornione di Giorgio incrociare quello di un giovane afroamericano che ha già cominciato a cambiare il modo.
Sandro
mercoledì 5 novembre 2008
martedì 4 novembre 2008
lunedì 3 novembre 2008
Dove va Gemona?
Partecipare è la prima elementare regola per alimentare il cambiamento; Gemona è ricca di risorse inesplorate, si pensi solo alle molteplici attività di volontariato, che vanno fatte emergere e messe in rete.
Alzati Gemona!
domenica 2 novembre 2008
Legge 133/08
Fermo restando il disposto di cui all'articolo 2, commi 411 e 412, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, dall'attuazione dei commi 1, 2, 3, e 4 del presente articolo, devono derivare per il bilancio dello Stato economie lorde di spesa, non inferiori a 456 milioni di euro per l'anno 2009, a 1.650 milioni di euro per l'anno 2010, a 2.538 milioni di euro per l'anno 2011 e a 3.188 milioni di euro a decorrere dall'anno 2012
Art. 14.Expo Milano 2015
1. Per la realizzazione delle opere e delle attività connesse allo svolgimento del grande evento EXPO Milano 2015 in attuazione dell'adempimento degli obblighi internazionali assunti dal governo italiano nei confronti del Bureau International des Expositions (BIE) e' autorizzata la spesa di 30 milioni di euro per l'anno 2009, 45 milioni di euro per l'anno 2010, 59 milioni di euro per l'anno 2011, 223 milioni di euro per l'anno 2012, 564 milioni di euro per l'anno 2013, 445 milioni di euro per l'anno 2014 e 120 milioni di euro per l'anno 2015.